Caro Rabiot, ha ragione Deschamps

Adrien Rabiot

La Francia, non solo quella appassionata di pallone, è decisamente scossa dall’affaire Rabiot. Il centrocampista del PSG, escluso dalla lista dei 23 convocati per Russia 2018 dal commissario tecnico Deschamps, era stato comunque inserito nella lista delle cosiddette riserve, quei giocatori che potrebbero subentrare in caso di infortunio od esclusione di uno dei prescelti.

Il fatto è che Adrien Rabiot non ha preso bene la cosa chiedendo ufficialmente alla Federazione transalpina di essere cancellato dalla lista dei giocatori in stand-by. Una richiesta che è stata immediatamente accettata perché incassata come vilipendio alla ragion di stato.

Dalla decisione di Rabiot è infatti scaturita una polemica non è rimasta circoscritta all’ambiente calcistico ma ne ha travalicato decisamente i confini tanto da costringere il portavoce del Governo, Benjamin Griveaux, ha rilasciare una dichiarazione ufficiale sull’accaduto:

 

“Penso che quando si ha l’onore di essere chiamati ad indossare la maglia della nazionale

e a difendere i colori del proprio paese,

si risponda presente.

Qualunque sia la richiesta”

 

Rabiot è stato scaricato da Deschamps che oltre a Pogba e Matuidi ha deciso di puntare per la mediana sul centrocampista del Siviglia N’Zonzi. Una decisione giustificata dal tecnico francese in maniera tanto lapidaria quanto cristallina:

 

“Le prestazioni di Adrien in Nazionale

non sono mai state all’altezza

del suo rendimento nel PSG”

 

Ed andando a spulciare il rendimento di Rabiot tra club e nazionale, bisogna ammettere che Didier Deschamps ha probabilmente ragione.

La stagione di Rabiot con il PSG è stata degna di nota. L’apporto del giovane 23enne nella squadra di Emery è stato costantemente di buon livello anche se accompagnato da appena 5 gol, uno per competizione, in 49 uscite stagionali tra Ligue 1, Champions League e coppe e supercoppe nazionali.

Snocciolando qualche statistica, Rabiot è stato impiegato complessivamente per 3.645 minuti sui 5.130 giocati dal PSG in stagione, ovvero il 71% del tempo. Approfondendo ulteriormente, eliminando dal computo totale le 8 partite che non lo hanno visto in campo per ragioni di turnover (in sette occasioni non è stato neanche convocato e solo una volta è rimasto in panchina per tutti e 90 i minuti), sui 4.410 concessigli da Emery Rabito è rimasto sul terreno di gioco l’83% del tempo a disposizione. Limitando poi l’analisi alla sola Champions League, la vera ossessione del PSG, le statistiche dicono che in 720 minuti complessivamente giocati dai francesi in Europa, 678 hanno visto Rabiot protagonista sul terreno di gioco; il 94% del tempo a disposizione. Le uniche sostituzioni sono arrivate al 62’ del match di Glasgow con il Celtic ed la 76’ di quello con i belgi dell’Anderlecht entrambi vinti dal PSG per 5-0.

 

Ora, qual è la sintesi di tutto ciò? Che Adrien Rabiot è un titolare inamovibile e dunque punto di riferimento del centrocampo del PSG. Ruolo che non riesce però ad assurgere in Nazionale.

La storia di Adrien Rabiot con i Blues è abbastanza recente, complice anche la giovane età del giocatore. La prima convocazione risale al 3 novembre del 2016 quando Rabiot, all’epoca 21 anni, viene chiamato per il match contro la Svezia valido per le qualificazioni a Russia 2018 e la successiva amichevole con la Costa d’Avorio dove arriva anche l’esordio ufficiale.

Un esordio non certo memorabile ma comunque sufficiente se è vero che France Football gli diede un bel 6 (di incoraggiamento) in pagella con questa motivazione: “In continuo movimento, si è messo a disposizione con una qualità tecnica superiore alla media”.

E’ stato però quello l’unico acuto di Rabiot in Nazionale considerato che le successive cinque apparizioni sono state piuttosto deludenti. Il 28 marzo 2017 nel match contro la Spagna di Iniesta, il centrocampista del PSG viene preferito dall’inizio a Matuidi. Una scelta che Deschamps rinnega dopo appena 45’ di gioco. La motivazione? Ce la da France Football che valutò quella prestazione da 3 in pagella:

 

“Meno tranchant che nel club,

si è limitato a fare su e giù

nella sua porzione di campo”

 

Non molto meglio la successiva prestazione in Bulgaria dove Rabiot entra al 34’ per rilevare l’infortunato Kanté e collezionare l’ennesima prestazione deludente la cui colpa, stando alle dichiarazioni rilasciate dal giocatore a fine incontro, sarebbe stata da ricondurre al freddo gelido ed alla conseguente paura di infortunarsi. Non proprio una dichiarazione da professionista.

L’ultima apparizione con la maglia della Francia risale allo scorso 27 marzo, nel 3-1 rifilato dai Blues alla Russia. Una prestazione, neanche a dirlo, deludente costata a Rabiot l’ennesimo 3 in pagella da parte di France Football.

Insomma, siamo davanti ad un giocatore un po’ Dr Jekyll ed un po’ Mr Hyde che però, data la gestione dell’esclusione da Russia 2018, ha sicuramente ancora molta strada da fare per potersi definire maturo. Come ha voluto ricordargli Didier Deschamps, uno che qualcosa in carriera ha vinto, nelle ore immediatamente successive alla clamorosa decisione di dire no al ruolo di riserva in Nazionale:

 

“Rabiot ha commesso un grosso errore, si è escluso da solo.

Posso capire l’immensa delusione, ma da lì a prendere una posizione del genere…

Si è autoescluso, spero che decisioni come questa gli permettano di maturare.

Sono convinto che abbia commesso un errore enorme

ma a questi livelli non c’è posto per gli umori,

bisogna essere professionisti in ogni circostanza”

 

Che dire. Chapeau!