Serie A, la quattordicesima giornata in cinque (s)punti

Come di consueto analizziamo la giornata di Serie A in cinque punti.

JUVENTUS NON TI RICONOSCO

I tre schiaffi rimediati a Marassi contro il Genoa sollevano più di un interrogativo in casa Juventus. Lo scorso anno i bianconeri avevano perso cinque match in tutto il campionato. Oggi siamo già a quota tre dopo appena quattordici giornate. I punti di vantaggio sulle inseguitrici fanno stare sereni quelli che si aggrappano all’aritmetica. Un po’ meno forse i tifosi juventini e soprattutto mister Allegri che alla vigilia della trasferta in Liguria aveva già redarguito i suoi. La Juventus gioca male. Contro ogni previsione spesso e volentieri subisce anziché dominare l’avversario. Higuain non si è integrato, Pjanic è spesso e volentieri un corpo estraneo. Ma soprattutto, chi sembra perdere colpi è la difesa, da sempre fiore all’occhiello dei bianconeri. L’età media del pacchetto arretrato inizia forse a pesare (si leggano in tal senso anche acciacchi e malanni) ed i ricambi non sembrano all’altezza. A tal proposito, sono i vari Pjanic, Hernanes, Rugani e via dicendo giocatori da Juventus? I fiori sbocciano in primavera, è vero. Ma come recita un vecchio slogan, prevenire è meglio che curare.

CERTO CHE LE INSEGUITRICI

Vero è che la Juventus ha la fortuna di potersi confrontare in ambito nazionale con concorrenti che abbaiano ma non mordono. Il Napoli, sprofondato a otto punti di distacco nonostante lo stop dei bianconeri, è sempre più vittima degli equivoci tattici di Sarri e dell’apatia del suo centravanti di scorta. Non contento forse di dover sopperire all’assenza di Milik con un Gabbiadini sempre più depresso non si capisce proprio perché Sarri si auto-infligga l’ulteriore pena di restare sempre fedele a se stesso. Nonostante l’evidenza, ovvio. Chissà se prima o poi vedremo Rog in campo. La Roma, nonostante la ritrovata verve di Dzeko (assurdo come un giocatore da un mese all’altro possa subire una tale metamorfosi) fatica anche quando le cose si mettono in discesa. I giallorossi con il Pescara hanno rischiato di buttare alle ortiche i tre punti ed il regalo pomeridiano della Juventus. Perché? Semplice, perché se in avanti le cose vanno che è una meraviglia dietro si balla terribilmente. Gli abruzzesi prima del match di domenica sera avevano segnato 8 gol in 13 partite. I numeri non sempre dicono tutto, ma a volte quanto meno corrono in aiuto. Milan, Lazio ed Atalanta sono belle realtà ma difficilmente potranno competere per lo scudetto. Certo che la lotta per la Champions invece è apertissima.

PAZZA INTER

Acciuffa il pari in un derby ben giocato all’ultimo minuto. Poi va sul campo degli sconosciuti del Beer Sheva e dopo aver dominato ed incantato nei primi 45′ di gioco si fa rimontare il doppio vantaggio nella ripresa e saluta anzitempo l’Europa League. Poi a San Siro arriva la Fiorentina e dopo 19′ il risultato è di 3-0. Poi 3-1, 3-2 ed infine, ma proprio alla fine, ci pensa il solito Icardi a sistemare le cose. Insomma, cambiano gli allenatori (tre tra precampionato e competizioni ufficiali) ma quella dell’Inter è sempre una continua corsa sulle montagne russe. Che per certi versi fa pure divertire. Basta non essere tifosi nerazzurri forse.

RIDATECI ZAMPARINI

Difficile capire cosa sia successo al patron del Palermo Maurizio Zamparini. Dopo sette sconfitte consecutive in Serie A, un record assoluto, De Zerbi è ancora lì al suo posto. Incredibilmente confermato. Fatto strano. Non solo perché Zamparini, noto per essere un mangia allenatori, sta smentendo la sua fama. Ma è strano perché probabilmente mai come in questa occasione il numero uno dei rosanero avrebbe tutte le ragioni del mondo per esonerare il tecnico. Il gioco latita, il carattere pure. Della condizione fisica (qui forse De Zerbi c’entra meno) non ne parliamo. La squadra vista in campo contro la Lazio è sembrata come imbabolata, svogliata ed a tratti persino disinteressata. Con l’unica eccezione della rivelazione Nestorovski. Per carità, ognuno è libero di fare le proprie considerazioni. Però intano il Palermo è stato ripreso anche dal Crotone.

QUANDO ICARDI FA PARLARE IL CAMPO

La cosa sta passando un po’ in sordina: ma che stagione è quella di Mauro Icardi? Proviamo a rispondere noi: quella della consacrazione. Come ha tenuto a ricordare la compagna del giocatore, Wanda Nara, nessuno ha fatto meglio dell’argentino nei principali cinque campionati europei. Il capitano dei nerazzurri totalizza ad oggi 16 tra gol ed assist. Un bottino di tutto rispetto per un giocatore che oltre ad essere giovanissimo ha un talento cristallino ed una capacità più unica che rara di risultare decisivo. La maturità magari arriverà invece col tempo.