Non si sa cosa succederà, ma c’è una certezza: la confusione è tanta. Dopo la notizia di qualche settimana fa sulla sospensione del campionato 2019-2020 di Ligue 1, con la conseguente celebrazione del Paris Saint Germain campione di Francia, le altre leghe si stanno adoperando per ritornare sul campo.
Mentre nel nostro paese si stanno discutendo modi e tempi per la ripresa, in Germania si pensa ad una ripartenza già nei prossimi giorni. Questa non uniformità nelle decisioni porterà sicuramente a problemi futuri.
Prima di tutto: i campionati che non si concluderanno, su che base verranno decretati finiti? Meriti sportivi, classifica finale del girone di andata oppure la giornata più vicina, purché sia stata disputata da tutte le squadre iscritte? Le iscrizioni alle coppe europee (verranno cancellate quelle di quest’anno?) come avverranno? La confusione è tanta.
Il rischio è grande: squadre qualificate alle prossime Champions League e Europa League senza un vero e proprio codice comune. Chi per meriti sportivi, chi per classifiche del girone di andata e chi perché il campionato viene cancellato, quindi ci si rifarà a quanto accaduto nella stagione precedente. Si prospetta una stagione 2020-2021 sui generis. Per quanto riguarda la nostra Serie A, il discorso si riferisce a 12 giornate mancanti, ovvero un terzo del campionato. Il rischio è grande, a costo di ripetersi: ogni scelta presa potrebbe risultare sbagliata. Final eight scudetto in stile pallacanestro? Perché l’ottava potrebbe “rischiare” di vincere il titolo, magari più motivata negli scontri diretti? Perché, invece, finire così il campionato senza nessuna assegnazione?
Il calcio rischia di riaprire, ma a metà e con tanta confusione.