Il Pagellone: morso Pipita, caduta Roma. I voti da 10 a 1 della quattordicesima giornata di serie A

Voto 10 al Napoli e a Gonzalo Higuain – Due gol che valgono il primo posto in classifica, solita prestazione da indomabile leone. Non si tira indietro nelle grandi occasioni, quando morde fa male il Pipita Higuain. Il Napoli non soffre di vertigini e supera l’Inter due volte, in campo e in graduatoria, giocando un calcio sublime. Eleganti e raffinati i partenopei, tutto l’opposto del proprio allenatore. Maurizio Sarri, l’homo novus venuto dal basso, si prende scettro e corona. E adesso guarda tutti dall’alto.

Voto 9 a M’Baye Niang e a un Milan ritrovato – Un assist e due gol bastano all’attaccante francese per scrostare via la ruggine dalla Milano rossonera. Il Diavolo doma la Samp con un larghissimo 4-1 che placa i segnali d’insofferenza traditi da Arcore. Il Milan gioca con le idee chiare, lotta con grinta e fa il risultato. Gode Miha, ad un passo dalla zona europea. E riscopre un Niang più maturo, nei piedi e nella testa.

Voto 8 alla Juventus e al condottiero Mandzukic – Sorriso beffardo sul volto di Max Allegri, la sua Juve è tornata. Non sarà bellissima ma maledettamente concreta, a tratti letale. La difesa non balla più, il centrocampo gira con precisione e puntualità. Lì davanti Dybala imperversa con tutto il suo talento, Mandzukic è un concentrato di cinismo. Il croato non farà brillare gli occhi, ma aiuta, corre, sgomita e soprattutto sforna gol pesanti. Lo dicono i numeri, quando Mario segna la Juve vince sempre.

Voto 7 a Giampaolo e al suo Empoli – Eredità pesante quella trasmessa da Maurizio Sarri, lascito ingombrante l’idea di poter replicare il cammino della passata stagione. E invece l’Empoli c’è eccome. E’ un Empoli intelligente, cinico, abituato oltremodo alla sofferenza. Come i più rozzi e sgraziati pugili di periferia incassa goffamente, barcolla, ma al tappeto con ci finisce mai. Lode a Giampaolo, la zona calda è lontana.

Voto 6 al Carpi – C’è sempre tempo per le prime volte, chiedete a Fabrizio Castori. Il tecnico del Carpi festeggia la sua prima vittoria in Serie A e tira un enorme sospiro di sollievo in ottica salvezza. Ringraziamenti doverosi alla vecchia guardia degli emiliani: la premiata ditta Zaccardo-Borriello (67 anni in due) stende 2-1 un malconcio Grifone, costretto a giocare in dieci dopo pochi minuti per l’espulsione di Pavoletti. Borriello (passato illustre al Genoa) non perde il vizio di segnare a Marassi, peccato che questa volta l’abbia fatto con la maglia sbagliata.

Voto 5 al Palermo – Ballardini sa cos’è andato storto. L’avversario non era di certo dei più abbordabili per una squadra in piena ristrutturazione, la bocciatura sta tutta nell’atteggiamento. Novanta minuti all’insegna dell’arrendevolezza, un’intera gara macchiata dal timore reverenziale, consegnata alla Juve senza nemmeno provarci. Eppure il tecnico ravennate aveva suonato la carica enfatizzando l’importanza dell’approccio. Un netto passo indietro rispetto al pareggio dell’Olimpico.

Voto 4 a Genoa e Samp – Giornata da dimenticare per le squadre di Genova. Il Grifone perde in casa contro il Carpi, pagando a caro prezzo la gomitata scriteriata di Pavoletti dopo appena 5’ di gioco, la Sampdoria si schianta senz’appello contro un Milan in grande spolvero. Gasperini s’infuria per i 7 rossi rimediati nelle prime 14 giornate (record di espulsioni), Montella fatica a far decollare i blucerchiati. Sedici punti a testa per Genoa e Samp, parte destra della classifica. Altro che Europa…

Voto 3 alla Lazio – Cinque sconfitte nelle ultime sette partite di campionato, sei tonfi su sette lontano dall’Olimpico, gli ultimi quattro di fila. Numeri impietosi per una Lazio alla deriva, statistiche che gettano ombre inquietanti sul timoniere Pioli. L’accesa polemica sugli errori arbitrali nella trasferta di Empoli rischia di mascherare grottescamente le prove di una svilente crisi. Le individualità sono preda di una vorticosa spirale involutiva, la squadra si muove senz’anima. Intanto domenica prossima arriva la Juve.

Voto 2 all’Hellas e alla pazzia di Rafael – Il più delicato degli scontri salvezza, quello tra Frosinone ed Hellas, lo decide il portiere brasiliano dopo appena 19’ di gioco. Gomitata senza senso rifilata a Paganini in seguito ad un’uscita alta, rosso diretto e gara compromessa per gli scaligeri. Poi Ciofani fa il Toni e sferra due pugni micidiali che mettono gambe all’aria i gialloblù. Inevitabile l’esonero di Mandorlini, ora tocca a Delneri. Ma intanto a Verona è notte fonda.

Voto 1 alla Roma – L’anno scorso l’effetto Bayern, quest’anno l’effetto Barcellona. Ormai è assodato, le imbarcate di gol in sede europea sono più che indigeste dalle parti del Colosseo. Una Roma sfatta e avvizzita rimedia la seconda figuraccia in meno di una settimana, perdendo 2-0 in casa contro l’Atalanta. Garcia è sulla graticola, la società sbuffa. La piazza si surriscalda mentre l’Olimpico è una pioggia di fischi.