I migliori “Classe 1999” secondo il The Guardian (III parte)

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei migliori classe ’99 secondo The Guardian. Dopo le prime due puntate (leggi qui il primo articolo e leggi qui il secondo articolo) ecco il terzo capitolo.

COSTA D’AVORIO

Gaoussuou Nillmar Sow – Sulle orme di Gervinho, Kalou e i fratelli Tourè, nel mese di Maggio è passato all’ASEC Mimosas, squadra ivoriana caratterizzata da uno dei più noti settori giovanili al mondo. Alto, robusto, con movente che ne fanno una prima punta moderna a tutti gli effetti. Ha già giocato due sfide di Champions League africana contro due big del calcio locale come il Wydad Casablanca e l’Al Ahly, non sfigurando assolutamente.

GIAPPONE

Shunta Nakamura – Soprannominato “Il piccolo Ronaldo” Nakamura già ha fatto parlare di se nella terra del Sol Levante: 23 gol al Campionato under 12 giapponese nel 2011 (record di reti battuto dopo 31 anni). Molto piccolo di statura (1 metro e 70 di altezza), combina il suo baricentro basso con una certa forza nelle gambe, che lo rende implacabile sottorete. Potenziale stella di Tokio 2020.

MALI

Sekou Koita- Il calcio Maliano è certamente una delle realtà africane più in crescita negli ultimi anni, e Koita è certamente uno degli elementi più in rilevanza: classico numero 10, estroso con la palla al piede, ha vinto il campionato Under 17 con gli “Ainglonnets” e aver partecipato alla Coppa del Mondo under 17, nonostante sia sotto età, si prepara a sbarcare nel calcio che conta. Assieme a lui sono da menzionare anche Sidiki Maiga, Abdoul Karim Danté e Mamadou Sangare, sondati da alcuni club italiani.

MESSICO

Paolo Medina-Venuto in Spagna col padre a 3 anni, è entrato nelle giovanili del Real Madrid a 10 anni, arrivando in breve tempo nella squadra B. Lo scorso anno la chiamata dalla nazionale Messicana under 16, con saltuarie presenze nell’under 18, al netto degli impegni col club. Classico terzino destro sudamericano, è già sotto il mirino di Zidane.

Edwin Lara-Un po’ come Santiago Nuñez, cresce negli Stati Uniti (nato in California) in una famiglia di origine Messicana, riuscendo a vestire la maglia del suo paese d’origine soltanto nel 2014. Forte tecnicamente, ha le caratteristiche dei terzini moderni. Dopo il mondiale under 17, è stato chiamato nella nazionale under 20. È questione di settimane il suo esordio col Pachuca.

MONTENEGRO

Lazar Carevic- Già titolare nel massimo campionato Montenegrino con la maglia del Grbalj, nel 2015 ha sostenuto degli allenamenti con la prima squadra del Bayern Monaco, su invito personale di Pep Guardiola stesso. Abbina una struttura fisica possente ad una certa tecnica coi piedi, oltre che a un’ottima reattività. Facile capire perché ai tempi Guardiola pensava potesse essere l’erede di Neuer. Non è escluso che non possa pensarci per il Manchester City.

NIGERIA

Kingsley Michael- Racconta il padre, che il calcio non era il suo primo obiettivo: la divisa e l’arma il suo sogno, ma una volta entrato nel College Football di Abuja, è diventato un centrocampista difensivo, alla Makélélé per intenderci. Dopo 5 apparizioni nella Coppa del Mondo under 17 del 2015, è entrato nel mirino di Chelsea e West Ham. Da militare a calciatore, sognando Kanu ed Emenike.

PARAGUAY

Marcelino Namandù-Trequartista, dimostra di avere una grande personalità e sta disputando il suo secondo torneo da professionista col Rubio Ñú. A 16 anni ha preso parte alla Coppa del Mondo under 17, giocando due partite e segnando una rete alla Nuova Zelanda. Un predestinato.

