Fosse accaduto in Italia probabilmente oggi non staremmo parlando d’altro. Ed invece in Repubblica Ceca evidentemente certe cose non fanno più notizia. Parliamo della protesta dei tifosi dello Sparta Praga che al termine del match perso dai propri beniamini (scusate l’eufemismo) sul campo del Viktoria Plzen (1-0 per i padroni di casa) hanno costretto i giocatori del club della capitale a togliersi le maglie e consegnarle alla curva che le ha poi esposte in segno di sdegno nel settore ospiti della Doosan Arena.
Un gesto da condannare senza appello che, tuttavia, non ha trovato risalto più di tanto (quasi per niente a voler essere onesti) nelle cronache locali del match. Ma da cosa deriva la protesta degli ultras dello Sparta Praga? Dal fatto di dover digerire un periodo di crisi che non sembra avere fine.
Lo Sparta è ormai da qualche anno ai margini della lotta per il titolo. L’ultima affermazione risale alla stagione 2013/2014. Da lì in poi però la 1.Liga è stata appannaggio del Viktoria Plzen (3 affermazioni) e degli odiati cugini dello Slavia che dopo un lungo periodo di appannamento sono tornati ormai ad essere un club competitivo in patria (due scudetti tra il 2016 ed il 2019) ed in Europa dove sono reduci dal pareggio di San Siro contro l’Inter in Champions League.
L’avvio di stagione dello Sparta Praga non sembra destinato a consentire agli uomini di Vaclav Jilek di invertire la rotta. In 11 partite stagionali di 1.Liga, infatti, Kozak (un passato nella Lazio) e compagni hanno totalizzato appena 14 punti con un ritardo già di 15 accumulato dalla capolista, lo Slavia per l’appunto. Che, per altro, appena una settimana prima si era tolta lo sfizio di regolare a domicilio lo Sparta per 3-0.
Anche da qui, dunque, nasce l’esasperazione dei tifosi culminata nel gesto estremo di ieri a Plzen. Una protesta, comunque, non casuale. I tifosi dello Sparta Praga, infatti, non contestano particolarmente il tecnico Jilek al quale viene in parte riconosciuto il merito di aver dato un senso ad una squadra che certo non brilla per individualità. Nel mirino piuttosto sono finiti proprio i giocatori rei, secondo la tifoseria più calda dello Sparta, di non essere all’altezza di un passato così glorioso come quello del club.
Ed a voler essere onesti anche a Plzen, così come già più volte accaduto in questo campionato, lo Sparta ha effettivamente pagato a caro prezzo l’ennesimo errore individuale (questa volta del ventiduenne Lischka) di una difesa che non sembra veramente avere trovato le misure per sostenere un attacco che comunque segna. La differenza reti della squadra di Jilek è infatti pari a zero per via di 18 reti subite a fronte di altrettante realizzate. Ma se quello dello Sparta è il quarto attacco della 1.Liga, la difesa è la quarta più perforata di tutto il campionato. Numeri che, nel complesso, non dovrebbero comunque impedire al club di Praga di accedere a fine campionato quanto meno ai playoff di Europa League. Dove, tuttavia, lo Sparta in questa stagione è stato eliminato ad agosto al terzo turno preliminare per mano dei turchi del Trabzonspor. Una crisi che, anche in questa singola stagione, ha origini ormai lontane.