academy Benfica
Fonte: record.pt

Academy Benfica, avanguardia e tradizione

Nel 2015, due 20enni e altrettanti 21enni portarono al Benfica 59,2 milioni di sterline. La matrice è simpatica, perché non solo prende in considerazione due variabili anagrafiche (si parla di classe 1993’ e ’94), ma pure la destinazione dei ragazzi (Valencia e Monaco). In Spagna acquistarono André Gomes e João Cancelo per 31,5 milioni di sterline, nel Principato approdarono due mezzepunte estrose e imprevedibili come Bernardo Silva e Ivan Cavaleiro. Nel 2016, un 19enne ragazzo prodigio di nome Renato Sanches e un 24enne attaccante chiamato Nélson Oliveira si trasferirono rispettivamente a Bayern Monaco e Norwich, per 31,5 e 5,25 milioni di sterline. Nel 2017, un ventenne, un ventiduenne e tre ventitreenni portarono al Benfica 135,5 milioni di sterline. Comprensibile allora che la stampa di tutto il mondo si chiedesse come mai da Lisbona fiorissero così tanti talenti. Fu così che l’influente The Guardian spedì a indagare sul caso il giornalista Alex Clapham, che entro le 15 di giovedì 11 gennaio 2018 consegnò per la pubblicazione il vaso di Pandora direttamente dall’academy Benfica.

«Benvenuti all’interno dell’academy Benfica, la linea di produzione del calcio moderno, che negli ultimi anni ha fatto più di £ 230 milioni dalla vendita dei suoi calciatori» scrisse all’interno del pezzo, raccontando per filo e per segno la crescita dei ragazzi e le metodologie di lavoro adottate da quello che è uno dei settori giovanili maggiormente funzionali del panorama calcistico europeo. Si recò così a Caixa, a 20 minuti di traghetto dal sud di Lisbona, e immediatamente scambiò qualche parola con l’allenatore della pluripremiata Under 15 del club portoghese: «Quando Ederson venne da me, era solo un ragazzo delle favelas troppo spaventato per lasciar la sua area di rigore, oggi è in Premier League e prende rischi maggiori di chiunque altro. E quando abbiamo venduto Bernardo Silva al Monaco, dopo alcune settimane parlava francese alla tv – s’era confidato Luís Nascimento – questo club dà ai ragazzi la capacità di crescere».

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Fonte: slbenfica.pt

Academy Benfica: il Campus di Caixa

Il Caixa Futebol Campus è stato aperto il 22 settembre 2006 a Seixal, un paesino geograficamente appartenente al distretto di Setúbal ma fisicamente ben più vicino alla capitale portoghese di quanto si pensi. Solo il corso del fiume Tago separa da Lisbona la cittadina di Seixal, che in lingua locale vuol dire “ciottolo a indicare le pietre presenti in gran quantità per le spiagge della zona. Villaggio tradizionale, popolato da pescatori e falegnami, mugnai e artigiani, marinai e calafati, qui gli Encarnados inaugurarono la struttura dalla quale sarebbe partita la riorganizzazione dell’academy Benfica. La conciliazione di casa e lavoro è alla base della vision che Pedro George e Isabel Pessoa hanno tramutato su carta nel progetto che oggi è funzionante e comprende una serie di facilities (palestra, sale per i massaggi, piscina, ma anche aule studio e altre zone adibite al leisure). Nel dicembre 2015 il Campus fu nominato Academia do Ano e oggi ospita 65 ragazzi da tutto il mondo. Ha 9 campi, 20 spogliatoi, due auditorium e tre palestre.

Il fiore all’occhiello della struttura è però un simulatore chiamato «The 360S», simile a quello impiegato dal Borussia Dortmund. Si trova nello stesso impianto dove avvengono la fisioterapia, l’analisi video e i test nutrizionali e psicologici: «Il calcio giovanile è un’area fondamentale per il Benfica, per aspetti sportivi, sociali e finanziari – ha continuato Nascimento – non parliamo esclusivamente di formare bensì di educare. Incoraggiamo le prestazioni scolastiche e l’arricchimento educativo di calciatori di ogni fascia d’età, promuovendo valori umani». Tra questi, il «boa tarde» con cui tutti i calciatori salutano gli ospiti, la puntualità nell’arrivare al campo, l’incredibile rispetto nei confronti dello staff, dei lavoratori presso la mensa e degli addetti alle pulizie dell’academy Benfica.

