La Roma e Sabatini divorziano: i top e i flop del DS

Era giugno del 2011 quando Sabatini si accasò in una Roma appena passata di mano dalla famiglia Sensi alla nuova gestione americana. L’ingresso nell’organigramma del DS umbro fu accolto con molto entusiasmo dai tifosi giallorossi, memori dei numerosi talenti che Sabatini aveva saputo scoprire in carriera, da Pastore al biancoceleste Kolarov. Inoltre la proprietà americana aveva un budget molto sostanzioso da investire e dunque non sarebbe mancata la possibilità di qualche colpo ad effetto. Il rapporto che si crea non è mai di facile gestione. Sabatini oscilla sempre tra il campione con un futuro roseo (puntualmente ceduti) e colossali fiaschi che rimangono ancorate alle casse della società, deludendo le aspettative dei tifosi. Dopo 5 anni con più flop che top Sabatini e la Roma decidono consensualmente di separarsi. Non sussistono più le condizioni per lavorare in un certo modo, data la forte influenza che Spalletti ha sulla gestione del mercato. Se Sabatini punta in prospettiva, il tecnico vuole giocatori affermati pronti ora e subito. Tentiamo dunque di ripercorrere il percorso dell’ex DS giallorosso attraverso l’analisi di quelli che possono essere considerati i suoi migliori acquisti e i suoi flop clamorosi.

GLI 11 ACQUISTI TOP DI SABATINI…

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Top 11

Nella top 11 acquisti troviamo Szczesny che, dopo una serie di flop di cui parleremo dopo (su tutti Stekeleenburg e Goicoechea), riesce a dare un po’ di stabilità alla porta giallorossa. Non senza qualche sbavatura (il 2° gol del Porto nella sfida di ritorno dei preliminari), il polacco è comunque una certezza.

A sinistra c’è l’unico terzino vero mai acquistato da Sabatini nel quinquennio giallorosso, cosa che i tifosi più volte gli rinfacceranno: Digne viene preso in prestito dal PSG a cui poi viene rispedito a causa dell’elevata richiesta del club parigino, disputa con la Roma una buona stagione sopratutto considerando che l’unico terzino di ruolo  e non ha un ricambio. Attualmente è al Barcellona.

Manolas e Benatia, quella coppia di centrali da scudetto che però non giocheranno mai insieme. Il marocchino viene prelevato dall’Udinese, cresce esponenzialmente e il Bayern Monaco decide di puntare su di lui, per poi lasciarlo tornare alla Juventus. Il greco, strappato proprio ai bianconeri, arriva a fine agosto per sostituire il partente Benatia e si dimostra un vero muro difensivo.

A destra uno dei pupilli sabatiniani, Marquinhos arriva a Roma dal Brasile, ragazzino sconosciuto che, nonostante le attitudini non proprio difensive di Zeman, dimostra tutto il suo immenso valore. Gioca una stagione strepitosa con la Roma e il PSG fa follie per averlo.

A centrocampo troviamo Nainggolan, Pjanic, Strootman e Perotti. Il belga arriva dopo un lungo corteggiamento e il sacrificio di Bradley, non risente del salto da Cagliari a Roma anzi si dimostra un giocatore di livello internazionale. Il bosniaco è arrivato in sordina dal Lione nel 2011, ha giocato 5 buone stagioni con la Roma per poi decidere di approdare alla Juventus. L’olandese arriva dal Psv per quasi 20 milioni di euro, punto fermo della Roma di Garcia, si infortuna gravemente al ginocchio per ristabilirsi solo due anni dopo. Ora è di nuovo un mastino con pochi rivali. Infine l’argentino Perotti, arrivato dal mercato di riparazione che di solito non porta mai grandi acquisti, ma che invece si integra subito e dimostra tutto il suo potenziale offensivo.

