Au revoir monsieur Wenger

Arsene Wenger
Arsene Wenger
(AP Photo/Ermindo Armino)

«Dopo una lunga riflessione e dopo aver parlato a lungo con il club, sento che è arrivato il momento giusto per fare un passo indietro alla fine della stagione. Sono grato per il privilegio di aver potuto servire questa società per così tanti e memorabili anni. Ho gestito la squadra sempre con impegno e integrità. Voglio ringraziare lo staff, i giocatori, la dirigenza e i tifosi che rendono questo club così speciale. Ai fan chiedo di continuare a stare con noi per rimanere in alto. Proteggete sempre i valori dell’Arsenal, avrete per sempre il mio amore e supporto»

Dopo 22 anni di fedele servizio Arsène Wenger ha detto basta. A fine stagione le strade del tecnico francese e dell’Arsenal si separeranno. L’annuncio ufficiale, pubblicato sul sito del club stamane, arriva come un fulmine a ciel sereno. I Gunners, oggi sesti in classifica e praticamente tagliati fuori dalla zona Champions League con il rischio dunque concreto di restare fuori dalla competizione per il secondo anno di fila, sono comunque in semifinale di Europa League dove se la vedranno nel doppio incrocio con l’Atletico Madrid del Cholo Simeone.

Proprio la vittoria dell’ex Coppa UEFA si pensava potesse essere il lasciapassare del tecnico per un’altra stagione sulla panchina di Emirates. Questo nonostante il rapporto con la tifoseria dei Gunners sia ormai piuttosto logoro. L’annuncio odierno, invece, ha preso tutti in contropiede costringendo anche i più accaniti detrattori del buon Arsène (vi dice niente la protesta “Wenger out“?) a celebrare le gesta del tecnico dimissionario.

Il matrimonio tra Wenger e l’Arsenal si è celebrato il 22 settembre 1996 quando il club del nord di Londra riuscì a convincere l’allora tecnico dei giapponesi del Nagoya Grampus a cedere al fascino della Premier dopo una lunga corte. Non che Arsène fosse proprio uno sprovveduto. Prima della curiosa scelta di andare a cercare fortuna nella terra del Sol levante, dove ha vinto Coppa e Supercoppa del Giappone, Wenger aveva infatti condotto al trionfo in Ligue 1 il Monaco (ed in Coppa di Francia) facendo scoprire per altro al grande calcio un certo George Weah.

Il curriculum di Wenger all’Arsenal parla chiaro: 3 Premier (1997-98, 2001-2002 e 2003-2004), 7 Fa Cup (1997-98, 2001-2002, 2002-2003, 2004-2005, 2013-2014, 2014-2015 e 2016-2017) e 7 Community Shield (1998, 1999, 2002, 2004, 2014, 2015 e 2017). Un ruolino collezionato in 228 partite chiusesi con 704 vittorie (57,3% di successi), 279 pareggi e 245 sconfitte. All’appello manca solo una grande affermazione europea. Quella solo sfiorata nel 2006 con la finale di Champions League persa a Saint Denis contro il Barcellona. Quella che potrebbe arrivare tra qualche settimana a Lione qualora il vecchio Arsène dovesse sferrare l’ultimo colpo di coda di una carriera da vincente.