L’ambizioso progetto della LFP

Mentre la Lega Serie A, commissariata, pensa a come spezzettare la stagione 2017/2019 per strizzare l’occhio al mercato orientale ed incrementare gli incassi da diritti televisivi, c’è una lega, quella francese, che presenta un piano programmatico che, nel prossimo quinquennio, mira a creare awareness e redditività senza legarsi esclusivamente alla tv. L’exploit delle squadre transalpine in Champions (Monaco) ed Europa League (Lione) oltre ad una nuova infornata di giovani talenti (Mbappé su tutti) che permette di sognare in grande in ottica Nazionale, ha dato nuovo vigore alle ambizioni della Lega Calcio Francese (LFP) che punta ora nel giro di un lustro a rendere il prodotto appetibile ed in grado di generare 2,2 miliardi di introiti. Considerato che il target di fatturato non prende in considerazione il valore dei trasferimenti ed un eventuale incremento dei diritti televisivi nazionali, è evidente che si sta parlando di un piano di un certo rilievo.

Il programma, come riportato dall’edizione odierna di Calcio & Finanza, si articola in 40 misure di intervento che abbracciano 5 macro-aree di azione: la promozione della formazione francese; la promozione del calcio transalpino all’estero; l’incremento del fatturato derivante da stadi e merchandising; sviluppo delle relazioni di sponsorship a livello nazionale ed internazionale; lo sviluppo di una ambiziosa strategia di branding finalizzata per l’appunto all’awarness.

Il progetto prevede per altro la creazione di alcuni ruoli che avranno la funzionalità di facilitatori nei rapporti con i mercati esteri e con gli investitori potenziali. Non solo, verranno rivoluzionate anche la Coppa di Lega e la Ligue 2 che sulla falsariga della nostra Serie B introdurrà, probabilmente a partire già dalla prossima stagione, il meccanismo dei playoff. Interessante notare come non vi sia un accenno diretto ai contratti tv.

Un motivo probabilmente c’è. La LFP ha infatti venduto nel 2014 i diritti televisivi di Ligue 1 e Ligue 2 per il periodo 2016-2020 per un importo pari a 748,5 milioni a stagione di cui 726,5 milioni per la massima serie ed i restanti 22 per la seconda divisione. Si tratta, se comparato con il valore del medesimo pacchetto per il quadriennio 2012-2016, di un miglioramento considerato che si partiva da una base di 607 milioni di euro a stagione. Restano però numeri secondari se comparati con quelli di altri campionati. Quello transalpino del resto viene considerato il quinto campionato del Vecchio continente dopo Premier, Liga, Serie A e Bundesliga. Normale dunque che l’incremento di fatturato debba gioco forza passare anche per altre iniziative.

Come ad esempio, questa è notizia recente, il legame con un title sponsor che è stato individuato in Castorama che verserà 10 milioni l’anno a partire dalla stagione 2017/2018 fino a quella 2019/2020. Un’operazione in controtendenza rispetto a quella della Premier League che invece rinunciato alla partnership con Barclays proprio per valorizzare al massimo il brand in giro per il mondo, ma comunque in linea con quella di altri campionati come quello italiano, dove il title sponsor è TIM, e quello spagnolo sponsorizzato dalla banca BBVA.

Il progetto di crescita pensato dalla LFP è da seguire con curiosità perché il balzo atteso è veramente importante e si parte da una situazione abbastanza statica e fondata prevalentemente sull’apporto del PSG. Alcuni numeri per chiarire il concetto. La Ligue 1 (mancano i dati della Ligue 2) ha chiuso la stagione 2015/2016 con un fatturato di 1,8 miliardi di euro (dati DNCG, la direzione di controllo gestione della LFP). Si tratta di una crescita rispetto all’esercizio precedente pari al +16% circa (da 1,611 miliardi del 2014/2015 a 1,811 della scorsa stagione). Ma vivisezionando i numeri ci si rende conto che la crescita è stata trainata da un sostanziale raddoppio dai proventi derivanti dalla vendita di giocatori che sono passati da 193 a 381 milioni. Non si tratta, dunque, di una crescita strutturale ma di un effetto straordinario (un incremento delle transazioni). Motivo per cui la LFP non considera tale voce nel suo progetto quinquennale. Non solo, tra la stagione 2014/2015 e quella 2015/2016 sono rimaste stabili le altre voci di ricavo ovvero da diritti tv, 325 milioni (da 307) per i ricavi commerciali, 164 (da 165) per i ricavi da biglietteria e 341 milioni (da 318) per gli altri ricavi. A far la parte del leone è il PSG che da solo produce il 36% dei ricavi operativi ovvero al netto delle transazioni di mercato. Insomma, dati i presupposti, qualora dovesse riuscire nel suo intento il modello LFP potrebbe diventare l’esempio da seguire.