Pogback, storia di un suicidio economico

Una delle tante telenovele estive ha finalmente visto la sua fine, per il dispiacere dei tifosi della Juventus, Paul Pogba è (di nuovo) un calciatore del Manchester United per la cifra record di 105 milioni.
La plusvalenza netta, come si evince dal comunicato della stessa società bianconera, avrà un effetto economico positivo 72,6 milioni di euro, comunque un’enormità.

Paul Labile Pogba nasce il 15 marzo 1993 a Lagny-sur-Marne, 30 km a ovest di Parigi. Paul è un bambino timido, sensibile ai rimproveri dei professori, ma con la grande passione del calcio. Cresce con due fratelli maggiori, i gemelli Florentin e Mathias, che condividono la stessa passione e diventeranno una sorta di apripista, raggiungendo entrambi il calcio professionistico e la nazionale guineana.
La famiglia Pogba il calcio lo ha proprio nel sangue e infatti lo zio materno Riva Tourè, star calcistica in patria, ma semplice bidello in Francia, nota subito che Paul ha quel qualcosa in più rispetto ai fratelli, rispetto a tutti quanti avesse mai visto giocare.
Il “piccolo” Pogba, soprannominato “La Pioche” (il piccone), incanta sin dalla tenera età e comincia la sua scalata: supera alla grande un provino col Torcy per poi approdare nel prestigioso settore giovanile del Le Havre (uno dei migliori di Francia).
Dopo due anni arrivano le sirene inglesi, il Manchester United vuole Pogba a tutti i costi e si becca una denuncia dal club francese con l’accusa di aver offerto soldi e un’abitazione ai genitori del calciatore. Nel frattempo lo stesso Le Havre aveva un contenzioso aperto con il Torcy che lo aveva accusato della stessa identica cosa, il tutto si chiude con diversi conguagli in denaro che accontentano tutti.

Carriera avviata ma problematica, quella di Pogba. Quando ormai brilla come uno dei migliori tra le giovanili e nella squadra riserve, sembra avere un posto assicurato nella prima squadra guidata da Alex Ferguson. Il contemporaneo ritorno di Paul Scholes però ferma l’ascesa della stella francese che soffre e scalpita in panchina.
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“(Ferguson) mi diceva che sarebbe venuto il mio momento, ma poi non arrivava mai”

Interviene Mino Raiola e lo fa con la solita mano pesante: Pogba non rinnova col Manchester, a fine stagione si svincola e si accasa alla Juventus.
Ferguson non esitò a indicare in Raiola il principale colpevole della partenza del suo pupillo, l’agente si sarebbe ingraziata la famiglia e avrebbe spinto per un trasferimento verso Torino.
Come dire? Chi di slealtà ferisce, di slealtà perisce.

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All’inizio di agosto 2012 Pogba diventa un nuovo giocatore della Juventus
, i dirigenti bianconeri (Marotta in primis) sono estasiati, quasi non ci credono. Il mondo calcistico non si accorge subito di cosa sia accaduto, ma lo farà presto.
Pogba viene preso come sostituto di Pirlo, ormai al tramonto della sua carriera calcistica con la maglia bianconera, ma presto si afferma come pilastro del centrocampo juventino, soprattutto dopo l’infortunio di Marchisio.
Conte si innamora calcisticamente di lui, arriva a cambiare il modo di giocare pur di inserirlo in maniera permanente e Pogba non lo delude: a fine stagione mette insieme 27 presenze e 5 reti.

Paul diventa uno dei protagonisti del nostro campionato, si afferma a livello nazionale ed europeo, e ogni estate diventa quella giusta per la partenza. Si mormora che il Real Madrid, il Barcellona, il PSG, il Manchester United sarebbero pronti a fare follie pur di averlo in rosa.
Già, proprio quel Manchester United che pochi anni prima lo aveva lasciato andare via a parametro zero, ora è pronto a riacquistarlo per cifre astronomiche. In realtà però non è più quel Manchester United, semplicemente perchè Ferguson non è più il manager dei Red Devils. Con lui alla guida, Pogba non sarebbe mai tornato in Inghilterra.
Questione di onore, fiducia ed educazione, dicono.
Però succede che nel 2016 il manager del Manchester United è Josè Mourinho e il portoghese questi limiti non li ha.
Via Schweinsteiger, che viene messo ai margini del progetto: voglio Pogba hic et nunc!

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Il ritorno del figliol prodigo avviene, sulla porta non c’è il padre abbandonato ad attenderlo, ma un suo sostituto altrettanto vincente.
A muovere le redini di questo affare invece è sempre lui, Mino Raiola, che dalla cessione di Pogba ha solo da guadagnare. E tanto.
La cifra sborsata dal Manchester United è vicina ai 105 milioni più altri 5 al verificarsi di determinate condizioni sportive. Quella incassata dalla Juventus è comunque molto più bassa, di quasi 32,5 milioni che vanno via tra tasse, premi e oneri vari. L’uscita più elevata è quella che finisce nelle tasche dell’agente di Nocera Inferiore che intasca la bellezza di 25 milioni di euro.
Per Pogba il contratto vola verso cifre astronomiche: 13 milioni a stagione che arrivano a 20 con i diritti di immagine.

Nonostante non sia la plusvalenza del secolo, l’affaire-Pogba entra di diritto nella schiera dei trasferimenti calcistici più costosi di sempre. Una sorta di suicidio economico da parte del Manchester United che, dopo aver strappato Pogba alla sua Francia nel 2009 e averlo perso a zero nel 2011, lo riacquista 5 anni dopo per una cifra da capogiro.
Una cifra che fa riflettere, simbolo di un calcio moderno che commercia talenti ma non ci investe mai realmente e che produce giovani in grado di abbandonare la propria casa senza battere ciglio, salvo poi tornare se riempiti d’oro.

Infine l’ultimo grande dubbio: Pogba è sicuramente un calciatore giovane e fortissimo, ha dimostrato molto, ma ancora deve dimostrare tanto. Insomma, siamo sicuri che Pogba valga realmente 105 milioni di euro?