Lazio's German forward Miroslav Josef Klose celebrates on October 16, 2011 after scoring against AS Roma during an Italian serie A football match against Lazio at the Olympic stadium in Rome. AFP PHOTO / ALBERTO PIZZOLI (Photo credit should read ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Lazio-Verona 5-2, i biancocelesti sognano l’Europa

Partita pazza quella dell’Olimpico tra Lazio e Verona. Finisce 5-2 un match che i padroni di casa hanno avuto in pugno per buona parte della gara ma che hanno chiuso definitivamente solo nei cinque minuti finali dopo che a dieci dal termine il Verona era riuscito a portarsi da 3-0 a 3-2. Decisivo per la squadra di Pioli l’ingresso in campo di Miro Klose. Una partita sostanzialmente dominata da una Lazio che anche nei giorni migliori, comunque lontani da quelli sfarzosi della scorsa stagione, dimostra sempre le solite lacune difensive. Il risultato finale alimenta le speranze europee dei capitolini mentre è probabilmente una sentenza per il Verona. La zona salvezza per i veneti è infatti sempre più un miraggio.

PRIMO TEMPO – Pioli recupera Biglia e Candreva ma schiera dal primo minuto solo il regista argentino. Sugli esterni infatti fiducia dal primo minuto a Felipe Anderson e Mauri. Matri guida l’attacco mentre in difesa Konko sostituisce Basta con Lulic che scala a sinistra. Del Neri si affida all’undici titolare con l’unica eccezione di Marrone che è squalificato. La ricerca dei gol per rincorrere la salvezza è affidata al duo Toni-Pazzini. Parte bene la Lazio che sin dalle prime battute del match si porta stabilmente nella metà campo avversaria con un Felipe Anderson che sembra in palla. Proprio il brasiliano regala il primo brivido della partita all’8′ quando dopo essersi accentrato dalla sinistra lascia partire un diagonale che però è strozzato e non impensierisce Gollini. All’11’ episodio dubbio nell’area di rigore scaligera. Sempre Felipe Anderson lascia partire un cross basso dalla destra. Gollini lascia scorrere il pallone sul quale si avventa però Matri. Il centravanti, ad un passo dalla linea di porta, prende il pallone con la punta un secondo prima di essere travolto dall’estremo difensore veronese. La palla finisce fuori ed i pochi spettatori dell’Olimpico gridano al rigore. Non è dello stesso avviso Gervasoni che decreta la semplice rimessa dal fondo. Il 4-1-4-1 di Pioli è propositivo e la spinta sulle fasce è costantemente accompagnata dagli inserimenti centrali di Cataldi e Milinkovic-Savic che beneficiano del continuo movimento di Matri. Il Verona, schierato da Del Neri con il classico 4-4-2, è più preoccupato a non prenderle che a darle. Si contano sempre almeno otto giocatori dietro la linea della palla con i soli Pazzini e Toni in avanti con il primo che si muove qualche metro indietro rispetto al secondo. Il risultato è che la Lazio pur non subendo niente riesce a produrre solo una gran quantità di cross che trovano sempre ben piazzata la retroguardia veneta. La soluzione per i biancocelesti è allora la ricerca del tiro da fuori cosa che non è propriamente nelle corde della banda di Pioli. Al 21′ è però Lulic a tentare di cambiare melodia. La conclusione del bosniaco, potente ma centrale, trova pronto Gollini. Due minuti più tardi è il Verona a sfiorare il clamoroso vantaggio. Una delle rare sortite degli scaligeri regala un calcio d’angolo sugli sviluppi del quale Jankovic pesca in area Pazzini che di testa in tuffo costringe Marchetti ad un’impegnativa deviazione in angolo. Quattro minuti dopo, al 24′, è ancora il Verona a sfiorare il gol questa volta con Toni che su un cross dalla destra è bravo a staccarsi prendendo di sorpresa Mauricio e Konko ed a colpire di testa spedendo la palla di poco a lato. Passato lo spavento la Lazio ricomincia a premere creando alcune situazioni pericolose con Cataldi e Savic che sbaglia clamorosamente il controllo su un ottimo pallone fornito dal numero 32 laziale che poteva portarlo a tu per tu con Gollini. Il primo tempo sembra destinato a chiudersi sullo 0-0 ed invece proprio allo scadere arriva il vantaggio laziale. Cataldi è bravo a resistere sulla trequarti ad una carica e pur perdendo per un attimo l’equilibrio riesce a rialzarsi servendo in diagonale Matri. L’ex centravanti della Juve in spaccata prende in controtempo Gollini e sblocca l’incontro.