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Fonte: slbenfica.pt

I cardini dell’academy Benfica

Nella primavera 2017, a 54 calciatori Under 21 del Benfica è stato offerto un contratto. La loro crescita è completamente finanziata dalle cessioni dei calciatori uscenti (la cifra è più che sufficiente, visto che solo negli ultimi anni a Lisbona sono entrati 230 milioni in cambio di calciatori a costo zero, proprio perché prodotti in casa). Il ciclo si mette in moto allo stesso modo, innescando il medesimo percorso e portando ai medesimi risultati. Nell’estate 2018 tre giovani sono stati promossi in prima squadra (Gedson Fernandes, Yuri Ribeiro e João Félix). Proprio l’ultimo di questi, valutato 15 milioni da Transfermarkt, è uno dei profili che incuriosisce maggiormente. Trequartista, abile di spaziare tra le linee, il 25 agosto fu mandato in campo da Rui Vitória negli ultimi 20’ del derby contro lo Sporting e all’86’ pareggiò con un gran colpo di testa. A soli 19 anni, con soli 3’ in Primeira Liga prima d’allora, Félix era pronto per un simile appuntamento e non ha tradito le attese, segnando il suo primo gol tra i grandi nel Derby Eterno, da Capital.

I prossimi talenti hanno nomi e cognomi: nell’estate 2017 furono promossi Rúben Dias, João Carvalho e Diogo Gonçalves, gli ultimi due sono stati ceduti al Nottingham Forest mentre il primo è titolare al Benfica e secondo Transfermarkt vale 28 milioni alla tenera età di 21 anni. La loro nidiata fu sviluppata seguendo i dettami del 4-3-3 fino all’Under 13, poi dividendosi la giornata come segue: 7 ore al campo d’allenamento, dai 90 ai 120’ all’interno del laboratorio contenente il simulatore The 360S. Esercizi sincronizzati, basati sul sovraccarico di un lato e la ricerca della perfezione nel tocco e nel passaggio, poi ripetere il tutto finché i movimenti non appaiono sincronizzati come orologi: «Per ottenere il meglio dai giocatori, devi ottenere la loro fiducia e fargli capire cosa stanno facendo e perché lo stanno facendo – ha concluso Nascimento – ho lavorato con questi giocatori da quando erano ragazzi e so quali mandare in campo. Ho bisogno che si assumano dei rischi, passiamo così tanto tempo a lavorare con loro individualmente che l’analisi video viene mostrata a ciascuno per criticarlo. Dopo che diventano individui corretti, e che hanno compreso responsabilità e sacrifici, li inseriamo in un ambiente di squadra insegnando loro come vincere le partite».

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Fonte: record.pt

La mentalità dell’academy Benfica

Tendenzialmente il Benfica si premunisce di avere il triplo dei giocatori necessari, creando un vantaggio competitivo mettendo alla prova dei ragazzi che in futuro dovranno combattere con un ambiente intriso di concorrenza spietata. Si tratta di talenti da tutto il mondo, nell’academy Benfica: est-europei (i russi Zlobin e Lystov, lo slovacco Zec, il croato Kalaica e il serbo Ivan Saponjic, stellina della squadra acquistata nel gennaio 2016 dal Partizan), sudamericani (i brasiliani Leal e dos Anjos, il cileno Ramírez), l’americano Parks, lo svedese Rakip, l’inglese Willock e l’australiano Carter.

La Serie B portoghese – Segunda Liga – vede infatti tra le altre squadre lo Sport Lisboa e Benfica “B”, fondato nel 1999 e attualmente padrone di casa a Caixao, in uno stadio da 1600 posti. L’esigenza di dare alla nuova squadra una casa è sempre stata una questione scottante, addirittura nella stagione 2012/13 giocarono le partite casalinghe all’Estádio da Luz salvo andarsene a febbraio per evitare l’usura eccessiva del terreno di gioco. Si spostarono all’Estádio da Tapadinha, impianto di Lisbona che ospita pure la squadra femminile del Benfica. Qui l’atmosfera chiaramente è provinciale, dunque per certi versi anche più consona ai ragazzi della squadra B, ma un gigantesco cartello agisce da motivazione: «Lisboa à vista». Come per dire: se fate bene, il prossimo passo sarà quello.