Tifosi sul campo da gioco dello Stade de France, Parigi, 13 novembre 2015. (FRANCK FIFE/AFP/Getty Images)

Euro 2016, il piano sicurezza non tiene. La Francia adesso ha paura

Inutile nasconderlo. La minaccia del terrorismo in vista di Euro 2016 fa veramente paura. A meno di tre settimane dall’inizio della competizione la Francia ha scoperto infatti di sentirsi impreparata di fronte alla minaccia di nuovi assalti terroristici. L’incapacità dimostrata lo scorso week end nel gestire l’ordine pubblico durante la finale di Coppa di Francia tra PSG e Olympique Marseille ha infatti gettato ombre sulle scelte e l’efficienza della macchina organizzativa che dovrebbe garantire la sicurezza di giocatori, addetti ai lavori e tifosi durante il mese di svolgimento della competizione continentale. Scontri fuori dallo stadio; razzi, fumogeni ed un principio di incendio sugli spalti. Qualcosa di inconcepibile quanto accaduto sabato nell’impianto parigino di Saint Denis considerato tra l’altro che l’occasione doveva servire da banco di prova in vista dell’Europeo. Come è possibile che sia successo? Chi garantisce che tutto fili liscio fino al 10 luglio giorno in cui proprio nella capitale francese si svolgerà la finalissima di Euro 2016? Queste sono le domande che in queste ore attanagliano la popolazione e l’opinione pubblica transalpina spiazzate per altro dall’ammissione pubblica di fallimento arrivata per bocca di Philippe Galli, prefetto della regione di Parigi: “Le pequisizioni non sono state effettuate come avrebbero dovuto essere. Il sistema ha ceduto su diversi punti, dovremo rimediare e tutto il dispositivo sarà ricalibrato”. In fretta si spera.

Perché quello di Francia non sarà un torneo all’insegna della festa come invece generalmente accade. La minaccia terroristica, che per altro ha fatto sentire pesantemente la sua mano proprio da queste parti sconvolgendo prima la Francia con gli attacchi di Parigi del 13 novembre e successivamente i cugini del Belgio con i recenti attentati di Bruxelles, incombe sulla manifestazione. A lungo si è disquisito circa l’eventualità di disputare alcuni match, almeno quelli ritenuti più sensibili, a porte chiuse. Ipotesi per altro categoricamente bocciata dall’UEFA che per ragioni di portafoglio e non certo per sensibilità preferisce accampare la scusa del Non diamogliela vinta. Ma il problema, la minaccia, non riguarda ovviamente solo gli stadi. Si tratta di un problema di sicurezza pubblica a 360 gradi. Si stima infatti che la manifestazione attirerà in Francia tra gli 8 ed i 10 milioni di persone molte delle quali graviteranno almeno nelle ore immediatamente precedenti e successive alla partita intorno alle cosiddette Fan Zone, ovvero mega punti di raduno per tifosi che trovano qui ristoro ed intrattenimento, allestiti nelle dieci città che ospiteranno la manifestazione. Un’idea quella delle Fan Zone che arriva proprio dalla UEFA e che ha l’obiettivo di evitare un flusso incondizionato e magari sconsiderato (incombe per altro la minaccia Hooligans) per le vie della città. Un’idea già testata con successo in altre occasioni. In altri tempi soprattutto. Un’idea che potrebbe trasformarsi in un potenziale boomerang oggi fornendo un obiettivo sensibile per chi vuole colpire. O peggio ancora, rappresentando un posto ideale dove i malintenzionati possono mischiarsi agevolmente con la folla che, nella sola Fan Zone di Parigi, si stima pari alle 10 mila unità in un giorno normale per estendersi fino alle 100 mila previste per il giorno della finalissima. Ma obiettivi sensibili sono anche i ritiri delle Nazionali qualificate. Insomma, un vero e proprio grattacapo che richiede un’adeguata macchina organizzativa per garantire la sicurezza.

Il budget stanziato in merito viene aggiornato di settimana in settimana. Ad esempio quello per mantenere in sicurezza le Fan Zone è stato raddoppiato passando dai 12 ai 24 milioni di euro. Ogni gara sarà sorvegliata da non meno di mille agenti e la sola UEFA ha messo in campo 10 mila agenti privati. Unità cinofile anti esplosivo verranno messe in servizio sia negli impianti che nelle aree pubbliche sensibile. La No fly zone è stata estesa anche ai droni perché si temono attacchi terroristici con la dispersione di sostanze nocive. Gli stadi saranno schermati e per accedervi sarà necessario superare almeno tre zone di pre-filtraggio e sottoporsi a perquisizioni con metal detector. Misura questa estesa anche alle Fan Zone ed in generale le aree pubbliche a servizio dell’evento che saranno per altro circondate da barriere di protezione alte due metri e mezzo. Questo in sintesi il piano di sicurezza testato lo scorso sabato in occasione della finale di Coppa di Francia. E dimostratosi purtroppo profondamente inadeguato.

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