Sampdoria-Genoa 1-2
Fonte: sito ufficiale Genoa CFC

Dietro le quinte di Sampdoria-Genoa 1-2

Domenico Criscito, nell’anno in cui ha sbagliato i suoi primi due calci di rigore dopo 12 realizzazioni, ha segnato il suo ottavo gol stagionale. Lukas Lerager, a lungo infortunato, ha segnato il suo primo gol stagionale, secondo da quando – nel gennaio 2019 – si trasferì a Genoa dal Bordeaux. Manolo Gabbiadini, alla terza marcatura nel derby della Lanterna, per la prima volta è ininfluente ai fini del risultato finale. Avviene tutto secondo le strette trame della numerologia: vincendo per 1-2, il Genoa resta a +4 sul Lecce che ieri in contemporanea ha condannato alla retrocessione il Brescia, con un 3-1 griffato – ironia della sorte – da Gianluca Lapadula. Al Ferraris, decisivi il numero 4 (capitan Criscito dal dischetto) e un destro di Lerager al 72’, numero che nella smorfia napoletana indica ‘a maraviglia, lo stupore.

Per comprendere appieno lo stupore, prendete un arco di tempo lungo 1536 giorni, con 219 weekend in mezzo. Sono gli oltre quattro anni trascorsi dall’8 maggio 2016 al 22 luglio 2020, di una durata interminabile, intervallati da otto allenatori (Gasperini, Juric, Mandorlini, Ballardini, Prandelli, Andreazzoli, Motta e Nicola) e una pandemia di proporzioni globali, motivo per cui ieri il Ferraris era tristemente vuoto. Sono cambiate le regole del calcio, le sostituzioni ora sono cinque e nel frattempo è stato introdotto il Var. Nel mezzo, la ferita di Ponte Morandi, con le 43 vittime e il telone srotolato a centrocampo ieri sera in loro ricordo. Era da quattro anni che il Genoa non riusciva a vincere un derby, una maledizione rotta in uno strano derby giocato a fine luglio alle 21:45, sotto la pioggia e, soprattutto, in una cornice assurdamente silenziosa: porte chiuse, senza pubblico.


Sampdoria-Genoa 1-2
Fonte: sito ufficiale Genoa CFC

Era l’8 maggio 2016 quando, in concomitanza col quinto anniversario del derby che scrisse nella storia rossoblù il nome di Mauro Boselli, il Genoa vinse in casa della Sampdoria. Lo 0-3 finale, perentorio e meritato, sancito da Leonardo Pavoletti e una doppietta di Suso, fu l’ultimo successo genoano sino a ieri sera nonché l’ultima stracittadina ligure con Gasperini sulla panchina del club più antico d’Italia. Da allora il Grifone s’era perso e la Sampdoria, che resta in vantaggio nei derby da lei ospitati (29 successi in 74 gare, contro i 18 rossoblù), è stata capace di instaurare un monopolio durato sette stracittadine, cinque vittorie – tra cui quella dell’aprile 2019 – e due pareggi.

Nonostante la sconfitta, la Sampdoria ha comunque battuto un record: quattro partite consecutive in cui è riuscita a segnare quattro reti (nel 1948 e nel 1951 furono tre, in altrettante gare di fila). Claudio Ranieri, che nell’era dei tre punti a vittoria era diventato il primo tecnico ad allenare in tutti i quattro derby cittadini (dopo Torino, Roma e Milano, pure Genova), all’andata aveva festeggiato il successo griffato Gabbiadini all’85’. Ieri sera ha perso il suo primo derby in Serie A, dopo nove vittorie e un pari, dunque s’è sportivamente complimentato coi vincitori: «Complimenti al Genoa, noi abbiamo giocato la nostra partita, loro avevano un pizzico di motivazione in più. Spiace perdere un derby ma loro lo hanno meritato». Non s’è fatta attendere la risposta di Nicola: «Ringrazio Claudio per la lealtà, stasera è stata dura, vincere un derby è importante ma tra tre giorni si gioca e c’è ancora tanto da fare».


Sampdoria-Genoa 1-2
Fonte: sito ufficiale Genoa CFC

Nonostante lo stesso Nicola avesse indicato la stracittadina come via per la permanenza in A, il Genoa arrivava sfavorito al derby della Lanterna per una lunga serie di motivi. Classifica e stato di forma premiavano la Sampdoria e un Bonazzoli in stato di grazia (4 reti nelle ultime 3 gare). Complice una vigilia resa bollente dalla tentazione blucerchiata di vendicare l’1-2 con cui Mauro Boselli nel 2011 condannò de facto alla retrocessione, al Grifone mancava Tony Sanabria: il Genoa aveva vinto il 33% delle gare (5/15) col paraguaiano in campo. Senza, la percentuale di vittoria scendeva al 15,8%. Le assenze a centrocampo (Behrami, Sturaro, il lungodegente Radovanovic) rendevano ancora più obbligate le scelte di Nicola, che premiava con la titolarità Filip Jagiello dopo il decisivo e fortunoso gol siglato quattro giorni prima sul Lecce, con la decisiva complicità del portiere salentino Gabriel.

