Salvate il soldato Stramaccioni

Sono giorni difficili quelli di Andrea Stramaccioni a Praga. L’allenatore italiano dello Sparta Praga, accolto in estate con grande entusiasmo dai tifosi del club, è ora inviso alla curva che nell’ultima uscita casalinga della squadra ha manifestato tutto il suo disappunto verso l’operato del tecnico ex Inter.

In effetti quelli di Stramaccioni sulla panchina dello Sparta non sono numeri esaltanti. Dopo appena 8 giornate di campionato, infatti, i punti di distacco dalla capolista, il Viktoria Plzen, sono già 10. Fin qui l’undici di Strama ha racimolato infatti quattro vittorie, due pareggi ed altrettante sconfitte. Ma a bruciare ancor di più sono la cocente eliminazione dai preliminari di Europa League per mano della Stella Rossa di Belgrado ed il 2-0 inflitto due domeniche fa dallo Slavia nel derby.

Per questo ieri, in occasione della vittoria contro il Teplice (3-0 il risultato finale alla Generali Arena), la curva dei tifosi dello Sparta ha deciso di manifestare il proprio disappunto disertando il settore e lasciando esposto, in bella vista, un solo striscione abbastanza eloquente scritto in un italiano impeccabile: Arrivederci Stramaccioni.

Una presa di posizione, quella dei tifosi dello Sparta, molto netta e che non sembra raccogliere l’accorato appello del tecnico italiano che non più tardi di una settimana fa chiedeva tempo: “E’ inutile cambiare dopo appena 7 partite”. Fortuna per Stramaccioni che, almeno per il momento, la dirigenza dello Sparta sembra pensarla come lui.

Del resto che l’impresa di rilanciare lo Sparta fosse ardua il tecnico lo sapeva bene. Stramaccioni è il primo allenatore non ceco nella storia del club ed è anche l’unico straniero in tutto il campionato in corso. La dirigenza del club di Praga lo ha ingaggiato per riportare allo scudetto una squadra che non vince il titolo da 3 anni, che nei 10 mesi precedenti all’ingaggio del tecnico romano aveva cambiato la bellezza di 4 allenatori e che per cercare di tornare competitiva ha deciso di rivoluzionare la rosa ingaggiando ben 11 giocatori. Tutti stranieri e chiamati a sostituire 13 cechi.

Ecco, scardinare certe tradizioni è rischioso. Specialmente se i risultati tardano ad arrivare.