Semifinale Coppa Italia Lazio-Milan: appunti sparsi

L’andata della Semifinale Coppa Italia Lazio-Milan si chiude 0-0. Tutto è così rimandato la match di ritorno di San Siro in programma il prossimo 24 aprile. Quello che ci resta dalla serata dell’Olimpico, alla quale eravamo presenti, è un copione abbastanza allineato a quello atteso alla vigilia.

Troppo ghiotta l’occasione per tentare veramente di farsi male sin da subito. Uscita la Juventus in un turno ad eliminazione diretta che ha visto salutare la competizione anche Napoli, Inter e Roma, ecco che la Semifinale Coppa Italia Lazio-Milan è stata un po’ un incontro tra squadre pronte al massimo a sparare a salve pur di non compromettere sin dai primi 90’ la possibilità di giocarsi la finalissima del 15 maggio. Un po’ quello che è lecito aspettarsi da Fiorentina-Atalanta in programma questa sera al Franchi.

Tornando alla semifinale Lazio-Milan, diciamo che ai punti avrebbe forse meritato qualcosina in più la Lazio. La squadra di Inzaghi, a parte una fase nella prima metà della prima frazione di gioco, ha sempre condotto le ostilità arrivando spesso alla conclusione dalla distanza senza però impensierire mai veramente Gigio Donnarumma. E’ comunque andata meglio al dirimpettaio Strakosha che è uscito dal match dell’Olimpico senza sporcarsi i guantoni.

In effetti se c’è una notizia nella notte dell’Olimpico questa è infatti la capacità della difesa abbastanza rimaneggiata della Lazio di annullare l’uomo più atteso del match: Piatek. Il polacco non ha praticamente avuto modo di toccare il pallone. Una novità per un giocatore che sin qui era stato l’uomo in più del Milan con 7 reti realizzate in 5 gare consecutive. Merito senza dubbio tra tutti di Francesco Acerbi, autore ancora una volta di una prestazione semplicemente sontuosa.

Ecco, forse rispetto alle attese la semifinale Coppa Italia Lazio-Milan ha registrato un’inversione di ruoli. La squadra di Gattuso, reduce da un periodo brillante in campionato con tre vittorie consecutive all’attivo, tutte con tre gol realizzati, è apparsa sottotono. Qualche passaggio a vuote è fisiologico e diciamo che per il Milan quello di ieri sera è stato abbastanza indolore sebbene non aver segnato all’Olimpico costringerà Romagnoli e compagni a trovare la perfezione nel ritorno di San Siro. Sicuramente ha influito la serata non particolarmente ispirata di Lucas Paquetá (imbarazzante quanto il brasiliano visto dal vivo somigli nel fisico e nelle movenze a Kaká) e Suso. I due non sono mai entrati veramente nel vivo del gioco e non sono dunque riusciti a produrre palloni giocabili per Piatek uno che, in genere, si muove poco per la squadra ma è letale negli ultimi sedici metri.

Il contrario (o quasi) di Ciro Immobile che ancora una volta fa un gran lavoro per i compagni ma poi non riesce più a concretizzare quando c’è da battere a rete. Il periodo di appannamento del bomber biancoceleste inizia a diventare allarmante; quanto meno perché non ci ha abituato ad un’astinenza dal gol così prolungata (l’ultimo gol di Immobile è datato 31 gennaio in occasione dei quarti di Coppa Italia con l’Inter).

Ma la Semifinale Coppa Italia Lazio-Milan regala a Simone Inzaghi qualche certezza. La prima è che la Lazio è ancora viva. Questo nonostante il fitto calendario di febbraio abbia lasciato in dote acciacchi, l’eliminazione dall’Europa League e qualche passo falso di troppo che ha allontanato momentaneamente i capitolini dal treno Champions. I biancocelesti stanno recuperando i pezzi poco alla volta e la gara di ieri sera ha fornito indicazioni confortanti circa la tenuta fisica e soprattutto mentale degli uomini di Inzaghi. Un ottimo viatico in vista del derby di domenica prossima che rappresenta probabilmente l’ultimo treno per continuare a coltivare sogni di gloria in campionato.

Per quanto riguarda i sogni di gloria in Coppa Italia di biancocelesti e rossoneri bisognerà attendere invece ancora due mesi. Il ritorno della semifinale Coppa Italia Milan-Lazio è infatti in programma, come detto, il prossimo 24 aprile. Chissà quante cose saranno cambiate nel frattempo. Restano questi i veri misteri del calendario di calcio italiano.