Le 10 coppie gol degli anni 90

Se esistesse la macchina del tempo, probabilmente tanti calciofili farebbero carte false per poter “tornare negli anni 90” come direbbero i Paps’n’Skar: gli anni delle Notti Magiche, di Diana Ross che colpisce “Maldestramente” un pallone gigante durante l’inaugurazione di USA 94 o di Blanc che bacia la testa di Barthez come portafortuna. Certamente il periodo più fortunato per il nostro calcio (per 8 anni di fila almeno un’italiana andò in finale di Champions League, tralasciando 3 Coppe delle Coppe e 6 Coppe Uefa portate a casa) che, anche grazie alla sentenza Bosman, ha potuto vedere talenti provenienti da ogni parte del mondo. Il periodo migliore nella storia del calcio? Forse, ma nessuno può sentenziarlo definitivamente. Intanto vi presentiamo 10 coppie gol italiane (e non) che ci/vi hanno fatto sognare durante l’ultimo decennio del ventesimo secondo.

SCHILLACI-BAGGIO

Un torneo a disposizione per due ragazzi che hanno fatto sognare milioni di italiani durante il mondiale nostrano del 1990: il primo nativo di Palermo e reduce da una prolifica stagione alla Juventus (21 reti in 50 partite), il secondo vicentino con 19 reti in 46 partite in maglia viola. Nelle prime due partite contro Austria e Stati Uniti l’allenatore Azeglio Vicini ha altre prerogative: il Divin Codino in panchina e il siciliano subentrato due volte, con gol all’esordio contro l’Austria dopo 4 minuti dall’ingresso in campo. Dalla terza partita con la Cecoslovacchia nascerà la coppia (una rete per entrambi nel 2-0 finale, con Baggio che dribbla 4 avversari) che porterà l’Italia fino al terzo posto con 8 gol totali (6 dello juventino e 2 del fiorentino). Due elementi completamente diversi per caratteristiche tecniche, che si seppero integrare alla perfezione. Singolare fu l’episodio in occasione della finale 3-4 posto, quando Baggio lasciò tirare il rigore decisivo al compagno per fargli vincere la classifica marcatori: una magra consolazione per un torneo chiuso amaramente. Entrambi si ritroveranno alla Juventus nella stagione seguente, ma il siciliano non riuscirà più a ripetersi e dopo due anni verrà ceduto all’Inter. Baggio invece continuerà con l’escalation che lo porterà al pallone d’oro del 1993 e alla finale del Mondiale 1994 persa ai calci di rigore.

VIALLI-MANCINI

Detti “I gemelli del gol”, fecero la storia della Sampdoria di Mantovani fra gli anni 80 e 90 portandola ai vertici del calcio mondiale. Nella formazione di Boskov il terminale offensivo era affidato al cremonese Vialli, approdato a genova nel 1984, e allo Jesino Mancini, giunto nel 1982. Assieme siglarono 231 gol, che valsero ai blucerchiati lo scudetto del 1990-1991, le Coppe Italia 1984-85, 1987-88 e 1988-89 , la Supercoppa italiana 1991, la Coppa delle Coppe 1989-90 (finale persa l’anno prima) e la celeberrima finale di Coppa Campioni del 1992 a Wembley persa contro il Barcellona di Johann Cruyff. I gemelli arriveranno pure il nazionale ad Euro 88 e Italia 90, senza però riuscire a incidere in nessuna delle due competizioni. Al termine del 1992 Vialli verrà ceduto alla Juventus, dove riuscirà a vincere nel 1996 la Champions League nella finale di Roma contro l’Ajax, mentre Mancini resterà sotto la Lanterna fino al 1997 per poi approdare alla Lazio di Eriksson, dove contribuirà ai successi della compagine biancoceleste a fine secolo. Ma ancora oggi il ricordo dei gemelli del gol che portarono la Genova blucerchiata sul vertice d’Europa è più nitido che mai.

