Otto Bomber degli anni ’90 che non tutti ricordano

Batistuta, Ronaldo, Signori, Baggio, Crespo, Rivaldo, Vialli, Mancini, Inzaghi e via dicendo. La lista dei grandi bomber degli anni ’90 di cui tutti ricordano il nome sarebbe infinita. Quello infatti era un calcio dove il Falso nueve era ancora sconosciuto ed il centravanti goleador era semplicemente irrinunciabile. Non a caso il modulo principe era il 4-4-2  e se eri un fantasista eri già fortunato se giocavi seconda punta anziché finire sull’esterno se non addirittura in panchina. Chiaro quindi che quella fu una decade particolarmente fortunata per quelli che di mestiere facevano i gol. E chi quegli anni li ha vissuti vi può assicurare che erano veramente in tanti a cavarsela in materia. Di alcuni è facile ricordarne il nome. Ma quanti di voi sentendo a domanda “Chi erano i Bomber degli anni ’90” risponderebbe con i nomi che seguono?

DAVOR SUKER

Dopo aver vestito le maglie dell’Osijek, Dinamo Zagabria (34 reti in 60 partite) e della nazionale Jugoslava (partecipò anche al Mondiale in Italia) Davor Suker diventa noto al grande calcio ad inizio anni ’90 quando sbarca in Spagna. Con le maglie di Siviglia e Real Madrid colleziona 239 presenze e 110 gol imponendosi come uno dei migliori bomber del vecchio continente. Con le Merengues vince la Liga nella stagione 1996-1997 e la Champions League, ai danni della Juventus,  l’anno successivo nella finalissima di Amsterdam. Proprio il 1998 è forse la stagione migliore del centravanti croato che in estate conduce la sua nazionale ad un clamoroso terzo posto nel Mondiale di Francia mettendo a segno la bellezza di 6 reti. Le prestazioni di quella stagione gli valgono il secondo posto al Pallone d’Oro ed il terzo al Fifa World Player. Nel 1999 si trasferisce all’Arsenal dove però tradisce le attese mettendo insieme appena 22 presenze e 8 reti. I tifosi dei Gunners lo ricordano prevalentemente per il rigore spedito sul palo nella finale di Coppa Uefa contro il Galatasary quando Wenger lo mandò in campo esclusivamente per battere il penalty. Per la cronaca alla fine vinsero i turchi. Per la cronaca oggi Suker è presidente della federazione calcistica della Croazia nonché vicepresidente della Commissione consultiva Marketin e membro del Comitato Esecutivo UEFA.

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HAKAN SUKUR

A proposito di turchi e di Galatasaray, impossibile non considerare in questa carrellata il mitico Hakan Sukur. Il centravanti ha costruito la sua fortuna prevalentemente in patria. Nonostante due brevi parentesi in Italia (con il Torino nel 1995 e con Inter e Parma nel biennio 2000-2002) il nome del giocatore è indissolubilmente legato a quello del Galatasaray e della nazionale della mezza luna. Con i giallorossi di Istanbul ha totalizzato la bellezza di 545 presenze e 297 gol diventando lo spauracchio delle squadre europee che sbarcavano in Turchia per le coppe ed una vera e propria istituzione in patria dove con 51 gol in 112 partite è ancora oggi il recordman di reti della Nazionale. La visibilità e gli onori delle cronache gli consentono anche di intraprendere la carriera politica. Nel 2011 viene infatti eletto deputato in Parlamento nelle fila del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo vicino a Gulen. Si dimette quando Erdogan rompe con Gulen dopo un’inchiesta per corruzione che riguardava proprio l’attuale presidente. Il 12 agosto 2016 viene emesso un ordine di arresto nei suoi confronti poiché ritenuto vicino a un gruppo terroristico che avrebbe orchestrato il tentato golpe ad Erdogan.