In attacco abbiamo optato per due giocatori simili e allo stesso tempo diversi che racchiudono perfettamente quello che l’esperienza di Sabatini avrebbe dovuto regalare alla Roma: colpi in prospettiva e giocatori affermati. Erik Lamela classe 1992, arriva dal River Plate per circa 17 milioni di euro e nelle 2 stagioni nella Roma si dimostra essere un talento purissimo col calcio nelle vene. Un tipico colpo sabatiniano che infatti viene puntualmente ceduto al Tottenham per 30 milioni. Mohamed Salah, anche questo ’92, con una storia di mercato molto più travagliata con un’infinita bagarre legale tra Chelsea, Fiorentina e i giallorossi che alla fine riescono ad assicurarsi l’egiziano. Si dimostra una vera e propria spina nel fianco di qualsiasi difesa e perno dell’attacco della Roma, di Garcia prima e di Spalletti ora.

…E GLI 11 ACQUISTI FLOP!

Flop 11
Flop 11

Nel corso dei 5 anni giallorossi, Sabatini ha acquistato un gran numero di calciatori e una buona parte di questi, intorno alla metà, è risultato essere al di sotto delle aspettative o un vero e proprio flop: tentiamo di ricostruirne i “migliori” 11.

In porta la sfida è subito accesa tra Stekelenburg e Goicoechea: l’olandese arriva nel primo mercato USA e, nonostante le aspettative e l’ottimo mondiale giocato l’anno prima, si rivela essere un portiere mediocre. Per la storia del portiere argentino ci sarebbe da scrivere un libro: voluto fortemente da Zeman perchè ha i “piedi buoni”, nessuno pensa di ricordargli che un portiere ha bisogno anche delle mani. Ricordiamo una parera nel derby con un tiro da 35 metri di Candreva e lo stupendo autogol su cross innocuo del Cagliari. Uno dei disastri più catastrofici della storia della Roma. In difesa le cose non vanno meglio. Il quartetto Cole, Kjaer, Jedvaj e Bastos farebbe impallidire anche l’allenatore più catenacciaro del mondo. L’inglese arriva dalla Premier League ed è la brutta copia del terzino ammirato con il Chelsea. Kjaer è un vecchio pallino di Sabatini ma combina più danni dei lanzichenecchi. Jedvaj è considerato il nuovo Maldini, ma col Paolone nazionale non ha nemmeno il colore dei capelli in comune. Bastos è una meteora, una stella cadente, di un’inutilità e un’insicurezza sconvolgente.

Come primo centrocampista, troviamo nientemeno che Jose Angel (terzino sinistro ma per ragioni di merito andava inserito comunque). L’indifeso spagnolo arriva a Roma per 5 milioni di euro, viene espulso alla 1a giornata (il buongiorno si vede dal mattino) e colleziona 32 presenze con la maglia giallorossa per poi cominciare il suo girovagare tra varie squadre. Veramente troppe presenze.
Gago e Krkic arrivano rispettivamente dal Real Madrid e dal Barcellona: il primo non fallisce completamente ma non incide quanto si sperava, il secondo non trova mai la sua dimensione deludendo le fortissime aspettative su di lui.
Infine Ucan, arrivato e sparito da Roma in modo silenzioso, oggetto sconosciuto.

Davanti abbiamo il tandem dei sogni Iturbe – Doumbia, in due qualcosa come 42 milioni di euro completamente gettati al vento.
Il primo ormai è in continua fase regressiva e viene ricordato per essere l’acquisto più costoso della storia romanista, tolto Batistuta, e per la sua fidanzata. Il secondo è ricordato per le sue “doti balistiche” e per essere incredibilmente veloce a Fifa.

Come abbiamo visto l’esperienza di Sabatini alla Roma oscilla in quel limbo tra soddisfazione e sofferenza, tra l’entusiasmo e la delusione dei tifosi. Da una parte la top 11 è una squadra fenomenale che però non hai mai visto la luce, nè la possibilità di giocare insieme, sicuramente anche e soprattutto per ragioni economiche e di mercato. Dall’altra la flop 11 è una squadra che lotterebbe per la salvezza e non sarebbe nemmeno cosi sicura di farcela, alcuni sono giocatori improponibili per la maglia giallorossa (Goicoechea, ne vogliamo parlare?), altri sono flop con la complicità del giocatore stesso (Iturbe e Bojan su tutti). Vedremo se Massara, il successore quasi certo di Sabatini, saprà portare un po’ di stabilità e meno imprevidibilità ad un mercato sempre particolare come quello della Roma.