La rinascita del Panathinaikos passa per i giovani

Panathinaikos
Fonte: pagina Facebook PAO

Esordio contro lo Skoda Xanthi il 26 agosto, vittoria in trasferta di misura (0-1) grazie a un gol del 20enne trequartista Giannis Bouzoukis. Esordio casalingo all’Apostolos Nikolaidis, contro il PAS Lamia, e convincente 3-1: Bouzoukis ancora a segno, accompagnato dal 17enne Dimitrios Emmanouilidis e da un rigore di Dimitrios Kourbelis, il capitano della squadra, a soli 24 anni. Infine, a completare il tris, l’1-3 nell’arena del Larissa: doppietta del terzino destro svedese Matthias Johansson, 26 anni, e sigillo finale dal dischetto di Anastasios Chatzigiovannis, 21 anni. Ho volutamente sottolineato la precocità anagrafica del Panathinaikos perché i biancoverdi di Atene puntano – e non potrebbe esser altrimenti – sulle nuove leve per ritornare ai fasti di un passato unico ed irripetibile. Nella capitale ellenica c’è chiaramente un orgoglioso fervore che anima le battaglie del club più antico della città, quello voluto il 3 febbraio 1908 da Giorgos Kalafatis e che dunque a inizio anno ha festeggiato i 110 anni.

Nella sua storia recente, il Panathinaikos non ha un gran rapporto con le partenze in campionato: lo scorso anno e due anni fa i punti furono sei nelle prime tre gare. Tre, quattro, cinque e sei anni fa fu addirittura fatto peggio: 4 punti nelle prime tre. Vedere oggi i Tριφυλλι a punteggio pieno riporta l’orologio indietro di nove anni. Era l’alba della Super League 2009-2010, quella che avrebbe sancito il dominio del Panathinaikos di Djibril Cissé e Hank Ten Cate: vittoria in campionato, con 70 punti e gli odiati concittadini dell’Olympiakos a -6, e double completato con trionfo in Kypello Ellados al cospetto dell’Aris Salonicco. Tempi che oggi sono irripetibili per ovvie congiunzioni economiche. Cionostante, quella rosa capace di vincere 9 delle prime 10 partite in Super League è ricordata come l’ultima grande versione vincente del club biancoverde, l’ultima prima di un periodo di mediocrità che ha toccato il suo apice nella scorsa stagione. In teoria lo scorso anno il Panathinaikos sarebbe finito settimo, a pari punti (40) col Panionios in virtù di 10 vittorie e altrettanti pareggi. Il problema è che, a causa delle gravi inadempienze economiche, sono arrivati 11 punti di penalizzazione e dunque per un soffio la squadra biancoverde ha evitato la retrocessione. Alla fine, quart’ultimo posto con 29 lunghezze, tante quanto quelle dell’Apollon Smyrnis salvatosi per il rotto della cuffia.

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Fonte: www.sport24.gr

 

Crisi e penalizzazioni del Panathinaikos

Dicevo, oggi il Panathinaikos ha ottenuto nove punti su altrettanti disponibili. Il problema, però, è che per via degli stessi problemi economici – e di una penalizzazione di sei punti comminata dall’EPO (la Federcalcio ellenica) che si va ad aggiungere al fardello sganciato dall’Uefa – il club che per 20 volte è stato campione di Grecia salvo lasciare negli ultimi tempi lo scettro all’Olympiakos è stato costretto a importanti limitazioni. In primis non potrà partecipare per tre anni alle coppe europee, per colpa della situazione debitoria che andava saldata entro il 1 marzo 2018 e che invece ha tardato un bel po’, facendo pure pensare a un possibile fallimento con tanto di ripartenza dai dilettanti e cessione del marchio (un po’ quanto accadde al Parma nel 2015). Le multe non si contano neppure più, i 200mila euro iniziali sono cresciuti a sproposito e la stessa valutazione del club non convinceva la Federcalcio: i debiti non sarebbero stati di 34,7 milioni, come sostenuto dal PAO, bensì avrebbero toccato quasi i 50. Tra l’altro, in Grecia vige la norma secondo la quale sei punti di penalizzazione siano da scontarsi con la retrocessione: sorte a cui il Panathinaikos è scampato, convertendo parzialmente lo sconto di pena con un immobilismo in sede di calciomercato. E la bancarotta è a un passo.

Così la rosa dei biancoverdi, che già lo scorso anno aveva salutato gli ultimi pezzi pregiati (Marcus Berg, Lucas Villafañez, Rodrigo Moledo, Panagiotis Vlachodimos, Sebastián Leto e capitan Zeca, volato a Copenhagen), è stata ulteriormente smantellata: il Benfica ha pagato 2,43 milioni il portiere Odisseas Vlachodimos, fratello minore di Panagiotis, così pure Guillermo Molins, Robin Lod e Luciano Neves hanno abbandonato il vascello prossimo al naufragio. Come se non bastasse Marinos Ouzounidis, il tecnico che lo scorso anno traghettò come poté una rosa ferita visceralmente, ha accettato senza troppe remore la corte dell’AEK campione di Grecia dopo l’addio ai gialloneri di Manolo Jiménez. Senza tecnico e senza giocatori, il Panathinaikos è ripartito come ha potuto: il nuovo tecnico è Giorgos Donis, il nuovo presidente ufficialmente risponde al nome di Pairoj Piempongsant, imprenditore thailandese che gestisce fondi e sembrerebbe affiancato da Dimitrios Giannakopoulos, che opera nel campo farmaceutico.

