Et voilà le Charleroi

La Jupiler League di quest’anno, iniziata da 7 giornate, si prospetta come il campionato delle sorprese. Tra le solite note indicate come papabili per la vittoria finale, Genk, Gent, Anderlecht e Brugge, il piccolo Charleroi non veniva annoverato; o comunque non veniva considerato in grado di competere con lo strapotere tecnico ed economico delle rivali più blasonate. Il calcio, bello proprio per questo, ci sta regalando invece l’ennesima favola dei tempi recenti.

La squadra, che prende il nome dall’omonima cittadina belga di circa 200mila abitanti così conosciuta poiché nel ‘600 gli spagnoli vi costruirono una fortezza chiamata Charles roi (Re Carlos) in onore del proprio Re, non è mai riuscita ad aggiudicarsi un trofeo; né in patria né tantomeno in ambito europeo. Ma nella sua storia ha sempre veleggiato in posizioni tranquille.

L’allenatore, Felice Mazzu, è di chiara origine italiana. ll papà, negli anni 50, emigrò infatti in Belgio per lavorare in miniera. Mazzu, allena i bianconeri dello Charleroi dal 2013 con risultati pregevoli. Per ben due anni è riuscito a portare la squadra in Europa League, competizione in cui il club non è comunque mai riuscito ad andare oltre il terzo turno preliminare.

Quest’anno però il vento sembra essere cambiato. Grazie al gioco spumeggiante della squadra ed alla vena realizzativa di Pollet e Rezaei, coppia di attacco ben assortita, la squadra di Mazzu si è trovata addirittura a guardare tutti dall’alto fino alla scorsa gara, giornata in cui il pareggio di Seck del Waasland-Beveren, arrivato al 92esimo, ha consentito al Club Brugge di scavalcare i bianconeri che dunque sono ora al secondo posto in classifica.

La formazione di Mazzu fa della tattica la propria arma migliore. Capace di difendersi con ordine e di ripartire con velocità, il Charleroi è una squadra che sembra avulsa dal contesto classico del calcio belga, in cui le giocate estemporanee e le capacità tecniche dei migliori giocatori hanno sempre fatto la differenza.

Chissà che la ventata di innovazione portata da Mazzu non possa consentire ad un campionato in costante crescita di avvicinarsi finalmente al livello del resto dell’Europa. Sicuramente per lo spettacolo è una novità piacevole che mette un po’ di imprevedibilità ad una stagione che non sarà una passeggiata di saluto per le solite note.

Lo Charleroi, sicuramente, sarà in grado di dare fastidio e dire la sua fino al termine della Jupiler League. Nel segno di Felice Mazzu. L’italiano venuto ad insegnare la tattica ai belgi.