Gli 8 calciatori italiani che hanno scritto la storia all’estero

Prima dei vari Verratti, Pirlo, Giovinco, Okaka e via dicendo che oggi rappresentano il calcio italiano oltre confine, c’è stato un nutrito gruppo di giocatori che nel bel mezzo degli anni 90 ha abbandonato il Bel Paese per cercare fortuna all’estero. Non tutti hanno avuto lo stesso successo. Ma alcuni sono diventati dei veri e propri idoli in giro per l’Europa. Ecco chi sono i magnifici otto.

8.Carlo Cudicini

Contribuisce a scrivere la storia del Chelsea tra il 1999 ed il 2009. Spesso parte come secondo per finire poi a fare il titolare. Nel 2002 vince anche il titolo come miglior portiere della Premier League. Sempre incitato e tutt’oggi ricordato con grande affetto a Stamford Bridge.

7.Marco Negri

Attaccante con un innegabile fiuto per il gol che si impone alla ribalta del grande calcio con la maglia del Perugia ma si consacra definitivamente con quella gloriosa dei Rangers Glasgow. Nella prima stagione in Scozia (1997-1998) sigla 32 reti in 29 partita delle quali 23 messe a segno nelle prime 10 giornate con una cinquina rifilata al Dundee United il 23 agosto 1997 che gli ha fatto eguagliare il record di Paul Sturrock diventando il secondo giocatore nella storia del campionato scozzese a mettere a segno cinque reti in un solo match. A fine stagione vinse la classifica dei cannonieri e si piazzò quinto nella classifica della Scarpa d’Oro. In realtà una serie di infortuni non gli consentirono di ripetersi nelle stagioni a seguire. Ma bastò una grande annata per scrivere la storia e guadagnare di diritto un posto nel cuore dei tifosi dei Rangers.

Negri

6.Marco Simone

Dopo essere stato vicino al trasferimento al Bayern Monaco nell’estate del 1997 l’ex centravanti rossonero sbarca alla corte del PSG per la cifra di 10 miliardi di lire: cifra record in quel periodo per un calciatore straniero. Nel primo anno con la maglia dei parigini realizza 22 reti in 43 partite vincendo la Supercoppa nazionale, la Coppa di Francia realizzando in finale il gol decisivo nel 2-1 al Lens, ed una Coppa di lega. Successi e numeri che gli valgono il premio di France Football come Miglior calciatore straniero e quello di Miglior giocatore in assoluto agli Oscar del calcio francese. Numeri che il giocatore ripete due anni più tardi con la maglia del Monaco. Nel principato sono 21 i gol messi a segno. Quanti bastano per essere nuovamente eletto da France Football Miglior straniero del campionato.

5. Roberto Di Matteo

Sbarca al Chelsea nel 1996 dopo tre ottime stagioni alla Lazio e diventa presto una bandiera del club londinese. Silenzioso e gran lavoratore vince da protagonista la Coppa delle Coppe del 1998 ma soprattutto regala due volte la Coppa di Inghilterra ai Blues segnando due gol decisivi nelle finali di Wembley del 1997 (contro il Middlesbrough con un gran gol quasi da centrocampo) e del 2000 (Aston Villa) che restituiscono nuovo lustro alla bacheca di Stamford Bridge che da tempo non vedeva trofei. Il vero capolavoro però lo compie da allenatore consegnando al Chelsea di Abramovich la Champions League vincendo la finalissima con il Bayern Monaco (all’Allianz Arena per altro) dopo aver eliminato in semifinale il Barcellona. Una vera e propria impresa nella quale avevano fallito i suoi predecessori tra i quali figurano Mourinho ed Ancelotti. Ecco perché Di Matteo oggi per i tifosi del Chelsea è una vera e propria leggenda!

