Sebastian Giovinco

La crescita della MLS

Da quattro settimane circa è ricominciata la Major League Soccer, il campionato di calcio americano. Lontano dai riflettori europei e distante dalla tradizione del calcio giocato nel vecchio continente, la MLS è un campionato che sta crescendo a vista d’occhio per competitività e seguito, al punto da diventare, dati Forbes alla mano, il sesto campionato a livello mondiale con un’affluenza media di 21.600 persone. La precedono Bundesliga (42.000), Premier League (35.500), Liga spagnola (27.800), Liga messicana (27.000) e la Super League cinese (24.200). A completare la top-10 di questa classifica sono la 2.Bundesliga (21.200), la nostra Serie A (21.100), la Prima Divisione argentina (21.000) e la Ligue1 (19.700). Con un seguito iniziato a crescere concretamente con l’arrivo di giocatori di fama mondiale, seppur a fine carriera, la MLS ha visto crescere il proprio seguito anche a livello internazionale oltre che locale. In particolare gli arrivi di giocatori del calibro di Beckham e Henry prima, seguiti da Pirlo, David Villa, Kakà, Lampard e Gerrard poi, ma anche di un Giovinco che in Canada si è scoperto superstar, sono stati finora i colpi più importanti dal punto di vista tecnico e mediatico. Ma non ci sono solo loro. Facciamo un po’ di luce su chi e cosa tenere d’occhio durante questa nuova stagione di calcio d’oltreoceano.

Valori in campo

Sicuramente sono da tenere d’occhio i campioni in carica del Seattle Sounders, capitanati dal cubano Osvaldo Alonso ma guidati in campo da Clint Dempsey, hanno tutta l’intenzione di difendere il titolo conquistato l’anno scorso battendo contro ogni pronostico il Toronto di Giovinco. L’ex squadra di Oba Oba Martins ha la consapevolezza però che mai come quest’anno nella MLS l’asticella si sia alzata verso l’alto, non solo in termini di merchandising, ma anche e soprattutto di competitività. Loro ci sono, sapendo che ripetersi sarà difficile ma al contempo consapevoli della propria forza. Ma non sono certo gli unici pretendenti alla vittoria finale.

Con rinnovate ambizioni troviamo anche gli L.A. Galaxy. La squadra di Los Angeles, dopo aver vissuto anni da protagonista nel calcio americano, grazie anche a giocatori come David Beckham, Robbie Keane e Landon Donovan, si ritrova per la prima volta senza nessuno dei tre sopracitati in squadra. Addii ai quali si è aggiunto quello di Steven Gerrard, dopo una sola stagione di Soccer. Ma l’assenza di Donovan sarà quella più pesante, lasciando dietro di sé un vuoto di 187 gol in 470 partite da professionista, il miglior marcatore della MLS e della nazionale statunitense . Un vuoto importante, ma che il mister Curt Onalfo ha intenzione di provare a colmare con la partecipazione dell’estro di Giovani Dos Santos, il dinamismo di Jermaine Jones e l’esperienza di Ashley Cole. Basteranno?

Il New York City dello sceicco Mansour, il medesimo proprietario del Manchester City, quest’anno punta in alto. Mister Vieira conosce le sue garanzie: David Villa è lo spietato finalizzatore e Andrea Pirlo il sublime direttore d’orchestra. Maxi Moralez, vecchia conoscenza dell’Atalanta, Thomas McNamara e Alexander Ring, ex Kaiserlauntern, i principali gregari a centrocampo. La squadra dà l’impressione di essere già rodata, lasciando che le maggiori attenzioni e curiosità si focalizzino sull’intesa tra Pirlo e David Villa, capitano della squadra ed MVP della stagione scorsa. E se al tutto aggiungessimo anche la voglia, confessata, di Andrea Pirlo di iniziare a vincere anche negli Stati Uniti, in quel dello Yankee Stadium c’è da star sicuri: lo spettacolo non mancherà di certo.

C’è poi da attendersi la voglia di riscossa del Toronto. Giunto in finale di playoff nella stagione passata, poi conclusasi con il trionfo dei Seattle Sounders di Clint Dempsey, il Toronto è anche la prima squadra non americana ad essere entrata a far parte della MLS. Trascinati da un Giovinco in versione atomica, il Toronto ha fatto ha fatto sognare i suoi tifosi grazie anche al contributo di Micheal Bradley (vecchia conoscenza della Roma) e Jozy Altidore (attaccante ex AZ Alkmaar e Sunderland). Come per i campioni in carica di Seattle, anche per Toronto sarà difficile ripetere la grande stagione scorsa, ma i presupposti per fare bene ci sono tutti. Lo sa la squadra, lo sa mister Vanney e lo sa soprattutto Sebastian Giovinco. 

Dopo la prima stagione nella massima serie americana, in questa nuova stagione Orlando si affida di nuovo all’ormai fragile ma sempre limpido talento di Kakà, alla certezza Bryan Rochez, giocatori accanto ai quali si sono arrivati dei valori aggiunti. La difesa è stata rinforzata dall’ex Milwall Sean St. Ledger e da Seb Hines, in prestito dal Middlesbrough mentre a centrocampo Brak Shea, di ritorno negli States dopo due anni allo Stoke City, è l’uomo in più sulla fascia destra a centrocampo. Sempre a centrocampo c’è anche un altro ex rossonero, Antonio Nocerino, reduce tra l’altro da una stagione positiva. Con un’ossatura di tutto rispetto per la Major League Soccer, la squadra di Orlando sembra pronta a confermare, se non migliorare, quanto di buono visto nella stagione passata.

