Che fine ha fatto: Amantino Mancini

Il 9 novembre del 2003 sblocca il derby della capitale con uno strepitoso goal di tacco. Qualche anno più tardi ( marzo 2007), negli Ottavi di finale di Champions League, con una serie di finte ubriaca il difensore del Lione, Réveillére, e realizza la rete che porta la sua Roma sul 2-0, regalando la soddisfazione del passaggio ai quarti di finale della competizione. Stiamo parlando ovviamente di Amantino Mancini, esterno offensivo dotato di grande tecnica e rapidità. Ma che fine ha fatto l’ex giocatore di Roma, Inter e Milan? Prima di scoprirlo, ripercorriamo brevemente la sua carriera.

Amantino Mancini esordisce a soli 17 con la squadra della sua città, l’Atletico Mineiro. Con la squadra di Belo Horizonte gioca per quattro anni, intervallati da brevissime parentesi con il Portuguesa e Sao Caetano. Nei pochi anni che rimane in Brasile conquista due campionati statali e, nonostante il ruolo di terzino, mette a segno 15 reti in 60 partite, attirando l’attenzione di Franco Baldini, ex Ds della Roma, che lo acquista e lo gira in prestito al Venezia, in Serie B. In Veneto, però, il giocatore non riesce ad imporsi a causa del non idilliaco rapporto con l’allenatore Gianfranco Bellotto che lo accusa di inutili leziosismi e di non sapersi adattare al calcio italiano.

L’anno dopo fa così ritorno nella capitale, conquista subito la fiducia di Fabio Capello, che ne fa un punto fermo della squadra capitolina. Nella sua prima stagione con la maglia giallorossa mette a segno 8 reti in 33 presenze e soprattutto realizza un gran goal di tacco contro la Lazio, che gli è valso il soprannome “il tacco di Dio”. Quando Capello passa alla Juventus prova a portarselo dietro, ma il neoallenatore giallorosso, Luciano Spalletti, pone il veto e fa di Mancini un perno della squadra. A Roma rimane fino al 2008, conquista una coppa Italia e realizza ben 59 goal in 222 presenze totali.

Le buone prestazioni gli valgono la chiamata di José Mourinho, appena diventato allenatore dell’Inter. Con i nerazzurri, però, non riesce a ripetersi e, nelle due stagioni e mezze, intervallate da un breve periodo al Milan con cui scende in campo solo sette volte, scende in campo pochissimo realizzando una sola rete contro il Panathinaikos, in Champions League. Ma le cattive notizie non provengono solo dal campo: nel 2011 l’esterno brasiliano viene condannato a due anni e otto mesi di reclusione per violenza sessuale e lesioni personali nei confronti di una giovane donna brasiliani conosciuta durante una festa organizzata da Ronaldinho. Mancini non ha mai negato il rapporto sessuale, ma sosteneva che la ragazza fosse stata consenziente.

In virtù di quest’ultimo episodio decide di ritornare in Brasile e, dopo varie esperienze con Atletico Mineiro, America MG e Bahia, adesso milita nel Vila Nova, squadra di Serie D brasiliana.