vialli-mancini

AGUILERA-SKUHRAVY

Durante l’era blucerchiata, anche l’altra sponda di Genova sotto la presidenza Spinelli ha avuto le proprie soddisfazioni. Merito della coppia d’attacco formata dall’Uruguayano Carlos Aguilera, giunto a Genova nel 1989, e dal Ceco Tomas Skuhravy, scoperto dai liguri durante il mondiale italico che la Cecoslovacchia concluse ai quarti di finale. 15 gol a testa nella stagione 1990-1991, con Osvaldo Bagnoli che trascinò i grifoni ad un incredibile quarto posto togliendosi anche la soddisfazione di non perdere mai contro i cugini blucerchiati che sarebbero diventati campioni d’italia quell’anno. Nella stagione seguente maggiori soddisfazioni arriveranno dalla Coppa UEFA, in cui il grifone si arrenderà soltanto in semifinale contro l’Ajax. Aguilera segnerà 8 reti in Europa, mentre il ceco ne siglerà 3. Nella memoria genoana è certamente scolpita la vittoria contro il Liverpool ad Anfield (2-3), la prima italiana a riuscire in un’impresa simile. In campionato 21 reti assieme, che portarono il Genoa soltanto al 14° posto. A fine stagione l’uruguayo verrà ceduto al Torino, mentre Skuhravy resterà fino al 96.

COLE-YORKE

Senza ombra di dubbio, il Manchester United del Guru Alex Ferguson ha certamente avuto un ruolo di punta nella storia del calcio. Durante gli anni novanta una serie di campioni fra cui Giggs, Beckham, Cantona, Poborsky, Schmeichel, Sheringham, Roy Keane o i fratelli Gary e Paul Neville hanno riscritto le sorti del calcio inglese portando i Red Devils ai livelli degli anni sessanta, quando ad Old Trafford scorrazzava un nordirlandese col numero 7 chiamato George Best. Li chiamavano i “Calypso Boys” perché entrambi di origine caraibica (Cole nativo di Nottingham da immigrati, Yorke invece di Trinidad e Tobago), la coppia nasce nel 1998 a seguito del trasferimento di Yorke dall’Aston Villa (Cole era a Manchester già dal 1995). Fra lo scetticismo generale Ferguson riuscirà a farli convivere alla perfezione con Cole più avanzato e Yorke che si muoveva alle sue spalle. 140 gol fra il 98 e il 2001 (record ancora imbattuto) che valsero allo United 3 Premier League, 1 FA Cup, 1 Champions League (finale nel 1999 contro il Bayern Monaco, ndr) e 1 Coppa Intercontinentale. Simboli di un calcio inglese allora sempre più multietnico.

RAUL-MORIENTES

Dopo diversi anni di anonimato, il Real Madrid riesce a riprendersi la scena e a fine secolo costruisce una formazione vincente che farà nascere il soprannome di “Galacticos”. E la coppia d’attacco fra il 1997 e 2003 è formata da due ragazzi spagnoli, uno madrileno e l’altro dell’Estremadura: stiamo parlando ovviamente del tandem Raul-Morientes. 265 reti che valsero 2 Campionati spagnoli (2000,2003), 3 Supercoppe, 3 Champions League (98,99,2002), 2 Intercontinentali e 1 Supercoppa Europea. Con l’Arrivo di Ronaldo nel 2002, Morientes sarà sempre più messo da parte e verrà ceduto in prestito al Monaco, “vendicandosi” della trattativa nei quarti di finale di Champions segnando alle Merengues sia nella gara d’andata che in quella di ritorno. In nazionale parteciparono al fallimentare mondiale del 1998 e faranno reparto in Giappone e Corea nel 2002, uscendo immeritatamente ai quarti di finale contro quest’ultimi ai calci di rigore.

romario-bebeto

ROMARIO-BEBETO

Come per Baggio e Schillaci, un’altra coppia nata per caso durante un mondiale, che fece sognare un intero paese e riuscì effettivamente a portare a casa la Coppa più prestigiosa nella finale di Pasadena contro l’Italia di Arrigo Sacchi. Nemici in Liga (uno al Barcellona e Valencia, l’altro al Deportivo e al Siviglia) che attraverso l’esultanza della culla nasce un sodalizio fra il Carioca e il Soteropolitano che li porterà a siglare rispettivamente 5 e 3 reti oltre ad uno dei 3 rigori contro gli azzurri nella finalissima (l’errore di Baggio non consentì a Bebeto di calciare l’ultimo penalty). Forse non la Seleçao più forte, ma certamente una delle più amate, anche grazie alla spensieratezza dei propri interpreti, caratterialmente diversissimi da elementi che il Brasile può trovare in questi giorni. Dopo la rassegna iridata ci furono altre possibilità di vederli assieme (2002 al Vasco da Gama), ma il tempo probabilmente aveva già deciso che non era più tempo per loro. Molto recentemente si sono ritrovati entrambi candidati in politica.

