Bentornato Old Firm

È un odore misto di storia e calcio quello che si è potuto respirare ieri al Celtic Park di Glasgow dove dopo quattro stagioni di assenza è tornata in scena la stracittadina di Glasgow tra Celtic e Rangers. La Scozia, quasi tutta, è tornata così finalmente a godersi il derby più giocato ed antico del pianeta che ieri mandava in onda la sua 402.a puntata. Dietro quella che agli occhi dei profani, delle vergini del calcio, può sembrare esclusivamente una semplice manifestazione sportiva, l’ennesima partita di pallone, c’è in realtà di più. Molto di più. Tra i fiumi di alcol del Paese e della città  natale di Sir Alex Ferguson in particolare scorre una storia intricata fatta di divisioni politiche e religiose, di modi di pensare e di vivere talmente differenti che finiscono per creare rivalità e separazione. Una vera e propria frattura tra cittadini della della stessa città. Dello stesso Paese. Che trascende trovando anzi la sua massima espressione nella rivalità calcistica tra Celtic e Rangers. In questa terra di confine non esistono infatti mezze misure: o indossi una maglia bianca a strisce orizzontali verdi oppure una blu. E tanto basta ad uno scozzese per sapere nel mondo da che parte stai.

IL VECCHIO AFFARE, IL CELTIC ED I RANGERS

L’Old Firm, il Vecchio affare, è anche (se non tutto) questo. Definita la più grande rivalità di cui sentirete mai parlare” la stracittadina di Glasgow divide da sempre città e Paese tra Cattolici e Protestanti. La destra, i Rangers, dalla sinistra da sempre simboleggiata dal Celtic. Una realtà, quest’ultima, che trova le sue origini nella comunità cattolica irlandese di Glasgow e che nella sua manifestazione materialista trova colori e simboli irlandesi. La formazione che oggi è allenata da Rodgers, nota per militare ininterrottamente nella prima divisione scozzese dall’anno della sua fondazione, il 1888, si fregia inoltre di essere stata la prima e ad oggi ancora unica squadra britannica ad essersi aggiudicata un’edizione della Coppa dei Campioni. Era il 1967, anno in cui i “The Bhoys” vinsero anche Coppa di Scozia, Coppa di Lega e Glasgow Cup. Ma non è la sola particolarità. Quelle vittorie infatti arrivarono con in rosa solamente giocatori provenienti dal vivaio. Questo ad indicare quanto fosse radicata la componente territoriale che ha poi guidato a gemellaggi importanti come quello che lega i biancoverdi alla società spagnola dell’Atletico Bilbao, composta esclusivamente da talenti provenienti dal settore giovanile basco. Anche quella dei Rangers è una storia che ha conosciuto gloria anche al di fuori dei confini nazionali con la vittoria della Coppa delle Coppe nel 1972. E sempre i The Gers sono in testa in patria per numero di campionati nazionali e Coppe di Lega vinte. Un cammino glorioso che però ha conosciuto un intralcio non da poco nella sua storia recente. Parliamo del triste capitolo del 2012 culminato con il fallimento e la condanna a ripartire dalla Scottish League Two, la quarta divisione scozzese. Una parentesi chiusa solo parzialmente grazie alla straordinaria risalita che degli ultimi quattro anni impreziosita per altro dalla qualificazione alla finale della Coppa di Scozia 2016 con una vittoria ai calci di rigore proprio contro i rivali del Celtic. Messo alle spalle il fallimento, la storia dei biancoblu è oggi comunque ancora molto complessa e per tornare a far prevalere la monarchia sulla repubblica ci vorrà ancora del tempo.

BENTORNATO OLD FIRM, MA PER I RANGERS C’E’ ANCORA MOLTA STRADA DA FARE

Emblematica di ciò la sonora sconfitta dei giocatori in maglia blu di ieri pomeriggio. Un 5-1 pesantissimo sia in ottica scudetto sia, e soprattutto, perché una sconfitta del genere in un derby non si scorda facilmente. Fischio di inizio del delicato match alle ore 12:00 di Sabato con l’obiettivo di limitare in questo modo il consumo di alcol ed il rischio di scontri ideologici in una città comunque farcita di agenti. Il Celtic, che parte da favorito, si cala immediatamente nella parte e prende in mano le operazioni sbloccando l’incontro con l’inzuccata di Dembelè su corner di Sinclair. Il francese ha classe da vendere ed evidentemente anche carattere. Non è da tutti a vent’anni ed all’esordio in un match del genere giocare con tanta naturalezza. Il centravanti trova la doppietta personale con un tocco di esterno che arriva dopo aver irriso l’ex milanista Senderos. Più tardi servirà anche il tris. Prima però i Rangers con un moto di orgoglio accorciano le distanze in chiusura di prima frazione di gioco con Garner. Rete che fa pregustare ai supporters dei Gers un secondo tempo di riscatto. Nulla di più falso. Anche la ripresa è infatti a tinte bianco verdi con Dembelè che manda in gol Sinclair per il 3-1 e gli ospiti che restano in dieci per l’espulsione di Senderos. Dopo la terza rete del francese, Armstrong cala il pokerissimo per l’umiliazione dei Rangers. Cala così il sipario sull’Old Firm numero 402. Ma questo è Celtic-Rangers. E sarebbe stato riduttivo parlare solo di una partita di pallone.