Il boom di Atlanta

L’ingresso di Atlanta e Minnesota in MLS è senza dubbio la vera grande novità di questa stagione. Quello della New York del sud in particolare è un progetto molto ambizioso. Il patron del club è Arthur Blank, già proprietario degli Atlanta Falcons, la squadra di Football americano acquistata nel 2002 e che recentemente è stata protagonista di uno dei più grandi “suicidi sportivi” della storia gettando alle ortiche a gennaio un Super Bowl praticamente vinto. Il pragmatismo di Blank, noto costruttore americano, è stato fondamentale per consentire ad un club fondato nel 2014 di maturare una credibilità ed un seguito tali da consentirgli a stretto giro di posta di guadagnarsi un posto nell’olimpo del calcio a stelle e strisce. Il progetto è partito da una semplicissima economia di scala: la costruzione di un impianto in grado di essere fungibile tanto per l’Atlanta United FC che per i Falcons garantendo di fatto all’impianto un’operatività complessiva di circa 33 settimane più eventualmente i play-off. Poi è stato ingaggiato un vecchio marpione della panchina come El Tata Martino al quale è stato affidato il compito di plasmare una rosa giovane ma ricca di talento composta prevalentemente da under 24. Un disegno che potrebbe dare i suoi frutti nel medio termine ma, le sorprese in MLS non mancano (vedi Seattle), magari anche nel breve. Ed un progetto che comunque vada ha già di sicuro trovato il favore del pubblico. Il sud degli Stati Uniti ed un grande agglomerato come Atlanta (oltre 5 milioni di abitanti) a quanto pare sembra soffrissero della mancanza di grande calcio. Basti pensare che all’esordio casalingo contro i New York Red Bulls erano presenti al Bobby Dodd Stadium ben 55.297 spettatori per un sold out storico. In quel fine settimana, quello del 3-5 marzo, sono Borussia Dortmund, Barcellona, Chelsea e Manchester United sono riusciti a fare meglio.

MLS futura

Dopo l’ingresso di Atlanta United e Minnesota FC in questa stagione, l’obiettivo futuro della MLS è espandere il numero delle partecipanti a 28 squadre dalle attuali 22. Entro il 2019 verranno integrate anche Los Angeles FC e Miami mentre le altre città in lizza per aggiudicarsi un posto nella futura MLS sono St. Louis, Detroit, Sacramento e San Antonio. Cerchiamo di capire il perché delle loro candidature.

Quello tra St. Louis e il calcio è un legame iniziato nel 1907, quando in città si svolgeva il primo torneo di calcio professionistico. Dopo aver fallito nel tentativo di entrare nella MLS nel 2008, a scapito dei Philadelphia Union, ora in città sembra essersi creata la giusta coesione tra uomini di sport e dirigenti legati al club con l’obiettivo di dialogare con la Lega, potenziali investitori ed i politici locali. Questa coesione comprende il presidente dei Blues and Cardinals, i presidenti della St. Louis Sports Commission e il proprietario del St. Louis FC. E se al tutto si aggiunge il progetto di un nuovo stadio, si capisce come nel Missouri non abbiano per niente voglia di scherzare.

La candidatura di Detroit rispecchia l’ambizione del Soccer nel voler competere a livello mondiale con i maggiori campionati. La Motor City infatti svolge un ruolo cruciale nello sport americano e c’è consapevolezza del bacino d’utenza che avrebbe una squadra di MLS nella città più popolosa dell’Illinois, tanto che il presidente della Major League Soccer Don Garber l’ha definito il più grande mercato da avvicinare alla Lega. E anche in questo caso c’è una collaborazione di fondo: Dan Gilbert e Tom Gores, proprietari rispettivamente di Cleveland Cavaliers di Detroit Pistons, stanno lavorando per presentare un’offerta alla squadra di calcio di Detroit.

Quella di Sacramento sembra al momento la situazione più vicina a concretizzarsi. Gli accordi tra club e Lega ci sono come quelli tra club e città. Anche qui il progetto stadio, da 25.000 posti, è fondamentale. La sua realizzazione è prevista entro il 2019, ed è un passaggio essenziale per l’ammissione ufficiale del club nella MLS, che pare essere cosa praticamente fatta.

 San Antonio è un’altra delle grandi città candidate a far parte della MLS allargata del prossimo futuro. Con il disfacimento degli Scorpions e con la conseguente vendita del Toyota Field, l’ipotesi più probabile è quella che vedrebbe gli Spurs del basket, la miglior franchigia NBA, inserirsi anche nel mercato e negli affari calcistici. Gli Spurs hanno in gestione lo stadio ed il relativo leasing, hanno assunto quale amministratore l’ex Orlando City Tim Holt e hanno lanciato una squadra nella United Soccer League. Con una penale di 5 milioni di dollari da pagare alla città e alla contea se nei prossimi 10 anni non si riuscisse a portare alla città texana un club di MLS, il gruppo di investimento che si sta occupando di San Antonio si ritrova però a dover affrontare un problema non di poco conto: il Toyota Field è uno stadio molto al di fuori del centro cittadino, il che lo renderebbe, almeno sulla carta, poco appetibile per una lega in crescita esponenziale come la Major League Soccer.

Negli States insomma attualmente c’è una programmazione pari se non superiore a quella principali campionati europei. E c’è la seria intenzione di continuare a far crescere il movimento calcistico americano che negli ultimi anni già ha fatto passi da gigante. Tutto sommato, tra campioni importati, società organizzate e progetti competitivi, questa MLS sta diventando sempre più un campionato da seguire. Fuso orario permettendo.