ASPRILLA-ZOLA

I successi del Parma di Callisto Tanzi passarono anche per i piedi di questi due attaccanti: Faustino Asprilla, acquistato dai Colombiani dell’Atletico Nacional nel 1992, e Gianfranco Zola, prelevato dal Napoli nel 1993. Oltre 80 reti siglate assieme nell’arco di 3 stagioni con Nevio Scala in panchina che portarono i ducali a vincere 1 Supercoppa Europea nel 1993 e una Coppa Uefa (Asprilla da solo aveva già vinto la Coppa delle Coppe 92-93 e in seguito vincerà la Uefa 98-99, l’ultima vinta da una squadra italiana). L’istrionico colombiano, resosi famoso anche per alcuni episodi extracalcistici, farà parte di quella meravigliosa generazione dei Cafeteros che prenderà parte al mondiale del 1994 e 1998, non riuscendo però a incedere. Zola successivamente andrà al Chelsea dove continuerà a segnare a grappoli e prenderà parte all’europeo oltremanica del 1996. Certamente gran parte del blasone che ebbe il Parma a livello europeo è dovuto all’apporto di questi due campioni.

SALINAS-STOICKOV

L’uno basco, l’altro bulgaro: è il Barcellona dei primi anni 90, con Joyann Cruyff in panchina. Julio Salinas e Hristo Stoickov rappresentavano allora forse il miglior tandem d’attacco mai visto in Catalogna. 135 reti nell’arco di quattro stagioni (1990-1994) portarono a casa 4 campionati, 2 supercoppe, la prima Coppa dei Campioni blaugrana già menzionata nelle righe precedenti e una Supercoppa Europea. Risultati che porteranno il bulgaro a vincere il Pallone d’oro del 1994, ad un clamoroso quarto posto al Mondiale statunitense e all’esser acquistato dal Parma, deludendo però le attese e ritornando a Barcellona dopo appena una stagione. Il basco non riuscirà a replicarsi e inizierà un lento declino. Con l’addio di Cruyff nel 1996 si chiuderà il ciclo, ancora oggi ritenuto addirittura più importante di quello di Guardiola. L’unico rammarico per il compianto olandese è il non esser mai riuscito a portare a Barcellona due giovani talenti dell’epoca ancora sconosciuti: Ryan Giggs e Zinedine Zidane.

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HENRY-TREZEGUET

Rispetto alle altre, è una coppia che assieme ha giocato relativamente poco: Titì arriva nel Principato nel 1994, mentre Trezegol lo raggiungerà la stagione dopo iniziando con la seconda squadra, per esser poi integrato all’inizio del 1997. 50 gol fra il 97 e il 99 (Henry verrà veduto a gennaio di quell’anno alla Juventus) che portarono soltanto una Supercoppa (nel 1996-1997 l’attaccante era Anderson), ma lanceranno nell’elitè del calcio mondiale entrambi, portandoli anche a partecipare al Mondiale iridato del 1998 in cui entrambi giocano 6 partite con 3 reti per Henry e 1 per Trezeguet e all’Europeo del 2000 (rispettivamente 5 e 3 partite con 3 e 2 reti). In futuro entrambi passeranno per la Juventus (Henry deludendo mentre Trezeguet diventandone il miglior marcatore straniero) e resteranno per un altro decennio punti di riferimento per la nazionale transalpina.

RONALDO-ZAMORANO

La coppia che ha fatto sognare migliaia di interisti: 78 reti fra il 97 e il 2001 (Ronaldo saltò metà 99-00 e tutta la stagione 2000-2001) che però portarono all’Inter soltanto la Coppa UEFA del 1998 contro la Lazio (3-0 con entrambi a segno) nella cornice del Parco dei Principi di Parigi. I troppi acquisti errati negli altri reparti e la poca continuità costarono caro a questo splendido duo che avrebbe potuto vincere molto di più. In nazionale Zamorano faceva reparto con Salas,  formando durante il mondiale del 1998 una coppia altrettanto valida, mentre Ronaldo successivamente riuscì a vincere altri trofei con la maglia del Real Madrid, oltre che con la Seleçao e ben due palloni d’oro (1997 e 2002).