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SECONDO TEMPO – La ripresa si apre subito con il raddoppio della Lazio. L’assist è ancora di Cataldi bravo ad inserirsi con il tempo giusto su un filtrante in area di rigore ed a servire al centro Mauri che deve solo appoggiare in rete. Del Neri accusa il colpo e senza indugiare sostituisce Jankovic e Fares con Romulo e Gilberto Junior. La volontà del tecnico è quella di mettere benzina sulle fasce ma l’impianto tattico non cambia e di riflesso non cambia la trama della partita. Il doppio vantaggio da forse un po’ troppa fiducia alla Lazio che pur senza abbassare il baricentro alleggerisce la pressione e forza un po’ troppo la giocata quando potrebbe invece affondare il colpo e chiudere definitivamente i conti. Così intorno al quarto d’ora, in una delle rare sortite dei veneti, i biancocelesti rischiano il patatrac consentendo a Wszolek di entrare in area e servire al centro dove c’è il solo Hoedt che non resosi evidentemente conto della situazione devia comunque il pallone centrando in pieno la traversa lasciando impietrito Marchetti e rischiando un clamoroso autogol. La Lazio capisce la lezione e poco dopo sigla il 3-0. Felipe Anderson tenta l’azione personale ma viene atterrato al limite dell’area di rigore. Gervasoni non fischia e nel batti e ribatti la palla arriva sull’esterno a Matri, in evidente posizione di fuorigioco, che rimette al centro dove proprio Felipe Anderson appoggia indisturbato a porta ormai sguarnita. Del Neri gioca la carta Gomez al posto di un opaco Pazzini. Il match sembra in ghiaccio ma un fallo dal limite di Mauricio, ammonito nell’occasione, regala a Greco un punizione dal limite che l’ex giallorosso spedisce magistralmente all’angolino. Il gol non sembra scuotere particolarmente il Verona che con il suo ostinato 4-4-2 non crea particolari apprensioni alla retroguardia biancoceleste. Anzi, sono ancora i padroni di casa, che nel frattempo hanno sostituito Mauri con Keita, a sfiorare il quarto gol con l’ottimo Cataldi. Ma le sorprese nel calcio sono sempre dietro l’angolo e su quello che sembra un innocuo cross il vecchietto Toni scherza con l’inesperto Hoedt e riapre i giochi quando al termine del match mancano dodici minuti più recupero. Un’eternità. Fortuna che anche la Lazio ha il suo uomo di grande esperienza, Miro Klose. Il tedesco entra in campo e chiude una magistrale ripartenza servendo un cioccolatino a Keita che il numero quattordici scarta ed ingoia con piacere spedendo a giro al volo praticamente sotto l’incrocio. Il tedesco si ripete poco dopo servendo l’assist questa volta a Cataldi che però spedisce alto. Il bomber teutonico potrebbe scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori al 40′ quando invece si divora un gol che sembrava fatto spedendo clamorosamente a lato da ottima posizione. Errore che non impoverisce una prestazione comunque maiuscola. La partita la chiude allora Candreva, nel frattempo subentrato ad un buon Felipe Anderson, trasformando dal dischetto un calcio di rigore concesso per l’atterramento di Lulic. Il 5-2 finale riaccende le speranze europee dei biancocelesti mentre chiude probabilmente definitivamente il discorso salvezza per il Verona.