Youri Djorkaeff

Correva l’anno – 5 gennaio 1997, la prodezza di Youri Djorkaeff

Ci sono giocatori che pur baciati da qualche divinità del pallone sono comunque destinati ad una vita calcistica da comprimari. Sono quelli dotati di un talento incredibile, cristallino; quelli che fanno innamorare la tifoseria della squadra per cui giocano. Ma che in carriera raccolgono probabilmente molto meno di quanto avrebbero meritato. Vuoi perché hanno difficoltà a portare a casa un trofeo di spessore; vuoi perché quando questo invece accade finisce che c’è sempre qualcun altro a rubare la scena.

Un po’ insomma quello che è successo a Youri Djorkaeff, funambolo francese di origine armena che se non fece innamorare una generazione di tifosi fece sicuramente impazzire chi scrive queste poche righe. Ed i tifosi dell’Inter, chiaro. È con la maglia nerazzurra che Djorkaeff siglò quello che ancora oggi resta uno dei gol più belli della storia del calcio. Uno di quei gesti che se non fosse che Parola è diventato così iconico per la Panini, forse sarebbe finito sui pacchetti di figurine dell’azienda modenese. Non è il gol del secolo di Maradona, ma poco ci manca.

Perché è uno di quei gesti che solo un fuoriclasse può sfornare; che solo una mente fuori dal normale può elaborare in una frazione di secondo. Perché tanto ha avuto a disposizione Djorkaeff quel pomeriggio del 5 gennaio 1997 per pensare a come spedire in rete il campanile alzato dal povero Petruzzi, difensore della Roma di quell’anno e suo malgrado sfortunato coprotagonista di questa storia. Una frazione di secondo in cui Youri Djorkaeff non trovò niente di meglio a cui pensare se non a una rovesciata. Che poi chiamarla rovesciata è anche improprio. Chiamiamola una sforbiciata ad inclinazione quasi para a quella di una rovesciata. Vabbè, chiamiamola con il nome suo così non ci sbagliamo: un capolavoro!

Dal vertice destro dell’area piccola; con la punta del piede a grattare la copertura di San Siro. Un pallone su cui un giocatore normale, come Petruzzi, avrebbe provato inutilmente a svettare di testa. Un giocatore normale, appunto. Ma Youri Djorkaeff non era un giocatore normale. È stato solo sfortunato ad aver vinto un Mondiale ed un Europeo all’ombra della stella di Zizou Zidane.

Che avrà anche vinto un Pallone d’Oro più di Djorkaeff. Ma che non ha mai avuto l’onore di vedere un suo gol immortalato sull’abbonamento stagionale di una squadra di club.