Serge Aurier: dalla Costa D’Avorio al carcere di Parigi passando per il campo

Serge Aurier, difensore ivoriano del Paris Saint-Germain, non è sicuramente ciò che si potrebbe definire “un esempio nello sport come nella vita”. Scoperto più volte in atteggiamenti sopra le righe, il terzino sembra ultimamente fare più parlare di sé per le sue vicissitudini fuori dal terreno di gioco che per quanto in grado di fare sul rettangolo verde nei novanta minuti.

SERGE AURIER: IN CAMPO SI PARLA DI SACRIFICIO ED ADATTAMENTO. MA FUORI…

Certamente un peccato, dato che il ventitreenne, oltre ad essere una giovane promessa per il club parigino, è un calciatore con delle doti straordinarie. Una capacità di adattamento in tutta la fase difensiva fa di lui un tuttofare ormai indispensabile alla retroguardia rossoblu e la sua buona elevazione lo porta anche, spesso e volentieri, a salire in occasioni di calcio d’angolo o punizioni con possibilità di cross alto. Nel suo curriculum tuttavia, come anticipato, appare ben altro oltre ai meriti sportivi. Il giovane infatti, sembra tutto il contrario di un calciatore in grado di fare spogliatoio, creando non pochi problemi alla società per frequenti litigi con i compagni. Un atteggiamento da sempre disdegnato dal tecnico Laurent Blanc, capace di mettere la testa calda addirittura fuori rosa dopo gli epiteti assegnati anche a lui stesso da Aurier. Tra le vittime degli insulti spiccano inoltre i nomi di Salvatore Sirigu, definito un bollito, Angel Di Maria, chiamato burattino e, udite udite, Zlatan Ibrahimovic. Sì, l’ivoriano ha avuto da ridire anche sulla punta svedese, non capace, secondo lui, di metterlo sotto pressione.

L’ULTIMO GUAIO DI AURIER: QUESTA VOLTA SI FA SUL SERIO

Ma tutto questo, per quanto strano, è ancora niente se lo si paragona all’ultima sbandata del difensore, stuzzicato all’uscita di una discoteca, alle sei del mattino, mentre aggrediva, verbalmente e fisicamente un agente di polizia. Finire fuori dalla lista dei titolari e pagare una multa salata non ha sortito insomma nessun effetto sul buon senso del calciatore, ora condannato a due mesi di reclusione in carcere, più un ulteriore ammenda di quarantacinque mila euro. La denuncia è per “oltraggio a pubblico ufficiale e violenze leggere” e nonostante l’ivoriano neghi la gomitata l’unica cosa fattibile dal suo avvocato sembra per ora quantomeno ritardare l’ingresso in carcere del suo assistito, regolarmente in campo durante la sfida del PSG contro i bulgari del Ludogorets ma assente già l’ultima domenica di campionato, non essendosi potuto allenare regolarmente. Un colpo non male sulle spalle di un club in crisi già per un inizio stagione non proprio entusiasmante, nonostante la prospettiva di rilancio futuro.