MARCO SIMONE

Quella di Marco Simone all’apparenza può sembrare la tipica storia del comprimario. Ma sviscerando i suoi numeri ci si rende conto che non è proprio così. Il Milan lo acquista dal Como nell’estate del 1989 pagandolo 6 miliardi di lire. Con i rossoneri mette insieme tra campionato e coppe ben 245 presenze e 74 gol. La sua stagione di grazia all’ombra della Madonnina è quella ’94-’95 dove realizza 21 reti in 45 presenze. Nell’estate del 1997 si trasferisce in Francia al PSG. I parigini pagano il suo cartellino 10 miliardi di lire, cifra record a quei tempi per il campionato francese per un giocatore straniero. Nella prima stagione a Parigi Simone realizza 22 reti in 43 partite contribuendo da protagonista nella vittoria di Supercoppa e Coppa di Francia e vincendo il titolo di Miglior calciatore straniero davanti ad un altro italiano, Fabrizio Ravanelli, nonché l’oscar come Miglior giocatore in stagione. La seconda stagione sotto la Tour Eiffel non è altrettanto esaltante e si chiude con 10 gol in 37 presenze. Evidentemente il giocatore si stava riposando in vista della stagione seguente dove con la maglia del Monaco realizza 21 reti e viene nuovamente eletto Miglior calciatore straniero del campionato francese. Gli anni d’oro di Marco Simone finiscono lì, con l’inizio del nuovo millennio. Oggi l’ex rossonero è tecnico del Tours in Ligue 2.

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PEDRAG MIJATOVIC

Giocatore serbo che scrive tra il 1990 ed il 1999 la storia di Partizan, Valencia e Real Madrid. Con la squadra di Belgrado vince due volte il campionato ed altrettante la coppa nazionale collezionando 104 presenze e 44 gol. La sua consacrazione avviene però con la maglia del Valencia dove, nella stagione 1995-1996, realizza 28 reti in 40 presenze attirando su di se i riflettori di tutta l’Europa calcistica che conta. La spunta il Real Madrid che lo ingaggia al termine di quella stagione. Lui ringrazia, tra le altre cose, con il gol (in fuorigioco) decisivo nella finalissima di Champions League del 1998 contro la Juventus che riconsegna alle Merengues un trofeo che mancava in bacheca da oltre 25 anni. Anche lui si perde con l’inizio del nuovo millennio.

JARI LITMANEN

Se pensi ad un calciatore della Finlandia non può che venirti in mente lui. Ma non solo. Non esiste infatti Litmanen senza Ajax. E’ con la maglia dei lancieri che il centravanti scrive le pagine migliori della sua storia calcistica. Dal 1992 al 1999 colleziona 159 presenze e 91 reti che consentono al club di Amsterdam di vincere qualsiasi cosa a livello nazionale ed internazionale. Con l’inizio del nuovo millennio decide di tentare il grande salto. Ma le esperienze con Barcellona e Liverpool sono fallimentari. Con la maglia della sua nazionale è il solo insieme ad Ari Hjelm ad aver superato le 100 presenze. E’ suo anche il record di reti segnate (32). Insomma, nonostante la scarsa concorrenza non è comunque un caso se viene considerato il milgior giocatore finlandese di tutti i tempi. Del resto solo con le squadre di club il suo bottino complessivo è di 227 gol in 521 presenze, praticamente un gol ogni due presenze.

IAN WRIGHT

Attaccante inglese che ha legato le sue fortune a quelle dell’Arsenal e viceversa. Dal 1991 al 1998 con la maglia dei Gunners totalizza 221 presenze impreziosite da 128 reti (media di 0,6 gol a partita). Con i biancorossi vince anche la FA Cup e la Coppa di lega inglese nel 1993, la Coppa delle Coppe contro il Parma nel 1994 ed il double campionato-coppa nel 1998.

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ANTHONY YEBOAH

E’ considerato l’attaccante ghanese più forte di tutti i tempi. Sicuramente è stato tra i più prolifici. La sua carriera in Europa è legata alle maglie di Eintracht Francoforte, Leeds ed Amburgo con le quali ha collezionato 129 presenze in 285 partite. Decisamente niente male.

GEORGE WEAH

E poi c’è lui, sua maestà. L’unico giocatore africano ad aver conquistato Pallone d’oro e Fifa World Player pur non avendo vinto nessun trofeo europeo. Quello che l’IFFHS ha scelto come calciatore africano del secolo. Il suo nome è legato a Monaco, PSG e soprattutto al Milan. Con questi tre club mette insieme 125 reti in 313 presenze. Molti ricordano con la maglia rossonera l’incredibile gol messo a segno contro il Verona l’8 settembre 1996: Weah recupera palla nella propria area e si lancia in un coast to coast seminando tre avversari e depositando alle spalle del portiere in uscita. Spettacolare. Ma spettacolare è anche la sua sfrenata esultanza dopo un gol, emblematico del suo strapotere fisico e della sua rapidità, messo a segno alla Juventus. Balletto a gambe alzate in corsa e lingua di fuori. Io me ne innamorai così!