L’editoriale: Serie A, Juve e Roma a braccetto. Ma occhio alle milanesi!

Le due solite note e una sorpresa viaggiano a braccetto dopo due giornate di Serie A, a Napoli la piazza s’agita, mentre l’Inter dopo lo stentato avvio di stagione rialza la testa pronta a dire la sua. La seconda giornata di A, la prima dopo la sosta, ha riservato parecchi spunti e qualche partita ai limiti della follia.

Come dicevamo, Juventus e Roma continuano ad andare a braccetto: 6 punti, uno 0-1 in trasferta, un 2-0 in casa e persino una sequenza di reti uguali (un attaccante, un centrocampista, una rete con deviazione decisiva del portiere avversario). Ai punti ha forse convinto di più la Juventus,soprattutto rispetto a una Roma che a Empoli ha giocato una gara sparagnina contro una squadra organizzata ma inferiore. Tuttavia la sfida tra le due big è ancora lunga e soprattutto qui contano solo i tre punti, non come arrivano.

La vera sorpresa però è il Milan dato che, pur con qualche problema in difesa, Inzaghi sembra aver messo su una macchina offensiva tremendamente efficiente, rivalorizzando Honda ed esaltando Menez da falso nueve. Di pregevole fattura il secondo gol del francese, anche se non va scordato il regalo di Ristovski che gli ha praticamente steso un tappeto rosso con un retropassaggio folle. Come quello di De Sciglio su cui Diego Lopez ha perso faccia e, pare, almeno due settimane di partite per il problema alla coscia. La prossima giornata Milan-Juventus per gli uomini d’Inzaghi, sull’onda dell’entusiasmo. Ma bisognerà vedere quanto dura e anche se, recuperati gli infortuni, “Superpippo” rimarrà fedele a questa strutturazione. In futuro torneranno Torres ed El Sharaawy e c’è Bonaventura, buon giocatore con la testa del campione, che non sembra intenzionato a perdere il posto: forse fin troppa abbondanza.

Chi si fa rivedere dietro le grandi è l’Inter, che coi 7 gol rifilati al Sassuolo nel sequel calcistico di ”Ricomincio da capo” trova la prima vittoria stagionale. L’imbarazzante retroguardia di Di Francesco e il gomito di “Psycho” Berardi c’hanno messo del suo, ma la squadra di Mazzarri è l’unica con Roma e Juve che non ha ancora subito gol e può sorridere per le prestazioni d’Icardi e quelle, un po’ meno prevedibili, di un Osvaldo che sembra pienamente inserito nel sistema. Fateci caso, con l’oriundo gli spazi per gli inserimenti da dietro dei centrocampisti (specie Kovacic) sembrano magicamente diventare più ampi e la pericolosità offensiva nerazzurra aumenta a dismisura.

Se Milano sorride, Napoli piange: il solito Chievo, bestia nera dei partenopei, ha fatto piombare la squadra e Benitez in crisi già a metà settembre. Higuain e soci hanno avuto molta sfortuna e trovato una giornata di grazia di Bardi (portiere dall’enorme potenziale ma ancora molto discontinuo), però è anche vero che la fortuna gira e che a Genova i tre punti sono arrivati sostanzialmente quando non ci si credeva più. L’impressione e il più grande motivo di preoccupazione è quello che ogni affermazione offensiva del Napoli in questa stagione sia arrivato da pura improvvisazione: un gol in mischia al 95° a Genova, ma non solo, tornando indietro nel tempo anche contro l’Athletic in Champions gli unici lampi di luce sono stati giocate dei singoli. E a far piangere, dietro, sono sempre errori dei singoli. L’impressione, insomma, è che il sistema Benitez in questo momento sia ampiamente allo sbando e in mano all’imprevedibilità del caso o della giocata per salvare le partite: un po’ poco per ambire a un trofeo, sul lungo termine.

Più indietro in classifica, si può stilare una prima lista delle deluse: lo è di sicuro la Fiorentina, che fatica a segnare e sembra aver disperatamente bisogno di un realizzatore, sperando sempre si svegli Mario Gomez; lo è il Torino, che senza Cerci e Immobile ha perso gol e soprattutto la loro capacità di esaltare le qualità di chi avevano attorno; se lo aspettavano, ma in parte lo sono anche Cagliari e Palermo, che forse hanno raccolto meno di quanto meritassero in entrambe le partite giocate. Poi ci sono loro, i fanalini di coda a quota zero: uno, previsto, è l’Empoli, squadra allenata divinamente da Sarri ma con seri problemi di mancanza di talento in rosa; l’altro è il Parma, deludente, penalizzato dalle assenze e forse pure un po’ nervoso, sensazione insolita per l’ambiente. Che siano gli emiliani, specie dopo i veleni dell’esclusione dall’Europa League, una possibile sorpresa in zona retrocessione? Ancora troppo presto per dirlo. Intanto, grazie anche a loro per averci regalato la sfida contro il Milan, una delle più grandi esibizioni di follia e no-sense della storia recente del calcio italiano.