Moreirense, la provinciale regina di Portogallo

Il calcio è bello anche perché non c’è partita da dare per scontata. Lo sanno in Portogallo, dove il 29 gennaio scorso hanno visto la Moreirense vincere la Taça de Portugal, la Coppa di Lega nazionale. La Moreirense non era proprio partita con i favori del pronostico, ma ha vinto il primo trofeo della propria storia con merito in finale contro il Braga per 1-0, dopo aver battuto nel suo percorso anche il Porto con lo stesso punteggio (nel corso del girone B, che, poi vinto, ha dato l’accesso alla fase finale del torneo) e il Benfica, in rimonta, per 3-1 in semifinale. La Moreirense Futebol Clube è la squadra di Moreira, frazione del Comune di Guimarães che dista poco più di 50 chilometri da Braga. Una sorta di derby quello della finale di gennaio, quindi. L’eco dell’impresa della Moreirense probabilmente non è arrivato in Italia con la stessa prorompenza che ha investito il Portogallo, ma quella del club biancoverde è stata una vittoria storica che ha fatto gioire il popolo di Moreira per la conquista di una coppa per la prima volta dal 1938, anno della fondazione del club.  Con una storia che l’ha vista alternarsi tra la prima e la terza serie portoghese, la Moreirense conta appena 1.700 spettatori in media a partita. Una vittoria d’élite se vogliamo, perché gli dei del calcio portoghese hanno voluto premiare, per una volta, una tifoseria che mai prima del 29 gennaio scorso aveva visto alzare un trofeo da un loro capitano, mai prima di André Micael Pereira, il 28enne leader della retroguardia moreirense. Nella stagione che ha visto la favola del Leicester sgretolarsi sotto i piedi del suo principale artefice è la Moreirense a prenderne in eredità l’impresa, almeno in parte. Il tecnico Augusto Inácio, 62 anni compiuti a inizio mese, ha potuto festeggiare il suo secondo titolo da allenatore dopo il campionato vinto con lo Sporting di Lisbona diciassette anni fa, coronando il sogno di una Cenerentola che per una stagione è diventata, lo si può dire, regina di Portogallo. Perché non c’è partita da dare per scontata, e in fondo è questo il bello del calcio.