Prima del Leeds 2020-2021 era dai tempi della stagione 1962-63 che un club della massima divisione inglese non totalizzava un totale di 14 reti fra segnate e subite nelle prime due giornate di campionato.
Era quello il Wolverhampton di Stan Cullis; una squadra giunta ormai alla fine di un ciclo vittorioso che portò a cavallo fra gli anni quaranta e sessanta nella cittadina delle West Midlans tre campionati, due FA Cup, quattro Community Shield e una magnifica semifinale di Coppa delle Coppe con i sogni di gloria arresisi alla forza dei Rangers che andranno poi a perdere la finale contro la Fiorentina di Hamrin e Da Costa.
Non sappiamo se, un po’ più a nord, nello Yorkshire, anche il Leeds del Loco Bielsa riuscirà a ripetere certe gesta. Ma se i numeri significano qualche cosa, allora le premesse sembrerebbero esserci tutte.
Quattordici gol, tra incassati e segnati, in appena due partite. Tanto basta per animare le discussioni attorno alle ambizioni dei Peacocks che, sconfitta a parte, hanno tenuto testa all’esordio per 90 minuti ai Campioni di Inghilterra del Liverpool con una brillantezza ed una spavalderia che hanno riportato alla memoria un gruppo che ha contribuito notevolmente a rendere glorioso il passato di questo club; un gruppo celebrato nel film di Tom Hooper “Il maledetto United”, tratto dall’omonimo romanzo di Davide Peace, che ripercorre la storia di un altro “Loco” passato per Leeds: Brian Clough. Con cui Marcelo Bielsa ha più di qualche affinità.
Tu chiamala se vuoi…Locura
Esseri istrionici, geni incompresi, uomini detestati, rivoluzionari ovunque vadano. Nel bene o nel male. È questo che accomuna Clough e Bielsa. è questo il file rouge che collega le loro due versioni del Leeds.
Di Clough i più ormai conoscono quei 44 giorni da allenatore della squadra a quel tempo più forte d’Inghilterra chiusisi con un esonero per l’accusa di voler far giocare appositamente male la squadra per condurla ad una retrocessione riconducibile ad un’antipatia personale verso quelli che fino a qualche mese prima erano stati i ragazzi di Don Revie.
Di Bielsa si ricorda invece di quando si dimise alla prima giornata del suo secondo anno a Marsiglia dopo una sconfitta oppure quando decise di non imbarcarsi per Roma (senza darne comunicazione a nessuno) per rispondere alla chiamata della Lazio che poi scelse in fretta e furia Simone Inzaghi.
A guadagnarci, a conti fatti, fu probabilmente la Lazio. Così come accadde al Leeds che dopo 44 giorni di locura ripartì sulla scia dell’ottima annata precedente riuscendo ad arrivare in finale di Coppa dei Campioni.
Destini beffardi, ma anche citazioni memorabili: “Il successo è deformante, l’insuccesso formativo” (quasi un mantra nella carriera del loco) e un rifiuto di poggiarsi ai piani alti del calcio (“Gli hooligans nel calcio? Bene, tanto per cominciare ci sono 92 presidenti”).
La riscossa del Loco
Dopo l’esordio brivido infatti la riscossa contro un’altra neopromossa: all’Ellis Road punti dopo 16 anni contro il Fulham con lo stesso risultato dell’esordio. Stavolta però il Leeds è riuscito ad interpretare meglio la gara, chiudendo di fatto i giochi ad inizio ripresa sul punteggio di 4-1 (doppietta di Helder Costa, Klich e Bamford salvo poi quasi farsi rimontare da Mitrovic e Cordoba-Rein).
Eliminazione ai rigori in League Cup contro l’Hull City (8-9 il punteggio finale!) ma la consapevolezza per Bielsa di poter fare un buono campionato e soprattutto di sapersi divertire.
Obiettivo più che mai necessario e lecito dopo 16 anni di assoluto anonimato fra Championship e League One.
Ritorno allo Yorkshire
Sono passati due anni dall’inizio dell’avventura del Loco a Leeds, alla corte del patron e fondatore del gruppo televisivo sportivo Eleven Sports Andrea Radrizzani, che ha rilevato da Massimo Cellino le quote societarie. Un’occasione colta al balzo: la voglia di rilanciarsi da parte del loco, da qualche anno fuori dai radar, e quella del Leeds di archiviare il prima possibile la propria esperienza nei bassifondi inglesi.
Mercato consistente, con l’arrivo dei già citati Bogusz e Bamford e soprattutto dell’ex viceportiere del Real Madrid Kike Casilla, e partenza a razzo: dopo esser stati fra vetta e secondo posto molteplici volte si arriva alla fase finale del campionato, dove evidentemente manca un po’ di lucidità.
Quattro sconfitte nelle ultime sette gare che fanno slittare il Leeds al terzo posto e in procinto di fare i Playoff. Inevitabilmente equilibri rotti ed eliminazione contro il Derby County di Frank Lampard (4-2 dopo l’illusoria vittoria per 1-0 dell’andata).
Smaltita l’amarezza, nel mercato si cerca di dare maggioe qualità alla rosa con l’approdo di elementi come Helder Costa e la stagione fila liscia, covid a parte: prime due posizioni per tutta la stagione. Ennesimo mattoncino nella storia del calcio moderna targata loco Bielsa.
Bielsismo
Il file rouge che attraversa l’Ellis Road sembra il seguito ideale con tante altre storie di calcio a cui ci ha abituato il Loco negli ultimi anni, almeno da questa parte dell’oceano.
Ne sanno qualcosa a Bilbao e a Marsiglia, dove le due compagini locali hanno potuto assaporare in tutte le salse cosa significhi avere a che fare con un uomo che fa del calcio offensivo, di movimenti e, soprattutto, del 3-3-1-3 il suo bignami.
Grandi traguardi come le finali di Copa del Rey e di Europa League con l’Athletic Bilbao perse contro Barcellona e Atletico Madrid o una lotta accesa al vertice in Ligue 1 contro PSG dopo un girone d’andata chiuso in vetta e sostanzialmente rovinato da quattro sconfitte in piena primavera fra cui quella decisiva contro i Parigini al Velodrome in un clima assolutamente infuocato.
Tuttavia i suoi successi più celebri vengono dall’altra parte del Mondo: fra i campionati con Newell’s Old Boys e Velez Sarsfield ma soprattutto con le nazionali argentina e cilena che durante il loro periodo bielsista hanno saputo incantare le platee nonostante pochi trofei (Olimpiade del 2004) e qualche cocente eliminazione (Argentina nel 2002).
Prospettive
Non era mai successo che Bielsa riuscisse ad allenare la stessa squadra in Europa per più di 2 anni. Prospettive possibili anche grazie al progetto che c’è attorno al Leeds, con tanti soldi (preso Rodrigo dal Valencia c’è l’idea Rodrigo de Paul dall’Udinese non ancora tramontata) e un grandissimo blasone che quando riapriranno gli stadi potrà spingere il Leeds verso la salvezza ma anche qualcosa di più.
La terza giornata ci regala nuovamente un’altra perla: battuto all’88 lo Sheffield United grazie nuovamente a Bamford. Sognare costa poco, sempre se al passo col Loco.