A che punto è il Lussemburgo?

La vetta del girone di Nations League il punto più alto di sempre. Se aggiungiamo l’82imo posto nella classifica del ranking FIFA ci rendiamo conto che qualcosa allora sta veramente cambiando: il Lussemburgo calcistico sta evolvendo e scala posizioni a livello europeo partita dopo partita. La possibilità di una promozione nella lega C di Nations League (bastano quattro punti contro Bielorussia e Moldova) darebbe lustro ad una Nazionale che ha totalmente svoltato. Gli anni delle goleade incassate sembrano ormai soltanto un lontano ricordo e la presenza del Dudelange nell’odierna Europa League testimonia il grande lavoro alle spalle del piccolo paese.
Merito del ct Luc Holtz, che non si è mai perso d’animo anche di fronte a qualche imbarcata: dall’Under 21 alla nazionale maggiore, tutto in nome del perfezionamento e della crescita di un paese che sembrava tagliato completamente fuori dagli sviluppi del calcio. Alla base di tutto ciò, una nuova generazione di talenti cresciuti all’estero, principalmente in Francia e Germania, che hanno di fatto raddoppiato il numero di professionisti nel paese.

500 mila abitanti; un Paese grande meno della provincia di Rieti: il calcio da queste parti sembra roba recente, visto che la formazione scesa in campo nell’ultima sfida contro il San Marino, terminata con una vittoria per 3-0, aveva un’età media di 23 anni: nove dei protagonisti in campo sono nati dopo il 1997, con la possibilità di costruire ma soprattutto programmare un qualcosa a lungo termine, magari prendendo spunto da altri paesi come l’Islanda reduce dalla doppia partecipazione all’Europeo e al Mondiale. Stella del gruppo il centrocampista numero dieci Vincent Thill: figlio d’arte (suo padre Serge fu un modesto attaccante in patria fra la fine degli anni novanta e i primi duemila) ha compiuto appena 18 anni (è un classe duemila) lo scorso febbraio. Cresciuto nel Metz, ha debuttato in Ligue 1 nel settembre 2016 diventando il primo “Millenial” a debuttare in uno dei primi cinque campionati europei. Classico fantasista, svaria per tutto il fronte d’attacco e fa della tecnica la sua arma migliore. Qualcuno l’ha paragonato a Pjanic, altro grande prodotto delle giovanili del Metz, c’è chi dice che Bayern Monaco e Real Madrid ne osservano continuamente i movimenti. Oggi lo abbiamo un po’ perso, essendo finito in prestito in Serie C francese al Pau. Lo stesso invece non si può dire del fratello Oliver, centrocampista centrale e più grande di quattro anni, che invece è finito ai russi dell’Ufa, al momento penultimi in classifica. Quattro presenze da titolare e una grande considerazione da parte dell’allenatore Sergey Tomarov, che ne rimase stregato nel terzo turno di Europa League, quando l’Ufa eliminò a fatica i lussemburghesi del Progrès Niederkorn, dove tutt’ora gioca il terzo fratello, più grande, Sebastien.

Altri nomi interessanti? Enes Mahmutovic, difensore classe 1997 cresciuto nelle giovanili del Middlesbrough e ora al Yeovil in League Two, Leandro Barreiro, centrocampista d’origine portoghese classe 2000 di proprietà del Mainz (una panchina in Bundesliga in stagione, oltre a svariati allenamenti con la prima squadra), Florian Bohnert, ala sinistra classe 1997 di proprietà dello Schalke ma in prestito in quarta divisione, Daniel Sinani, sempre 1997 ma attaccante. Di origini serbe, è diventato eroe nazionale grazie alle tre reti nella doppia sfida contro il Cluj che hanno regalato la prima storia qualificazione in Europa League al Dudelange. Punto focale che aggiunto ai risultati della nazionale certifica più che mai la voglia di crescere nel calcio da parte del popolo lussemburghese. Con un pizzico di fortuna inoltre può esserci la possibilità di un posto nei playoff per Euro 2020. Un sogno per un paese così piccolo, debole calcisticamente parlando ma da sempre al centro delle dinamiche sportive essendo presente fin dagli albori all’interno della UEFA e della FIFA.