China Super League, il calcio del futuro passa da qui

Il calcio in Cina è sempre più una cosa seria. A dirlo sono i numeri. La rivista specializzata cinese Yutang Sports ha infatti da poco pubblicato le statistiche relative all’affluenza media registrata nel corso del campionato appena conclusosi. Numeri a dir poco eccezionali che letti insieme ad altre notizie, statistiche e graduatorie certificano la crescita del movimento dagli occhi a mandorla.

Partendo dai numeri, i tifosi che hanno scelto di assistere dal vivo alle trenta partite della China Super League sono stati 5,8 milioni con un’affluenza media di 24.159 tifosi per match che significa una crescita del 9% rispetto all’anno precedente. Decisamente niente male se si considera che lo scorso campionato italiano di Serie A ha registrato su 38 partite una media di 22.078 spettatori comunque in crescita dello 0,1% rispetto alla stagione precedente. Il club con il maggior seguito è il Guangzhou Evergrande di Felipe Scolari che per altro ha vinto il campionato. La squadra che fu anche di Marcello Lippi e Fabio Cannavaro ha potuto fare affidamento su 44.883 spettatori medi a partita per un totale di 673.243 paganti stagionali. Seguono il Jiangsu Suning  con 39 mila spettatori medi ed il Beijing Guoan, terzo con 38 mila ed il Chongqing che chiude appena sotto i 36 mila. E’ evidente come questi numeri siano trainati dagli ingenti investimenti che i vari club hanno sostenuto negli ultimi anni e che sono stati in grado di attrarre in Cina giocatori di caratura mondiale seppur a fior di milioni, tanto da rivoluzionare la graduatoria dei giocatori più pagati al mondo (leggi qui la notizia).

Per capire la potenza di fuoco dei club e del movimento cinese è sufficiente scorrere le proprietà ed il fatturato dei primi tre club classificati. Come riporta Calcio e Finanza, il Guangzhou Evergrande è di proprietà di Evergrande Real Estate e del colosso dell’e-commerce (e non solo) Alibaba e fattura circa 52 milioni di dollari. Il Jiangsu Suning di proprietà del gruppo Suning che detiene anche il 70% dell’Inter  ha un fatturato annuale di 36 milioni di dollari. Lo Shanghai SIPG a Shanghai International Port Group (è l’operatore esclusivo di tutti i terminal del porto di Shanghai). Il giro d’affari del club è di 37 milioni di dollari. Per intenderci, Suning è il colosso che tramite la piattaforma PPTV acquisita nel 2013 si è aggiudicato (manca solo l’ufficialità) i diritti per la Cina della Premier League sborsando la bellezza di 660 milioni di euro per un’esclusiva triennale. Si tratta dell’accordo più grande mai sottoscritto all’estero dalla Premier League.

Ed il mercato inglese del resto sta sempre più strizzando l’occhio al Dragone. Il 30 luglio scorso è stata infatti trasmessa in Inghilterra  da Sky Sports UK per la prima volta una partita della China Super League, quella tra Shanghai Shenhua e Jiangsu Suning. Un evento straordinario che ha portato il campionato cinese ad essere trasmesso in 53 paesi al mondo. Probabilmente in questo caso in quello per altro classicisticamente parlando più rilevante. Ma non solo. Perché l’Inghilterra conta anche una folta comunità cinese con circa 430mila persone sparse in sette ChinaTown. Non è quindi forse solo un caso se oltre Manica sono ormai quattro i club con azionisti cinesi (Manchester City, Aston Villa, Birmingham, Wolves) e si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero un’imminente acquisizione da parte di Wanda Group del WBA.

Quello di esportare il prodotto calcio in paesi che hanno rapporti commerciali con il Dragone è una chiara strategia della China Super League. Basti pensare che sempre nel 2016 è stato siglato un accordo per trasmettere i match nell’Africa Subsahariana che ha visto come protagonisti la StarTimes, società che trasmetterà i match e la China Sports Media che gestisce i diritti televisivi della massima serie. La motivazione? Semplice. Negli ultimi anni gli investimenti cinesi in Africa. Nel 2014 i rapporti commerciali tra l’Africa e la Cina hanno toccato la cifra-record di 220 miliardi di dollari, una somma che ha reso il paese asiatico il principale partner commerciale del continente africano.

L’obiettivo del presidente Xi Jinping, grande appassionato di calcio, è del resto piuttosto chiaro. Rendere la Cina una super potenza entro il 2050 con l’obiettivo di ospitare e vincere un Mondiale quanto prima. Obiettivo ambizioso certo. Ma per il quale il Governo si è mosso in maniera significativa. L’obiettivo di breve termine è creare 50 milioni di nuovi calciatori entro il 2020, con 20.000 nuove scuole calcio e 70.000 campi ex novo da qui a 4 anni. Nel medio-lungo termine invece il target è garantire, entro il 2030, un campo di calcio ogni 10.000 cinesi. Insomma, il calcio europeo è avvisato.