La fine di un’era. Berlusconi cede il Milan ai cinesi

E’ finalmente arrivata, stando a quanto dicono i media italiani e cinesi, la tanto agognata firma del preliminare per la cessione del 99,93% delle quote azionarie dell’Ac Milan, in possesso del gruppo Fininvest. Dopo 30 anni, quindi, Silvio Berlusconi decide di cedere la maggioranza del club rossonero ai cinesi, con la speranza di riportare il Milan ai fasti del recente passato e con la certezza di essere,comunque, entrato nella storia.
Un rinvio continuo, dovuto a discordanze, sopratutto organizzative, del gruppo orientale, giunto all’atto finale quando nell’ultima settimana Galatioto e Gancikoff hanno rotto i rapporti con la Sino-Europa Sports Investement Managment, neo proprietaria del pacchetto di maggioranza. Alla base della rottura la pretesa dell’italoamericano di diventare AD dei rossoneri una volta chiusa la trattativa. Dietro la conglomerata sembra ci sia Haixia Capital, un fondo statale controllato da Lu Bo. Confermate le cifre dell’affare, con i 740milioni di Euro che, sembrerebbe, saranno versati nelle casse rossonere in tre tranches. La prima sarà subito resa disponibile, la seconda dovrebbe arrivare a fine ottobre e l’ultima chiuderà l’accordo definitivo entro la fine dell’anno.
Silvio Berlusconi lascia il Milan in un momento storico complicato, con l’assenza dalle coppe europee dei rossoneri per tre anni consecutivi, dopo però aver vinto praticamente tutto con il Club di Via Aldo Rossi.

Il 20 Febbraio del 1986, il Milan in seria difficoltà economica ed a rischio fallimento venne rilevato dal Cavaliere, che assestò subito colpi importanti e chiuse 5° in campionato. L’anno successivo, l’arrivo di Arrigo Sacchi e contestualmente quelli di Gullit, premiato anche con il pallone d’oro, e Van Basten permisero al Milan di vincere lo Scudetto e al Presidente di sollevare il primo trofeo della propria carriera. Il 1988 è l’anno dell’arrivo di Frank Rjikaard e della prima Champions. Il Milan chiuse la stagione al terzo posto in serie A, ma conquistà la Supercoppa Italiana e la Coppa dei Campioni, battendo lo Steaua Bucarest in finale con un secco 4 a 0. Nel 1989 la striscia continuò. Vittoria della Supercoppa Europea contro il Barcellona e della Coppa Intercontinentale contro l’Atletico Nacional. Il traguardo, però, più prestigioso fu la conquista della seconda Coppa dei Campioni consecutiva, ottenuta battendo in finale il Benfica con un gol di Rijkaard. Nell’anno successivo la storia si ripetè. Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale arricchiscono la bacheca rossonera. Campionato e Coppa campioni invece non regalarono soddisfazioni. Nella stagione 1991-92 il Milan vinse ancora lo scudetto, stavolta con Fabio Capello allenatore, e diventò la prima squadra a cucirsi il tricolore sul petto senza subire alcuna sconfitta in Campionato. Stesso risultato anche l’anno successivo, col secondo Scudetto consecutivo e la vittoria della Supercoppa Italiana. La stagione 93-94 regalò al Milan il terzo scudetto consecutivo, la seconda Supercoppa Italiana consecutiva e passò alla storia per la vittoria della Coppa dei Campioni ai danni del Barcellona di Crujiff con un secco 4 a 0 che rimane tutt’oggi la vittoria con maggiore scarto in una finale europea. L’anno successivo il Milan vinse Supercoppa Italiana e Supercoppa Europea ma perse in finale di Champions contro l’Ajax. La Juventus riuscì ad interrompere, inoltre, la serie di vittorie degli scudetti dei rossoneri.  Nella stagione successiva il Club di Via Aldo Rossi tornò a vincere lo scudetto ma perse il proprio allenatore, passato al Real Madrid. Dopo due anni di magri risultati, nel 98-99 l’arrivo di Alberto Zaccheroni permise al Milan di vincere il sedicesimo Scudetto dopo una serrata lotta con la Lazio. Decisivi gli acquisti di Bierhoff e Ambrosini e l’esplosione di Christian Abbiati. Nonostante la straordinaria stagione, Zaccheroni non riuscì ad aprire un nuovo ciclo e negli anni successivi il Milan disputò stagioni al di sotto della media, per tornare prepotentemente ad altissimi livelli nella stagione 2002-03. Carlo Ancelotti riuscì nell’impresa di riportare il Milan sul tetto d’Europa ottenendo la vittoria a Manchester contro la Juventus in una finale incredibile ed emozionante. I rossoneri, inoltre, vinsero la Coppa Italia ai danni della Roma e l’anno successivo tornarono a vincere lo Scudetto e la Supercoppa Europea. Il 2004-05 vide il successo in Supercoppa Italiana  e passò alla storia per la sfortunata finale persa ai rigori contro il Liverpool dopo aver chiuso in vantaggio il primo tempo sul risultato di 3 a 0, salvo poi trovare una straordinaria vendetta 2 anni dopo, ad Atene. Il Milan ottenne cosi la sua settima Champions League nella storia, la quinta dell’era Berlusconi. Al termine di questa stagione le difficoltà della squadra rossonera nel ricostruire un ciclo vincente, dopo l’addio a Carlo Ancelotti, vennero interrotte nel 2010-11, quando i diavoli riuscirono a vincere il proprio diciottesimo Scudetto ai danni della Roma. L’anno successivo, la Supercoppa Italiana vinta contro l’Inter è l’ultimo trofeo conquistato dal presidente Silvio Berlusconi.

Sotto la presidenza del Cavaliere sono arrivati tanti campioni in Italia. Citandone solo alcuni si ricordano: Papin, Weah, Nesta, Rui Costa, Stam, Rivaldo, Shevchenko, Inzaghi, Ronaldinho, Ronaldo, Ibrahimovic, Thiago Silva, Pirlo, Seedorf, Boban, Savicevic, Massaro, Galli, e sono in totale 28 i titoli vinti in 30 anni. Con questa straordinaria media, il Presidente più vincente della storia del calcio, come lui stesso ama definirsi, lascia i colori tanto amati e che tanto in alto è riuscito a portare. Nelle prossime ore, è attesa una conferenza in cui Berlusconi annuncerà ufficialmente il passaggio di consegne, momento sicuramente emozionante per i tifosi rossoneri, nonostante gli ultimi difficili anni, e per tutto il mondo del calcio, che perde un personaggio sicuramente tra i più influenti dell’ultimo trentennio.

Dal canto loro, i cinesi, avranno il difficile compito di tentare di riportare il Milan tra i migliori Club del mondo, con un evidente ritardo nella presentazione della rosa e una distanza, al momento incolmabile, con le squadre di altissimo livello, sia dal punto di vista tecnico, che dal punto di vista economico. Il tempo saprà dire se i rossoneri riusciranno ad aprire un nuovo ciclo vincente.