Eravamo quattro amici al VAR

Sabato 19 agosto 2017, ore 18:37. Siamo al minuto 35 di Juventus-Cagliari, match che apre ufficialmente la Serie A 2017/2018. Il bianconero Alex Sandro ha appena agganciato il piede del cagliaritano Cop in area di rigore juventiva. L’azione, pur tra i dubbi dei presenti all’Allianz Stadium, compreso Massimiliano Allegri che si è già girato verso la sua panchina sconsolato perché conscio di come andrà a finire, prosegue con il pallone che si spegne sul fondo. Il guardalinee segnala il corner per la squadra di Rastelli. Un angolo che non si batterà mai. È infatti alle 18:37 di sabato 19 agosto 2017, al 35’ di Juventus-Cagliari, che si scrive una nuova pagina di storia del calcio italiano con l’esordio ufficiale del VAR-Video Assistant Referee.

L’arbitro dell’incontro, Maresca, evidentemente già di per se titubante sul contatto Alex Sandro-Cop, viene avvertito dal duo Valeri-Aureliano, rispettivamente primo e secondo assistente VAR, di dare un’occhiata al replay. È così che Maresca, dopo aver mimato platealmente il gesto del televisore, al quale sarà bene abituarsi quanto prima, si avvicina alla postazione sita a bordo campo (non è quella di controllo ufficiale con i due addizionali che, al contrario, si trova in un pulmino all’esterno dello stadio) e dopo aver visionato in solitudine le immagini decreta il rigore per il Cagliari che poi Gigi Buffon respingerà.

Il giorno dopo è tutta un’ode alla tecnologia. L’adozione del VAR, e l’uso sapiente fattone da Maresca a Torino, vengono accolti come passi epocali che sono destinati a cambiare radicalmente la storia del calcio riducendo al minimo gli errori arbitrali e spegnendo dunque sul nascere qualsiasi dibattito. Pensate, del resto, alla ridda di polemiche che si sarebbe scatenata se con la Juventus avanti (in quel momento) 1-0 ed in evidente difficoltà non fosse stato concesso quel rigore al Cagliari. La tecnologia, però (e per fortuna), è finalmente corsa in aiuto del gioco più bello del mondo. Viva la tecnologia.

E così il VAR è protagonista anche nei match della domenica. A Crotone, dopo appena sei minuti di gioco, Ceccherini, difensore della squadra di casa, atterra in area il giovane rossonero Cutrone. Sul fatto che sia rigore l’arbitro Mariani non ha dubbi. La perplessità del direttore di gara, semmai, è legata al colore del cartellino da sventolare sotto il naso del giocatore del Crotone. Il VAR decreta che il rosso è quello giusto. Tutti (giustamente) d’accordo e si continua a giocare in 10 contro 11 con il Milan che alla fine del primo tempo ha già dilagato. Qualcosa di analogo avviene a San Siro dove è impegnata l’altra squadra di Milano, l’Inter. Qui l’arbitro Tagliavento, dopo 5’ di gioco, indica il dischetto per un contatto tra Astori ed Icardi. La Fiorentina protesta ed il direttore di gara si vede allora costretto a chiamare in causa il VAR. Le immagini danno ragione all’arbitro. Scena che si ripete più avanti, ad aree invertite, quando il direttore di gara non decreta un rigore in favore della Fiorentina trovando nuovamente il supporto alla sua decisione nella tecnologia.

Tutto sembra filare per il meglio. Finalmente la tecnologia potrebbe regalare al calcio italiano la prima domenica senza polemiche per gli errori, presunti o reali, arbitrali. Ed invece ecco che succede l’imponderabile (eppure a pensarci bene era forse prevedibile qualche intoppo legato alla componente umana). Al Dall’Ara di Bologna mancano sei minuti al novantesimo. Il punteggio è di 1-1 ed il Toro spinge in cerca dei tre punti quando Destro, inopinatamente, regala palla a Belotti. Il Gallo si invola verso la porta di Mirante per poi, una volta a tu per tu con l’estremo difensore dei falsinei, servire il meglio piazzato Berenguer che spinge il pallone in rete a porta vuota. Ma l’arbitro Massa, su segnalazione del guardalinee La Rocca, ha fischiato un secondo prima del tiro del giocatore granata per sanzionare un fuorigioco chiaramente inesistente data la dinamica dell’azione. Il VAR in questo caso non è applicabile perché il fischio del direttore di gara ha falsato l’azione. Le disposizioni stagionali suggeriscono, nel dubbio, di far proseguire comunque l’azione fino al termine e poi eventualmente valutare. Lo ricorderà, nel post partita, anche un Mihajlovic che definire furente è un eufemismo. L’errore è talmente evidente che si ricomincia con un pallone a due. Anche per questa giornata la polemica potrebbe essere salva. Ma in fin dei conti ha riguardato il Torino; l’errore è destinato a fare meno scalpore. Juventus, Milan ed Inter escono indenni dalla prova VAR. E allora viva, sempre viva, la tecnologia. Almeno fino a che l’errore umano non riguarderà una big.