Non è l’ora dei giudizi

A volerla dire tutta, sarebbe forse potuta andare peggio. La Juventus torna sconfitta dalla trasferta spagnola in casa dell’Atletico Madrid. Un 2-0 quello rifilato dalla squadra di Simeone che rende la strada verso i quarti di finale incredibilmente in salita ma che tuttavia non sa ancora di sentenza definitiva.

Una serata da dimenticare per una Juventus apparsa decisamente frastornata dall’onda d’urto dell’acustica del Wanda Metropolitano e dalla furia agonistica dei Colchoneros. Probabilmente la differenza principale tra Atletico e Juventus sta proprio nella diversa verve riversata sul terreno di gioco dai protagonisti in campo.

Mentre l’undici del Cholo Simeone (che caduta di stile quell’esultanza sguaiata) aggrediva ed innervosiva l’avversario, la Juventus pensava di potersela cavare mantenendo un ritmo più italiano. Quel ritmo che ha consentito ai bianconeri di Allegri di fare il vuoto in Serie A ma che male si addice al palcoscenico della Champions League. Specialmente se l’avversario di turno è l’Atletico Madrid, quello che per caratteristiche era probabilmente il peggiore che potesse offrire l’urna in questa fase della competizione.

A tradire le attese non sono stati infatti i Colchoneros che anzi hanno affrontato il match esattamente come ci si aspettava. A deludere semmai è stata una Juventus mai in grado di impensierire realmente Oblak se non nei due soli episodi che hanno visto i bianconeri provare la conclusione a rete: la punizione di Cristiano Ronaldo in avvio di gara ed il tiro di Bernardeschi sul finale del match. In mezzo tanta confusione e l’incapacità di trovare il grimaldello per scardinare la resistenza di una squadra, l’Atletico Madrid, che fa della difesa e del pressing i suoi punti forti affidando per il resto le sue fortune alle spizzate di Diego Costa ed ai lampi di genio di Griezmann.

Se l’Atletico affronterà il ritorno dello Juventus Stadium con non più di due gol di vantaggio è solo perché Diego Costa si è divorato un gol praticamente fatto in avvio di ripresa e Szczesny ha tirato fuori dal cilindro il colpo di reni necessario a deviare sulla traversa il pallonetto di Griezmann poco più tardi. Due occasioni arrivate su imbucate centrali che hanno trovato impreparati Bonucci e Chiellini: una novità assoluta rispetto a quanto ci ha abituato la Juventus.

Un fatto però a sua volta indicativo della scarsa tenuta del centrocampo bianconero dove se a Pjanic si può riconoscere almeno l’attenuante della febbre, per le prestazioni di Matuidi e Bentancur non ci sono invece scusanti. Ma sarebbe riduttivo addossare le colpe all’uno od all’altro giocatore. A mancare in realtà è stata tutta la Juventus senza eccezione alcuna. Neanche Cristiano Ronaldo, arrivato a certe latitudini proprio per risolvere partite del genere.

Allegri è chiamato ora a trovare una soluzione ad un periodo di appannamento generale che i risultati in campionato hanno probabilmente mascherato. In ottica Champions molto appare compromesso; ma ancora nulla è perduto. Tra tre settimane allo Stadium ci saranno 90’ (almeno) per cercare di ribaltare la situazione e tentare di proseguire la corsa che porta alla finale del primo giugno. Per i giudizi definitivi, dunque, è necessario attendere ancora una ventina di giorni.