Serie A, il Pagellone di fine stagione

Un anno archiviato, poteva mancare il super-pagellone stagionale? Assolutamente no, quindi per l’ultima volta nell’annata 2014/2015 via ai voti!!

Voto 10 che ovviamente non può che andare alla Juventus. Ci sono stati più momenti in cui qualcuno ha messo in dubbio l’ennesimo trionfo bianconero: in estate per molti la favorita era la Roma, complice anche quel cambio nella panchina bianconera che non sembrava promettere nulla di buono. Gradualmente, però, Allegri ha fatto ricredere tutti: ha sofferto lo scontro diretto con la Roma, poi dopo la partita dello Juventus Stadium (non priva di polemiche) ha messo la quinta. Dominando ancora il campionato e approfittando della scarsa concorrenza, ormai evaporata. Peccato per la ciliegina sulla torta mancata, quel Triplete impossibile ma per cui è stato bello sognare.

Voto 9 a Maurizio Sarri, che salva un’Empoli dato praticamente da tutti come già retrocesso ad agosto e miracolosamente salvo senza nemmeno troppi patemi. Un reparto arretrato coeso e solido, che ha visto in Rugani il suo gioiellino, ma ha potuto contare su un Sepe discretamente affidabile, su Tonelli bomber su calcio piazzato, la freschezza di Barba e gli esterni Hysaj e Mario Rui. In mezzo il leader Valdifiori su tutti. Davanti una pletora di trequartisti promettenti, un vecchio volpone come Maccarone e l’impressione che con una punta vera e più scattante si poteva andare anche più in alto. Chapeau, in bocca al lupo al mister alle pendici del Vesuvio. Statt’ senza pensier’.

Voto 8 alla Lazio e a Felipe Anderson, che si sono presi la Champions con un carattere strepitoso. Tra tutti citiamo il brasiliano perché è indubbio che la sua scoperta abbia dato quella spinta in più per rigenerare la squadra e far sognare l’ambiente. Ma dietro c’è il superbo lavoro di Pioli, giocatori di qualità come Candreva, Parolo, Mauri, il senatore Klose. E una difesa guidata magistralmente dall’olandese Stefan de Vrij, motivo per cui i biancocelesti non potranno mai ringraziare i romanisti per quel giorno che gli fregarono sotto il naso Astori, con contorno di sberleffi. Bene anche le scoperte Gentiletti (sfortunato) e il giovane Cataldi su cui si potrà puntare in futuro.

Voto 7 alle due formazioni di Genoa. La Samp ci ha fatto divertire con l’istrionico Ferrero e il gioco a 200 all’ora della banda Mihaljovic, prima che la condizione fisiche cominciasse a scemare. Il Genoa dello scienziato pazzo Gasperini si è rivelato come al solito una squadra estremamente divertente, grazie a giocatori che danno del tu al pallone come Perotti, Iago Falque, anche il nostro italiano Bertolacci, sempre sottovalutato.

Voto 6 alla Roma che porta a casa il secondo posto, la vittoria nel derby e una stagione tribolata. Ma servirà di più, perché quel grido “Vinceremo lo scudetto” detto prima da Garcia al termine della prima sfida con la Juve, poi dai tifosi dopo la disfatta col Bayern, ha segnato delle aspettative. E la società si deve muovere di conseguenza, le carte in tavola non vanno cambiate. La stagione è stata da minimo sindacale, chi deve pagare paghi.

Voto 5 a Rafa Benitez che si consola e se ne frega altamente ora che è nella “sua” Madrid. Ma intanto il progetto partenopeo s’è scontrato con una mancata qualificazione alla Champions e una clamorosa eliminazione in Europa League. E ora, anche solo per necessità, salterà qualche giocatore di livello, senza che Sarri (che avrà necessità di essere un minimo aziendalista, agli inizi) possa fiatare.

Voto 4 all’Inter e un po’ a Mancini, perché cambiano proprietà, allenatori e giocatori, ma la delusione resta. Iniziato l’anno con una dimensione italico-provinciale, con l’arrivo di Mancini cambia tutto e questa squadra deve cominciare a pensare da big, con respiro anche internazionale. E l’Inter che ha chiuso il campionato non è sembrata nulla di tutto questo.

Voto 3 a Filippo Inzaghi. Oh, come esordio di peggio non si poteva fare. Avrà tempo di riciclarsi, un po’ come ha fatto il collega Ferrara. Ecco, Ferrara non è proprio l’esempio giusto perché non è esattamente sulla cresta dell’onda. Ma chissà il futuro di Pippo cosa prevede.

Voto 2 a Cagliari e Cesena, per motivi diversi costretti alle lacrime di una retrocessione. Più al veleno quelle sarde, per una stagione gestita in maniera scellerata e un personale che non è riuscito a salvarsi ma sul mercato potrebbe far gola a molti. Sul Cesena poco da dire, qui siamo al “Mangiare in un McDonald’s con un centesimo in tasca”, roba che al confronto i ristoranti da 100 euro di Conte sono un’inezia.

Voto 1 alla querelle Parma, perché non accada mai più. Perché il calcio merita  di meglio, in un Paese che già di suo perfetto non è vedere la realtà di un mondo in crisi anche quando si parla di Serie A è veramente troppo. Il calcio è gioco, svago, volontà di astrarsi da una soffocante realtà per godersi uno spettacolo. Conti, tribunali, banche e aste fallimentari stiano il più lontano possibile dal pallone.