Il personaggio: Jeremy Menez

Quando Galliani, questa estate, presentava Jeremy Menez al neo allenatore Inzaghi probabilmente non aveva ben chiaro che aveva appena acquistato un top player. E invece, il calciatore francese ha saputo calarsi benissimo nella realtà rossonera diventando molto presto un giocatore indispensabile negli schemi di Inzaghi.

In realtà Menez non è alla prima esperienza italiana della sua carriera, aveva già militato nella Roma tra il 2008 e il 2011. Acquistato per 11 milioni di euro più bonus dal Monaco, il giovanissimo calciatore (all’epoca aveva solo 21 anni) non riuscì mai ad imporsi nella capitale e nell’estate del 2011 fu ceduto al Psg dove, tra alti e bassi , sembrava aver trovato il suo equilibrio. Equilibrio spezzato dall’arrivo del nuovo allenatore Laurent Blanc che decise sin da subito di non puntare su Mago Houdini (cosi viene chiamato Menez in Francia). Cosi, tra poco campo e tanta panchina Menez va in scadenza di contratto ed è a quel punto che Galliani si inserisce e lo porta a Milano.

Ribattezzato fenoMenez, il calciatore francese è entrato in punta di piedi nello spogliatoio rossonero e ha saputo conquistarsi la fiducia dei compagni, dell’allenatore e di tutto il mondo rossonero grazie ai suoi otto goal in 12 partite da titolare. Non solo i goal ma tanto lavoro con la squadra. Ma andiamo in ordine. Menez era stato acquistato da Galliani per giocare su una delle due fasce d’attacco o al massimo da trequartista dietro le due punte. D’altronde è in quel ruolo che il numero sette rossonero ha sempre giocato. Ben presto però Inzaghi ha un’intuizione geniale: utilizzare il francese nel ruolo di attaccante, da falso nueve insomma. E la scelta si rileva azzeccatissima. Non solo gli otto goal messi a segno ma nel nuovo ruolo Menez sembra molto più a suo agio: aiuta la squadra, va a prendere la palla in difesa e da quel tocco d’ imprevedibilità e di velocità che nel calcio moderno è fondamentale. Certo, il vizietto di non passare la palla e giocare da solo ancora non è stato del tutto eliminato ma non si possono fare miracoli in pochi mesi.

Per capire l’importanza del nuovo “centravanti” nel Milan proviamo a dare qualche dato: è il primo, nella squadra di Inzaghi, per tiri nello specchio (16, contro i 12 di Honda e gli 8 di Bonaventura); è primo per dribbling (33, contro i 18 di Honda e i 13 di El sharawy);primo per passaggi nella trequarti avversaria (238);ed è ovviamente il capocannoniere dei rossoneri a soli due gol dal capocannoniere della serie A (tevez, 10 gol). Insomma, sembra proprio che Galliani ed Inzaghi abbiano vinto la scommessa!