L’intramontabile Zlatan

“The result is not the result we wanted, it’s not the result we fought for, but it is a result we have to accept.” Così un José Mourinho provato emotivamente si è presentato ai microfoni nella pancia dell’Old Trafford nel post-gara con il Liverpool. Il tecnico ha parlato di risultato (1-1) non voluto ma fortemente cercato. Soprattutto dopo l’iniziale svantaggio e in particolar modo nel secondo tempo, quando la squadra ha finalmente mostrato carattere chiudendo il Liverpool nella propria metà campo. Forse inconsciamente, o più probabilmente abituati ormai alla psicologia del portoghese, volutamente, Mourinho ha deciso di omaggiare la squadra e non soffermarsi sui singoli. Come ad esempio Zlatan Ibrahimovic, autore del gol del pari nel match con i Reds e protagonista indiscusso della recente riscossa, frutto di 16 risultati utili consecutivi (6 vittorie ed un pari negli ultimi 7 match), dei Red Devils che ha di improvviso rilanciato le ambizioni stagionali del club e di Mou.

Una stagione che, a fronte degli oltre 150 milioni spesi in estate ed al netto della vittoria in Community Shield di inizio agosto, era decisamente iniziata nel peggiore dei modi portando ad un certo punto lo United a distanze siderali da una vetta comunque ancora distante 12 punti ed a rincorrere la zona coppe dove invece ora Zlatan Ibrahimovic e compagni sono protagonisti della bagarre. A guidare la resurrezione è stato proprio il centravanti svedese capace in pochi mesi di conquistare, oltre alle prime pagine dei tabloid inglesi, il cuore di molti sostenitori Red Devils.

Giunto a Manchester a costo zero ma con un contratto stellare, Il trentacinquenne ex Paris Saint Germain ha già totalizzato la bellezza di 19 reti in 29 gare giocate con ben 6 assist all’attivo. Una media da far invidia a molti attaccanti europei, tenendo conto soprattutto che lo svedese ha segnato tredici reti nelle ultime tredici uscite e del peso delle realizzazioni del gigante, mai banale nel momento del bisogno. Come contro il Liverpool dove è proprio Ibrahimovic a togliere le castagne dal fuoco alla squadra di Mourinho rimediando all’errore di Mr. 125 milioni Paul Pogba e ristabilendo la parità. Un gol che gli è valso inoltre il primato nella classifica marcatori in compagnia di Diego Costa e di Alexis Sanchez.

La strepitosa stagione di Zlatan Ibrahimovic inizia con il colpo di testa che decide a Wembley la finale di supercoppa con il Leicester e prosegue in Premier a partire dalla seconda giornata, quando il numero 9 evita alla banda marcata Chevrolet un imbarazzante pareggio interno con il Southampton grazie ad una doppietta che incrementa di due punti il bottino giornaliero del team. A seguire anche Crystal Palace e West Bromwich Albion devono piegarsi al cospetto di Zlatan, decisivo per la vittoria in queste due circostanze e prezioso salvagente in altre dove, magari pur non segnando, tiene a galla i suoi evitando che lo United si lasci trascinare alla deriva. Come ad esempio accade in Europa League dove Zlanta Ibrahimovic si rende decisivo con due reti ed altrettanti assist in cinque partite evitando allo United un’eliminazione che ad un certo punto sembrava quasi inevitabile.

In pochi erano pronti a scommettere su un Ibrahimovic così decisivo in Premier a trentacinque anni. Più di qualcuno aveva anzi già etichettato l’acquisto dello svedese come un flop. Colpa di un ingaggio pesante per un giocatore di quell’età. Invece, con numeri che hanno già ripagato i 15 milioni che incasserà in questa stagione, Ibra sta zittendo gli scettici e facendo innamorare i tifosi dello United dimostrando in appena 21 giornate di essere tutt’altro che un giocatore finito. In città c’è chi ha proposto di far diventare l’1 Luglio, giorno dell’arrivo dello svedese in città, l’“Ibrahimovic Day”. C’è da scommettere che il centravanti apprezzerebbe la ricorrenza. E chissà che alla fine la giornata non venga istituita seriamente. Del resto l’Inghilterra, e la parte di Manchester che tifa United in particolare, è già pazza di lui che, come sempre senza conoscere modestia, ha di recente dichiarato al sito ufficiale dello United: “Non ho obiettivi personali, perché qui al Manchester United ho già fatto quello che dovevo dopo soli tre mesi in Inghilterra”.