La crescita economica della MLS: nuovi scenari per gli equilibri del calcio mondiale

Il calcio europeo è ancora di gran lunga il primo al mondo come valore economico e come interessi economico-commerciali mossi. Ma qualcosa nel panorama mondiale sta cambiando. Una prima indicazione, come vi abbiamo raccontato qualche tempo fa, arriva già scorrendo la classifica dei Paperoni del calcio dove il campionato cinese ricopre oramai un (inaspettato) ruolo di prim’ordine. Così come del resto di strada ne ha fatta la MLS americana.

Dopo la consacrazione ottenuta con la Coppa America, il calcio nel Nord America è ormai diventato una realtà consolidata. La Major League Soccer (MLS) è diventata una competizione vera dove si gioca ormai un ottimo soccer e che continua ad attrarre ottimi giocatori seppur per la maggior parte a fine carriera. Continuando la tradizione dei Pelé e dei Beckenbauer sono approdati negli ultimissimi anni talenti del calibro di Beckham, Pirlo, Lampard, Gerard, Kakà, Dorgba. Senza dimenticare poi Sebastian Giovinco che nel pieno della sua carriera ha scelto di trasferirsi a Toronto e oggi è l’uomo immagine della MLS. La scelta di puntare su nomi di grido, seppur nella fase finale della loro carriera, rispetto al passato sembra ora dare i suoi frutti. In termini di ritorno economico ovviamente.

Secondo un recente studio di Forbes infatti il valor medio delle società che partecipano alla MLS è di 185 milioni di dollari, con un picco appannaggio del Seattle Sounders il cui valore è stimato in 285 milioni con fatturato di 53 milioni ed un utile di 9. Certo, ancora niente se si paragona al valore del mercato europeo, dove a Manchester United e Real Madrid viene assegnato da KPMG un valore di 2,9 miliardi di euro. La sola città di Manchester con lo United ed il City raggiunge il valore record di 4,5 miliardi. Insomma tutte le squadre della MLS raggiungono insieme un valore di poco superiore a quello del solo Real Madrid. Detta così insomma sembrerebbe non esserci partita. Ma se si esaminano meglio i numeri si scopre che il valor medio delle squadre MLS è cresciuto dell’80% negli ultimi tre anni e del 400% rispetto al 2008. I match sono seguiti in media da 32.000 spettatori, con i Seattle Sounders a farla da padroni con 42.000 a partita. Insomma anche se il club più ricco della MLS vale pressappoco come la Lazio (23esima in Europa), sono impressionanti i ritmi di crescita del movimento con un valore che nell’ultimo anno ha fatto registrare +18%.

L’altro aspetto interessante per il mercato nord americano è come stiano cambiando anche i gusti  della popolazione. Ai tempi di Pelé il soccer aveva difficoltà ad affermarsi sul football perché sembrava quasi un tentativo forzato di cambiare la cultura americana spingendo l’americano medio ad innamorarsi di uno sport che non gli apparteneva. Oggi la forte presenza degli ispanici e la multiculturalità di USA e Canada rendono lo sviluppo del calcio un evento “naturale”.

Con questi tassi di crescita MLS potrebbe nel giro di un decennio divenire uno dei campionati più importanti al mondo. Ed allora l’ipotesi di uno sviluppo economico almeno tripolare (Europa, Nord America e Cina) del calcio con le tre potenze a contendersi i migliori talenti che con ogni probabilità continueranno a venire dal Sud America o magari dal continente africano non è più una ipotesi così campata in aria. Non è più uno scenario possibile, ma semplicemente uno scenario estremamente probabile. A meno di stravolgimenti oggi imprevedibili.