Euro 2016: l’Italia riscopre Pellè, il 9 snobbato dalla Serie A

Graziano Pellè, classe 1985 e origine salentina, autore del gol del definitivo 2-0 contro il Belgio, ariete indiscusso della nazionale di Conte. Giocatore con una storia molto particolare, uno dei pochi veri numeri 9 rimasti tra le fila degli Azzurri eppure non è mai riuscito a sfondare in Serie A, trovando la sua dimensione solo in campionati esteri, Eredivise e Premier League.

Carriera: Pellè muove i suoi primi passi da professionista nel Lecce dove mette in bacheca due titoli italiani primavera, poi un trascorso anonimo tra Catania, Crotone e Cesena alternandosi tra Serie A e Serie B. Nessuna squadra italiana decide di puntare fortemente su di lui e allora nel 2007 arriva la grande occasione estera con la chiamata dell’ Az Alkmaar allenato da Van Gaal che lo aveva notato all’Europeo Under-21, Pellè si ambienta subito e trova una certa continuità di presenze, ma ancora pochi gol con 14 reti in 74 partite.
Alla fine il richiamo di casa e la nostalgia della famiglia è troppo forte per uno viscerale e del Sud come Graziano che, a malincuore, lascia l’Olanda e ritorna in Italia nel biennio 2011-2012 dove si alterna tra Parma e Sampdoria collezionando 5 gol in 24 presenze.
A fine agosto ’12 Pellè si trasferisce nuovamente nei Paesi Bassi, questa volta nel Feyenoord per la cifra relativamente bassa di 3 milioni di euro. Nel 4-3-3 di Koeman, il numero 9 trova la sua dimensione ideale e segna la bellezza di 27 gol in 29 partite, arrivando secondo in classifica marcatori, dietro solamente a Bony (31 gol) del Vitesse.
La seconda stagione non è da meno, Pellè si riconferma a livelli realizzativi altissimi arrivando a segnare 50 gol in 57 gare con la maglia biancorossa.
Koeman nel 2014 emigra sulla panchina del Southampton e vuole fortemente che Pellè lo segua nella sua nuova avventura inglese, il salentino si trasferisce per la cifra di 11 milioni di euro. In Premier League viene ribattezzato “The Italian Gol Machine” e non delude affatto le aspettative, segna 23 gol in 68 partite.

-Nazionale: Nel 2014 con il neo-Ct Conte in panchina e alla “veneranda” età di 29 anni, Pellè trova finalmente le prime presenze in Nazionale maggiore. All’esordio segna subito il gol decisivo contro Malta nell’1-0 valido per la qualificazione a Euro 2016. Questo gol gli fa scalare posizioni nelle gerarchie contiane tanto da diventare titolare indiscusso dell’attacco azzurro, risulterà infine il miglior marcatore delle qualificazioni con 3 gol in 7 presenze.

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Viene da chiedersi perchè quello che può essere considerato il nostro miglior numero 9 attuale, non abbia trovato minimamente spazio nel campionato di Serie A che invece non esita ad investire su talenti stranieri (o presunti tali) provenienti da ogni dove.
Il giovane Pellè che lascia l’Italia a 22 anni, chiamato da Van Gaal in persona, e la ritrova solo intorno ai 30 è l’immagine di un calcio italiano che non crede più in sé stesso, già da tempo purtroppo. L’immagine di una delle tradizioni più antiche, gloriose e vittoriose di sempre che però viene sormontata da una sempre più crescente esterofilia, che ne soffoca i talenti in favore di meteore passeggere.
Conte disse di Giaccherini che avrebbe avuto molta più fortuna se si fosse chiamato Giaccherinho, probabilmente anche Pellè sarebbe stato oggetto dei desideri del nostro campionato, se solo non fosse nato a San Cesario di Lecce in quel lontano 1985.
Un vero peccato per un Italian Gol Machine che avrebbe potuto dare tanto alla Serie A piuttosto che ai campionati esteri.