OLANDA

Matthijs de Ligt-Sotto contratto con l’Ajax, debutta in Coppa d’Olanda nel 2016  e segna una rete al Willem II, diventando il secondo più giovane di sempre ad andare a segno, preceduto soltanto da un certo Clarence Seedorf. Forte fisicamente e molto abile nei colpi di testa, abbina la sua intelligenza tattica a ottime doti di leadership, riuscendo a guidare il pacchetto difensivo nonostante non sia velocissimo. Pete Bosz, allenatore della prima squadra dei lancieri, continua a tenerlo in considerazione.

Tahit Chong- Un capello alla Gullit non può che essere di buon auspicio per un giocatore olandese. Esplosivo, ben dotato tecnicamente ed intelligente a leggere le trame di gioco, è stato strappato al Feyenoord dal Manchester United, non senza suscitare alcune polemiche. La giovane ala ha respinto le accuse, dicendo di sentirsi pienamente parte del progetto United. Con Josè Mourinho che lo tiene sotto osservazione.

POLONIA

Kamil Grabara-Tristi per l’addio al calcio di Chilavert? ci pensa Grabara, che calcia punizioni fin dai suoi inizi nel Wawel Wirek, Cresciuto nel Ruch Cohorzow fino allo scorso gennaio, quando è arrivata la chiamata del Liverpool. Oltre 2 metri di altezza, è la prima scelta per la Polonia under 19. Non ci metterà molto ad essere chiamato dalla nazionale maggiore.

PORTOGALLO

Josè Gomez- Originario della Guinea-Bissau, si è trasferito a Lisbona a 13 anni firmando col Benfica dopo un periodo allo Sporting Lisbona. Con oltre 20 gol di media a stagione, ha risposto alla chiamata dell’under 17 portoghese. Grande istinto sotto porta con una discreta tecnica e velocità, potrebbe diventare il centravanti che in Portogallo non hanno più trovato dai tempi di Pauleta. Debuttando contro l’Arouca lo scorso settembre, è diventato il terzo più giovane di sempre a vestire la maglia del Benfica.

Domingos Quina- Figlio d’arte (Papà Samuel fu difensore centrale nel Benfica fra il 1983 e il 1993). Anch’egli nato in Guinea-Bissau, si è trasferito in Portogallo all’età di 8 anni al Benfica, prima di passare al Chelsea nel 2012. La scorsa estate il passaggio al West Ham, dopo aver disputato gli europei under 17. Centrocampista non molto sviluppato fisicamente, ha grande velocità nei piedi e ottime doti di impostazione del gioco.

Diogo Dalot-Già nel giro dell’Under 17 lusitana, è il più promettente dei giocatori provenienti dalle giovanili del Porto. Terzino destro moderno, lodevole sia in fase di spinta che d’interdizione. Dopo il debutto nell’under 19 portoghese, la scorsa stagione è stato chiamato da Julen Lotepegui per allenarsi con regolarità nella prima squadra dei Dragoni, continuando tutt’ora ad esser un elemento della rosa.

REPUBBLICA CECA

Christian Frydek- Una famiglia importante la Frydek: papà Martin fu medaglia d’argento ad Euro 96, Martin Jr è titolare inamovibile nello Sparta Praga (un infortunio non gli ha permesso di giocare la fase finale di Francia 2016) e adesso Christian, di 7 anni più giovane del fratello, inizia a dare spettacolo nelle giovani dello stesso Sparta: classico playmaker di centrocampo, abbina ottime doti di impostazione ad un’intelligenza calcistica fuori dal normale. Recentemente ha iniziato saltuariamente ad allenarsi in prima squadra, sotto l’ala protettiva di un certo Tomas Rosicky. Una volta che l’ex Arsenal appenderà gli scarpini al chiodo, non è detto che in casa non ci sia già il suo erede.