PSG-MARSEILLE (2-1)

4. Lorenzo Amoruso

In Italia gioca con Bari e Fiorentina. Con i viola vince anche Coppa Italia e Supercoppa. Poi, nel 1997, sbarca anche lui in Scozia ed anche lui ai Rangers di Glasgow. L’impatto con la nuova realtà non è dei migliori. Si infortuna subito e poi quando rientra in campo sputa ad un avversario e si becca quattro turni di squalifica. Sembra una storia destinata a finire male. Invece, scontata la squalifica, ritorna in campo e con il suo atteggiamento fatto di sacrificio ed attaccamento alla causa si guadagna il rispetto di tutti: società, avversari e soprattutto quello del pubblico di Ibrox. Infatti, l’anno dopo lo fanno capitano. Un evento epocale perché Amoruso è il primo capitano cattolico nella storia del club che è da sempre espressione della parte protestante di Glasgow e della Scozia. Da capitano vince tre volte il campionato, tre volte la Coppa di Lega e quattro quella di Scozia. Viene eletto miglior giocatore della Scottish Premier League nel 2002 e si congeda dal club nel 2003 siglando il gol vittoria nella finalissima di Scottish Cup.

3. Luca Vialli

Arriva a parametro zero al Chelsea nella stagione 1996-97. Il suo impatto sulla Premier non è devastante ma vince subito la Coppa d’Inghilterra. Poi, nella stagione 1997-98, scrive una nuova pagina di storia del calcio europeo assumendo il ruolo di giocatore-allenatore del club subentrando in panchina a Gullit. In questa inedita doppia veste concede il bis in Coppa d’Inghilterra nella stagione 1998-99. Poi, sempre in veste di allenatore, conquista Coppa delle Coppe, Coppa di Lega, Charity Shield ed una Supercoppa Europea ai danni del Real Madrid. Cinque trofei in meno di tre anni che lo resero, all’epoca,  l’allenatore più vincente nella storia del club. Poi arrivò un certo Mourinho. Ma c’è sempre un pezzo di cuore dei tifosi dei Blues che batte per il nostro Gianluca Vialli.

2. Paolo Di Canio

La sua consacrazione al di fuori dei confini nazionali è legata alla sua esperienza al Celtic e soprattutto a quella immediatamente successiva con il West Ham. E’ infatti con il club londinese che Di Canio raggiunge la gloria. Non per i risultati conseguiti sul campo (niente di eccezionale) ma per la sua capacità di entrare nel cuore dei tifosi degli Hammers. La sua classe, caratteristica da sempre apprezzata in Inghilterra, e soprattutto quella maturazione caratteriale arrivata respirando l’aria del calcio d’Oltre Manica lo fanno presto diventare l’idolo di una tifoseria intera.  Il rispetto delle altre tifoserie della Premier lo guadagna il 18 dicembre 2000 durante la partita Everton-West Ham quando afferra con le mani un pallone che chiedeva solo di essere spinto in rete per consentire i soccorsi al portiere di casa Paul Gerrard infortunatosi al ginocchio. Goodison Park in delirio, premio Fair Play e lettera ufficiale di encomio della FIFA firmata da Joseph Blatter. I tifosi del West Ham lo hanno inserito nell’undici ideale di tutti i tempi. Chapeau!

1. Gianfranco Zola

Arriva al Chelsea nel 1996 per 12,5 miliardi di lire. La sua prima stagione con la maglia dei Blues si conclude con la vittoria della Coppa d’Inghilterra e con il premio come migliore giocatore del campionato. Poi, nel 1998, vince Coppa di Lega, Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. E’ proprio una sua rete a decidere la finalissima della Coppa delle Coppe contro lo Stoccarda: il giocatore entra al 70’ e dopo 20 secondi sigla il gol vittoria. Le sue 7 stagioni al Chelsea fruttano 59 reti in 229 presenze ed una serie innumerevoli di perle. Su tutte il gol di tacco al Norwich che è annoverato tra i più belli della storia del calcio. La sua classe cristallina e le giocate che riesce a tirare fuori nei momenti più impensabili del match gli valgono il soprannome di Magic Box. Per i tifosi del Chelsea è un idolo indiscusso tanto da essere stato eletto Miglior giocatore in assoluto della storia del club. Ma non è solo la sua tecnica ad ammaliare i tifosi dei Blues ed i sudditi tutti di Sua Maestà. Zola si contraddistingue anche per il suo carattere e la sua immagine positiva che vengono considerate un vero e proprio esempio dalla Regina Elisabetta II che nel 2004 decide di conferirgli la prestigiosa onorificenza di “Membro onorario dell’Impero britannico” per i suoi cinque anni nel calcio inglese e per la nobiltà di intenti dimostrata.