Il calcio che verrà

Il calcio è in continua evoluzione, anno per anno. Con la diffusione sempre più rapida anche i paesi che una volta erano completamente estranei al fenomeno, il calcio ha iniziato a diventare sempre più livellato, provando a pensare che forse da alcune parti si è persa un po’ di quell’incertezza che in passato dominava tanti campionati. Lo spettro della “Superlega” è un qualcosa di vivo più che mai, e le cosiddette “Piccole” stanno cercando delle contromisure. Nelle ultime settimane ha preso particolarmente piede la fantomatica “Lega Atlantica”, in risposta al trofeo che le big europee avrebbero provato a comporre seguendo l’esempio dell’Eurolega di pallacanestro, ma trovando risposte negative dalle compagini inglesi, totalmente disinteressate dal poter abbandonare il proprio campionato per giocare una Coppa del genere. Un torneo, secondo il quotidiano danese “BT”, a cui andrebbero a partecipare squadre Scandinave (si fanno i nomi di Rosenborg, Malmoe e Copenhaghen) le olandesi Ajax, Feyenoord e PSV, le belghe Club Brugge e Anderlecht e le scozzesi Celtic e Rangers.

Quello che invece è concreto è ci potrebbe essere una nuova Champions League dalla stagione 2018-2019,che dovrebbe tornare ad avere 4 squadre italiane, nonché una netta maggioranza (almeno 16 compagini sulle 32) provenienti dai primi 4 campionati europei secondo il ranking Uefa. Il Neo presidente UEFA Ceferin, eletto alcuni mesi dopo l’annuncio della riforma, non si è schierato particolarmente a favore e potrebbe ridiscutere il torneo, anche forte dell’appoggio delle leghe inferiori (da cui proviene lo stesso sloveno) che si vedrebbero quasi tagliate fuori con pochissimi posti a disposizione. Nelle ultime ore c’è stata una netta rottura fra la Uefa e la EPFL (l’associazione delle leghe professionistiche europee) che mette a rischio tale riforma. E, nella peggiore delle ipotesi, non si esclude nemmeno una totale rottura con le big europee, che potrebbero pensare di fare un torneo a se.

Il neopresidente Fifa Gianni Infantino invece ha già iniziato a fare tabula rasa: via alla Confederation Cup (l’edizione 2017 dovrebbe essere l’ultima), nuovo Mondiale a 48 squadre (ancora da ufficializzare, ma potrebbe partire dall’edizione 2026) e una nuovo Mondiale per Club, con il tentativo di rilanciarlo attraverso una formula nuova (dal 2019, 24 squadre da tutto il mondo con cadenza biennale). Un tentativo per rilanciare il calcio e scongiurare possibili scissioni che farebbero allargare ulteriormente le gerarchie fra club, che potrebbe in un certo senso allontanare ulteriormente parecchi tifosi dal prodotto.

Nella nostra Serie A invece si continua a parlare, sospesi fra la possibile riduzione a 18 squadre all’obbligo di un certo numero di italiani da mettere in formazione, passando per una possibile ulteriore rivoluzione degli orari, giocando con ben 7 fasce orarie in stile Liga. Possibile non trovare qualcosa di più concreto?