Milan-Udinese, appunti sparsi

Il Milan ha cambiato modulo. Molti diranno: “Finalmente”. Gennaro Gattuso ha deciso di applicare nuovi concetti tecnico-tattici che si allontanassero dal classico 4-3-3 che ha aiutato a svoltare il Milan dopo le umiliazioni di Benevento e di Verona dello scorso anno, ma che forse in questo momento stava un po’ stretto. Il 4-3-1-2 con Lucas Paquetá dietro a Krzysztof Piatek e Patrick Cutrone è il vestito giusto, ma ancora troppo largo. Quando si fa una dieta, se funziona, si dimagrisce. La facilità di comprare nuovi vestiti è disarmante: si può indossare quello che prima si sarebbe potuto solo immaginare, ma non tutto sta bene. Dipende da persona a persona, altri abiti devono essere cuciti comunque su misura, nonostante la scomparsa dei kili di troppo. Ecco, questo paragone un po’ azzardato potrebbe essere il riassunto del momento dei rossoneri. Il gruppo guidato da Gattuso è dimagrito, si è tolto di dosso delle scorie così pesanti capaci di affossarlo per quasi un lustro. Il nuovo Milan va vestito, tutto può essere bello, ma non tutto funziona. Eppure il 4-3-1-2 è il modulo giusto per una squadra che è già ripartita, ma che vuole svoltare. Portiere, 4 difensori (due terzini e due centrali) e tutti nel loro ruolo. Centrocampo a tre con il mediano, il regista e lo stantuffo. Attacco? Il trequartista che fa da collegamento tra due reparti, soprattutto a servizio delle due punte (prima e seconda, preferibilmente).

Il primo tempo di Milan-Udinese ha fatto intravedere spunti positivi. Paquetá ha svegliato il match al 20’ con un tiro dalla distanza. Non solo: si è girato verso il pubblico e ha chiesto il supporto, come fanno i veri leader. Come faceva Kakà, con le dovute proporzioni (vediamo cosa dirà il tempo). Cutrone ha assistito Piatek e viceversa. I due giocatori si sono cercati, hanno dialogato e al 44’ si sono trovati per portare in vantaggio i propri compagni. Assist del giovane attaccante della Nazionale Under 21 e grande caparbietà del polacco che si è fatto trovare nel punto giusto al momento giusto. Milan-Udinese negli spogliatoi del primo tempo significava: Gattuso ha indovinato, i rossoneri funzionano al netto di qualche scolasticità di troppo, Piatek c’è e Cutrone sorride. Gli aspetti negativi, non emersi nei primi 45’, sono fuoriusciti nella ripresa.

Milan-Udinese
Fonte: Eurosport

Milan-Udinese ha allungato la lista degli infortunati rossoneri: dopo Suso e Franck Kessiè, hanno dovuto dare forfait Gigio Donnarumma e lo stesso Paquetà, giocatore migliore tra le fila rossonere durante la prima frazione di gioco. Pronti e via, il secondo tempo di Milan-Udinese è stato privo di emozioni sulla sponda rossonera. Il centrocampo si è annullato con un Lucas Biglia incapace di dirigere la banda, meglio in fase di interdizione. Tièmouè Bakayoko ha subito una grave involuzione, Hakan Calhanoglu ha sbagliato molto. I terzini non hanno dato le garanzie di spinta e in termini di idee non sono scesi in campo. Fermiamoci: questo Milan sta effettuando un percorso. Il cammino è altalenante, come quello di un dimagrimento. Milan-Udinese ha messo in luce tutte le difficoltà di un gruppo che non si può permettere di dirsi ancora “grande”, ma non è più quello di prima. Il nuovo Milan del 4-3-1-2 ha bisogno di tempo. Perché in Milan-Udinese c’è da buttare quasi tutto (come si può pretendere di andare in Champions League subendo il gol del pareggio sul tentativo di segnare il secondo?). Dati allarmanti, ma non per chi sta seguendo con attenzione questa squadra da inizio stagione. Le assenze di Donnarumma, Suso, Kessiè e Paquetà fanno ancora male ad un gruppo che necessita di questi giocatori, di averli tutti. I titolari, per crescere assieme nel 4-3-1-2. Altrimenti ci si continua ad adattare e non si impara: il Milan sta crescendo e nei momenti di evoluzione gli sbandamenti fanno ancora più male. Perché tutti conoscono gli obiettivi, la verità è più chiara rispetto al passato: la sconfitta non può più essere una giustificazione, non ci si può nascondere dietro a tutto questo. Prima sì, forse. Tanti erano i problemi che la perdita dei match era diventata ormai consuetudine.

Milan-Udinese
Fonte: OA Sport

Oggi il Milan ha dimostrato di poterne vincere un paio di fila, convincere e far innamorare. Normale che tre partite di questo genere possano cancellare tutti i bei giudizi che si sono spesi fino a qualche giorno fa. Il nostro calcio viene valutato al momento: ed ecco che dopo Milan-Udinese Gattuso se ne deve andare e la rosa non è competitiva. Potrebbe bastare una vittoria incredibile contro la Juventus sabato prossimo e qualche risultato utile consecutivo per riagguantare il terzo posto e la fiducia di un mese fa. Milan-Udinese fa parte del processo evolutivo di questa squadra: anche dopo aver perso 30 kg con una dieta accurata potrebbe scappare la mangiata di dolci notturna. Questione di mentalità: per dimagrire la testa si è dovuta utilizzare, ma si è consapevoli anche da dove si arriva e da quello che si è passato. I momenti di sconforto e di debolezza ci possono essere e anche nelle situazioni più tranquille si rischia di ricadere in certi vizi del passato. Eppure lo si fa con 30 kili in meno, ma tu sei tu. Come il Milan è il Milan, mentalmente un’altra storia rispetto a quello ammirato (in negativo) negli ultimi anni, ma con il vizio e il peccato di ricadere in certe situazioni sconfortanti. Fa parte del processo, la fase è di transizione: ecco che il 4-3-1-2 oggi avrà pure fatto un buco nell’acqua, ma l’evoluzione futura potrà dire tutto un contrario che stupirà. Milan-Udinese sarà stato un nuovo spartiacque: Milan, chi sei? E sabato ci sarà la Juve. Allo Stadium: forse la motivazione più idonea per questo momento?