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Fonte: AGONA Sport

L’unica strada: attingere dalle giovanili

Per quanto riguarda la rosa, però, v’era il problema di fondo: di fatto l’Uefa aveva impedito al Panathinaikos di acquistare giocatori, e visto che in molti avevano lasciato il club l’unica soluzione per evitare ulteriori sanzioni è stata la promozione di giovani dall’academy biancoverde. Ecco perché oggi quello di Giorgos Donis è l’organico più giovane del campionato, con un’età media di 23,2 anni ponderata su 33 elementi, tra i quali figura pure Federico Macheda, colpo dell’ultimo giorno di calciomercato in quanto svincolato. In questo modo certamente il Panathinaikos ha fatto fruttare le sue giovanili, in particolare l’Under 20 che da due anni a questa parte si classifica puntualmente al secondo posto. In estate sono dunque è stato infarcito il parco giocatori, che vantava già esordienti degli anni passati: nel 2016 c’erano i vari Xenopoulos, Triantafyllopoulos, Chatzigiovannis e Bouzoukis, nel 2017 Apostolakis, Emmanouilidis, Theocharis, Kountouriotis e Shehu, in estate 2018 Christogeorgos. Così, sono solo dieci gli Over 25 totali e sono principalmente condensati sotto la metà campo: il portiere Sokratis Dioudis (25), i difensori Dimitrios Kolovetsios (26) e Vangelis Ikonomou (31), Matthias Johansson (26), Ousmane Coulibaly (29) ed Emanuel Insúa (27). A completare il lotto due attaccanti, l’ex Bologna e Atalanta Anthony Mounier (30) e Federico Macheda (27).

L’attaccante italiano, eterna promessa nonché ex pupillo di Alex Ferguson ai tempi del Manchester United, arriva in Grecia per tentare l’ultimo rilancio nel calcio che conta. La sua situazione è una miniatura di quello che vive il Panathinaikos, una storia importante ma lontanissima cronologicamente. Acqua passata, così il Pana oggi non riesce più a competere per il titolo in Grecia e allo stesso tempo Macheda ha fallito l’accesso nel grande calcio. Chissà che non possa trovarsi bene qui, insieme ai giovani terribili lanciati dell’Under 20 ateniese. Una premessa a parte merita la storia, infarcita di prodotti del Panathinaikos che, usciti dall’academy dei Πράσινοι, hanno avuto fortuna: i portieri Kostas Chalkias, Alexandros Tsorvas, Stefanos Kapino, i difensori Giannis Goumas, Giannis Zaradoukas, Georgios Alexopoulos, Sotiris Kyrgiakos e Spyros Risvanis, i centrocampisti Giorgos Karagounis, Angelos Basinas, Sotiris Ninis, e l’attaccante Lampros Choutos. Chi saranno i prossimi?

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Fonte: pagina Facebook PAO

 

I giovani più promettenti del Panathinaikos

Dietro al titolare Dioudis oggi c’è Sokratis Kotsaris, portiere titolare dell’Under 21 greca che si sta comportando benissimo alle qualificazioni per l’Europeo di categoria in Italia e San Marino: la nazionale ellenica è prima nel girone, davanti a Croazia e Repubblica Ceca, proprio grazie a una buona rappresentanza del Panathinaikos. Detto di Kotsaris, un ’96 dietro al quale scalpita già il classe 2000 Nikolaos Christogeorgos, gli altri rappresentanti dei biancoverdi in Under 21 sono tre: i due centrocampisti Giannis Bouzoukis e Paschalis Staikos, rispettivamente ’98 e 96′, quest’ultimo coetaneo dell’attaccante Nikolaos Vergos. Ciascuno di loro ha una storia carina alle spalle: Bouzoukis è probabilmente il talento più luminescente uscito dalle giovanili del Panathinaikos, e non solo perché ha saputo calarsi alla perfezione nel 3-4-2-1 di Donis ma pure perché è il primo millennial ad aver segnato in Souper Ligka Ellada.

Paschalis Staikos è cresciuto a Drama, terra che ha regalato all’Olympiakos difensori (Dimitris Siovas) e mezzepunte (Giannis Fetfatzidis): al Panathinaikos ha dato in dote un mediano, con una gran visione di gioco, capace di rubare il posto all’albanese Ergys Kaçe. Infine Nikolaos Vergos, detto Nikos, che a 13 anni fu acquistato dall’Olympiakos intenzionato a farne il nuovo Mitroglou. Non andò proprio così, Vergos passò per un periodo al Real Madrid, fece un anno in prestito all’Elche, poi sembrò incapace di compiere il grande salto tanto da dover rifugiarsi in Ungheria, al Budapesti Vasas. Svincolato, il Panathinaikos l’ha acquistato perché free agent, ma soprattutto per vantarsene davanti ai rivali del Pireo, mostrando come non sia finito. Come tutto il Pana, del resto, quello che oggi senza penalizzazioni sarebbe a punteggio pieno con l’Olympiakos.