La primavera di Praga

Andrea Stramaccioni è il nuovo allenatore dello Sparta Praga. Il club ceco ha ufficializzato l’ingaggio del tecnico romano che ha siglato un biennale da 1,5 milioni a stagione dopo aver risolto il contratto con il Panathinaikos. La scelta di Stramaccioni è stata fortemente voluta dal presidente dello Sparta Praga, Daniel Kretinsky, che ha progetti ambiziosi per il club nato nel 1893 dalla volontà di un gruppo di giovani capitanato dai tre fratelli Rudl di dare vita ad uno sport club.

A quei tempi a Praga esisteva già lo Slavia, il club nel quale con il tempo si andranno ad identificare gli intellettuali e la borghesia della città. Del resto la squadra prendeva il nome da un omonimo circolo letterario di Praga in cui, nota di colore, la sola lingua ammessa era il ceco. Progressismo e nazionalismo erano dunque i valori intrinseci del club rispecchiati anche più o meno velatamente dai colori scelti: il bianco, simbolo del fair play; ed il rosso, colore del cuore. Con una stella a completare lo stemma che stava invece ad indicare la speranza.

Fu allora forse per contrapposizione che il gruppo dei fratelli Rudl diede vita all’Athletic Sparta Praga, la squadra del popolo, dove il nome Sparta venne scelto in onore degli spartani dell’Antica Grecia. Il 16 novembre del 1893 il gruppo dei fondatori approvò gli articoli dell’associazione ed il 17 dicembre si svolse il primo incontro generale. Qualche tempo dopo arrivò anche il primo incontro ufficiale dello Sparta il cui stemma tricolore allungava le braccia all’Europa (il blu) ed omaggiava i colori della città, il rosso ed il giallo.

I primi anni di attività agonistica del club portarono in dote il leggendario Iron Sparta, una squadra imbattibile che in 57 incontri fu in grado di raccogliere 53 vittorie e 4 pareggi, e duelli testa a testa con la rivale cittadina, lo Slavia, per collezionare successi in patria ed anche in Europa dove i due club trovarono gloria vincendo entrambi la Mirtropa Cup (3 volte lo Sparta ed una lo Slavia). Con il tempo ed il comunismo a fare da facilitatore, i destini delle due squadre di Praga presero un diverso percorso. Lo Slavia ed i suoi tifosi, invisi al regime per la semplice idea di sovversione potenziale che incarnavano, conobbero gli inferi della serie cadetta. La stella dello Slavia, che aveva dominato a cavallo delle due guerre collezionando 8 titoli nazionali e faceva vanto dell’aver messo a disposizione della Cecoslovacchia ben 8 giocatori che giocarono la finale mondiale nel 1934 (poi vinta dall’Italia), si affievolì.

Mentre continuò imperterrita a risplendere la luce dello Sparta. Almeno fino al 1975, anno in cui anche la squadra del popolo, fino a quel momento unica compagine ad aver sempre militato nella massima serie del campionato, scivolò in seconda serie per quella che resta ancora oggi l’unica retrocessione del club. Il 1977 fu quello del ritorno in prima divisione e di lì a poco ricominciò un percorso vincente. Che nel frattempo però, dopo i successi raccolti nel ventennio 1993-2014 con 12 scudetti, 6 coppe nazionali e 2 supercoppe sembra aver subito una brusca frenata. Le ultime vittorie dello Sparta risalgono alla stagione 2013/2014 quando il club ha centrato la doppietta scudetto-coppa nazionale. I due campionati successivi sono infatti stati appannaggio del Viktoria Plzen mentre la stagione attuale vede in testa ad una giornata dal termine lo Slavia Praga che ha due punti di vantaggio sul Plzen e che sotto la guida della nuova proprietà cinese sembra aver trovato nuovo smalto dopo le vittorie del campionato nel 2007/2008 e 2008/2009.

Stramaccioni eredita una squadra che ha già conquistato aritmeticamente il terzo posto e che parteciperà dunque ai preliminari di Europa League (come testa di serie). Quella dello Sparta è stata infatti una stagione piuttosto travagliata con ben tre allenatori che si sono alternati sulla panchina del Generali Stadium ed una squadra che ha rinunciato al mercato invernale per lasciare spazio ai giovani dell’Academy. Tuttavia, a fronte di un campionato deludente (da considerare anche l’eliminazione in coppa nazionale per mano dello Zlin), lo Sparta si è distinto per aver chiuso in testa il girone eliminatorio di Europa League davanti alle ben più quotate Inter e Southampton. Considerato che la scorsa stagione la squadra di Praga aveva eliminato dalla competizione la Lazio rifilandole un sonoro 0-3 all’Olimpico, si può tranquillamente affermare che Stramaccioni avrà materiale interessante su cui lavorare.

Il reparto più solido è probabilmente quello difensivo dove l’ottimo Michal Kadlec, giocatore di esperienza (32 anni) prelevato la scorsa estate dal Fenerbache, e Ondrej Mazuch (28 anni) proteggono l’arcigno Tomas Koubek (24 anni). Molto interessante anche il terzino destro russo Vyacheslav Karavaev (22 anni) capitano per altro dell’Under 21 del suo Paese. Degna di nota è poi anche la punta centrale Vaclav Kadlec (25 anni) che in stagione ha collezionato 8 reti in 33 presenze che restano comunque ben poca cosa se paragonate al bottino del veterano David Lafata (35 anni): 17 gol in 39 apparizioni.

Stramaccioni avrà molto a che fare con i giovani. Lo Sparta Praga, infatti, fornisce buona parte dell’ossatura dell’Under 21 ceca. Possibile però che l’ex allenatore dell’Inter chieda qualche piccolo sacrificio al proprietario del club, il magnate Daniel Kretinsky, poco più che quarantenne avvocato di Brno che ha costruito la sua fortuna nel settore dell’energia. Secondo la rivista Forbes Kretinsky è il nono cittadino della Repubblica Ceca per ricchezza grazie al suo patrimonio stimato in 450 milioni di euro. Non dovrebbe essere dunque così difficile cercare di accontentare i desiderata di Strama che ha lasciato intendere che proverà a portare in riva alla Moldava Palacio, Budimir e Nestorovski. L’obiettivo dichiarato è quello di riportare lo Sparta Praga a competere ad armi pari con il Viktoria Plzen e le rinnovate ambizioni degli acerrimi rivali dello Slavia. E Praga sogna già una nuova primavera.