Nicola ha scelto una formazione speculare, un 4-4-2 con Iago Falqué esterno destro e Goran Pandev, all’ultimo derby prima del ritiro, a spalla di Pinamonti. Al centro del campo ecco la mediana danese, Lasse Schöne da Glostrup e Lukas Lerager da Gladsaxe, separati da 7 anni e 10 chilometri. A turno s’abbassavano sulla linea dei difensori, dando vita a un ibrido 3-3-4. La sicurezza con cui il pallone era gestito dall’ex Ajax, che forse a dire il vero non ha impresso il ritmo ai compagni, s’è contrapposta a una tecnica come al solito sopraffina: menzione speciale merita un lancio d’esterno, nel finale, leggermente lungo per lo scatto di Pinamonti.


Sampdoria-Genoa 1-2
Fonte: sito ufficiale Genoa CFC

Nicola ha impostato la sua gara, compreso un finale di sofferenza. Il Grifone ha concluso con un 4-4-2 estremamente difensivo, linea con Goldaniga e Zapata centrali, Biraschi e Criscito terzini. A questi, si sommavano Peter Ankersen esterno destro e Barreca a sinistra. Ankersen che ha sancito i ¾ danesi del centrocampo rossoblù, nella serata in cui l’altro scandinavo – ovvero lo svedese Eriksson – è come al solito rimasto in panchina. E il colpo grosso dell’agente Lerager, non certo uno dei protagonisti maggiormente attesi di un derby a cui il Genoa arrivava con l’acqua alla gola, ha marchiato – inesorabilmente – il derby della Lanterna numero 120.

Il primo dopo la pandemia da nuovo coronavirus (c’eravamo lasciati con Genoa-Lazio 2-3), che ha palesato una versione a cui non eravamo abituati: il silenzio aumenta la percezione di un equilibrio sostanziale, la trasparenza regna sovrana. Tradotto, si sono sentite le indicazioni motivazionali di Perin ai compagni, la grinta di un Ranieri polemizzante con l’arbitro Guida («Ammonisci me»), i commenti e le grida tra compagni, in un’atmosfera surreale. Lo stallo s’è rotto attorno a metà primo tempo, quando un fraseggio tra Iago Falqué ha condotto all’intervento falloso di Colley ai danni del macedone. Il vantaggio, firmato da Criscito su rigore, un rigore centrale, scagliato rabbiosamente sotto la traversa, sarebbe durato poco. Dieci minuti, giusto il tempo che Gabbiadini si trovasse fortunosamente sul suo piede debole, il destro, un tiro di Linetty rimpallato, occasione perfetta per un’agevole battuta a rete.


Sampdoria-Genoa 1-2
Fonte: sito ufficiale Genoa CFC

Così, il fotogramma principale del derby ha visto un recupero rabbioso di Filip Jagiello ai danni di un poco concentrato Bereszynski, nei pressi del vertice destro dell’area di rigore sampdoriana. Il servizio all’accorrente Lerager al limite dell’area è seguito dal destro secco del danese, che ha regalato a Nicola la sua prima stracittadina e all’ex Bordeaux una rete, dopo che il Var gliene aveva annullata una nel recupero del primo tempo per un fuorigioco millimetrico. L’immagine di Lerager intento a scimmiottare il consulto al Var resterà – a suo modo – nella storia del derby della Lanterna. Controversa, per certi versi surreale.

Ecco di seguito il tabellino:

Sampdoria (4-4-2): Audero; Beresynski, Yoshida, Colley, Augello; Linetty, Thorsby (dal 75’ Depaoli), Ekdal (dal 31’ Vieira), Jankto; Gabbiadini (dal 75’ Ramírez), Bonazzoli (dal 63’ Quagliarella). All: Ranieri. A disp: Seculin, Tonelli, Murru, Chabot, Bertolacci, Léris, Maroni, La Gumina.

Genoa (4-4-2): Perin; Biraschi, Romero (dal 64’ Goldaniga), Masiello (dall’83’ Zapata), Criscito; Falqué (dall’82’ Ankersen), Lerager, Schöne, Jagiello (dal 79’ Barreca); Pandev, Pinamonti (dall’83’ Favilli). All: Nicola. A disp: Ichazo, Marchetti, Ghiglione, Rovella, Behrami, Eriksson, Destro.

Reti: 22’ rig. Criscito, 32’ Gabbiadini, 72’ Lerager. Ammoniti: Colley, Bereszynski, Vieira, Jankto (S), Lerager, Biraschi (G). Arbitro: Guida.