Serie A, la nona giornata in cinque (s)punti

Analizziamo come di consueto la giornata di campionato in cinque punti.

FRENGO O FRENGO

È arrivato il momento di dirlo fuori dai denti. Ma che senso ha andare a prendere a dieci giorni dall’inizio del campionato un allenatore di in un torneo secondario e la cui grande impresa, la scorsa stagione, è stata quella di farsi sfuggire uno scudetto all’ultima giornata andando a perdere sul campo di una squadra praticamente retrocessa? Lo diciamo noi: nessuna! L’Inter non ha un gioco, non ha personalità e fisicamente sembra a pezzi. Sull’ultimo punto chiudiamo un occhio; probabilmente non è colpa di De Boer. Ma sui primi due la responsabilità è esclusivamente dell’olandese. Dopo tre mesi un allenatore di un certo calibro la sua impronta la lascia e come. L’esonero dell’ex Ajax appare praticamente scontato. Chissà che alla Pinetina non decidano finalmente di ingaggiare un allenatore italiano. Che poi a pensarci bene già ce l’avevano ed era anche di uno dei più forti. Valli a capire questi cinesi.

QUALCUNO SALVI MANOLO

Il fallo di reazione dopo trenta minuti scarsi di partita a Crotone è il segnale definitivo che Manolo Gabbiadini è sulla via dell’autodistruzione. È incredibile la storia di questo ragazzo tanto forte nella sua esperienza a Napoli quando ha dovuto giocare nell’ombra di Higuain e Milik quanto debole quando ha dovuto portare sulle spalle il peso dell’essere attore protagonista. Caro “Nino”, purtroppo sono questi i particolari da cui si giudica un giocatore. Quale possa essere la cura è difficile dirlo. Ne questa volta ci sentiamo di prendercela con Sarri che nel dopo partita ha giustamente puntato il dito contro il giocatore. Una soluzione probabilmente potrebbe essere un nuovo passaggio per la provincia. Magari cogliendo già l’occasione nel mercato di gennaio. Con buona pace di De Laurentiis che starà ancora piangendo per quell’offerta da 30 milioni declinata in estate.

SE L’ANTI JUVE È…LA JUVE

Di Milan-Juventus abbiamo abbondantemente scritto (leggi qui). Resta un’ultima considerazione da fare. Siamo sicuri che lo strapotere dei bianconeri verrà fuori alla distanza. Ma la Juve di questo inizio di stagione, brutta ma spesso e volentieri cinica, ha dimostrato tra la Champions e le due trasferte a San Siro ciò che si pensava ad inizio stagione. Cioè, che non c’è peggior nemico di se stessi da combattere. Attenzione.

QUANTA BELLA GIOVENTÙ

È stata la domenica di Locatelli, Murgia, Verdi, Bernardeschi e Donnarumma (su tutti). Ma in generale in questa Serie A dall’età media finalmente (abbastanza) bassa di giovani interessanti ce ne sono veramente tanti. Tardi, ma anche i nostri club hanno capito che la crisi si può battere con le idee. Ma cosa ancora più importante, sembrano aver capito che certe volte è meglio cercare in casa propria piuttosto che andare all’estero in caccia di presunti affari.

SI, SIAMO RIPETITIVI

Lo abbiamo già detto? Allora lo ribadiamo. Mai come quest’anno la lotta per non retrocedere rischia di essere avvilente. In fondo alla classifica c’è veramente poca roba interessante. E quel poco che c’è si ostina a non cambiare pelle sbattendo sempre contro gli stessi errori. Che peccato.