Attenti alle previsioni: 10 promesse non mantenute

Nel calcio moderno, guidato sempre più da logiche finanziarie, coltivare nuovi talenti per rivenderli a prezzi esorbitanti appare ormai come una sorta di obbligo specialmente per quei club che vogliono sopravvivere a certi livelli. Purtroppo però capita spesso che per una giovane promessa mantenuta ce ne siano molte altre che disattendono le attese. Ci siamo allora chiesti, quali sono le 10 promesse non mantenute più eclatanti? Queste le nostre scelte.

Simone Scuffet – Partiamo proprio dalla nostra Serie A scomodando l’attuale portiere dell’Udinese. Un talento che esordisce a 17 anni nella massima serie proprio con la squadra friulana. Entrato in campo quasi per caso, complice l’infortunio dell’estremo difensore titolare Brkic, il giovane mette in mostra fin da subito le sue notevoli doti guadagnando in breve tempo il posto fisso tra i pali nonostante il ritorno del legittimo proprietario. La svolta per Scuffet potrebbe arrivare già nell’estate 2014, quando iniziano a girare indiscrezioni che avvicinerebbero il classe ’96 all’Atletico Madrid, interessato a sua volta nel girarlo ad un altro club minore per qualche tempo. Potrebbe sembrare l’occasione della vita ma il giocatore, appoggiato dalla sua famiglia, decide di declinare l’offerta per continuare a studiare. L’estremo difensore, dopo un altro anno all’Udinese in cui viene scavalcato dal collega Karnezis, si trasferisce a Como, dove però chiude il campionato cadetto all’ultimo posto, emblema forse dell’occasione sfuggita. Perché anche oggi che Scuffet ha fatto ritorno all’ovile Del Neri sembra preferirgli Bizzarri.

Bojan Krkic – Dall’erede mancato di Buffon all’erede mancato di Leo Messi. Parliamo ovviamente di Bojan Krkic e della sua parabola non proprio esaltante nel calcio che conta. Dopo essersi messo in mostra nella famosa cantera catalana fin da piccolo, nel 2007 ha la possibilità di cimentarsi sul palcoscenico del Camp Nou. Durante il primo anno con i grandi il baby talento blaugrana ha modo di diventare il più giovane esordiente in Liga e in Champions League. La pressione da sopportare però è alta; specialmente per un ragazzo di 17 anni che tutti hanno un po’ frettolosamente già eletto come erede del numero 10 argentino. Dopo la stagione dell’esordio, dunque, iniziano i primi problemi finché con Guardiola Krkic non riesce ad inserirsi a pieno nei meccanismi del tiki-taka tanto da essere messo sul mercato. Bojan viene ceduto nel 2015 alla Roma per 12 mln di euro, con l’obiettivo di tornare al club catalano da titolare. Purtroppo le cose non vanno come il giocatore vorrebbe. La squadra giallorossa chiude il campionato in settima posizione e il Barcellona declina l’offerta di un suo ritorno. Per lo spagnolo si apriranno le porte di Milanello dove però finirà ad essere la riserva di El Shaarawy. Bojan, dopo la stagione al Milan, passa all’Ajax, prima tappa di un lungo girovagare che lo porterà in giro per l’Europa che non conta.

Giovani Dos Santos – Tra le 10 promesse non mantenute c’è anche Giovani Dos Santos. Il calciatore messicano approda al Barcellona nel 2007 sotto la guida tecnica di Frank Rijkaard riuscendo anche a ritagliarsi i suoi spazi da titolare nella stagione successiva. Tuttavia, una stagione a medi livelli , obbliga quasi la società a cederlo al Tottneham. Con la maglia del club inglese Dos Santos collezionerà però solamente diciassette presenze. Il Tottenham, vincolatosi al giocatore con un contratto da cinque anni, inizia a spedirlo in prestito un po’ ovunque. Ipswich Town, Galatasaray e infine Racing Santander si alternano ad ospitare il giocatore che nell’Estate 2012 torna in Spagna, al Maicorca, ponendo fine alle sue speranze di diventare una colonna portante di una big.

Robert Acquafresca – La storia di Robert Acquafresca inizia dallo stadio Omobono Tenni di Treviso, dove il 20 Gennaio di dieci anni fa segna la sua prima tripletta della carriera contro lo Spezia. L’Inter, proprietaria del cartellino del giocatore, al termine di una stagione straordinaria decide di portarlo nella massima serie optando per una comproprietà con il Cagliari. La squadra rossoblu accoglie il giovane talento che mette in mostra i suoi numeri anche in Serie A. Ventiquattro reti in sessantotto presenze sono statistiche di tutto rispetto. L’ambiente è già in fibrillazione, finchè non arriva l’Estate 2009. Acquafresca viene ceduto dall’Inter al Genoa che lo gira in prestito all’Atalanta. A Bergamo la stella smette di brillare. Una sola rete, e nemmeno decisiva, per l’attaccante che nel 2010 ritorna all’ombra di Marassi. Anche qui non sembra andare meglio con due sole reti in dodici presenze. Acquafresca nel 2010 vuole ricominciare dal Cagliari ma ormai la sua carriera è compromessa. Nel calcio che conta non ci si può permettere nemmeno mezzo passo falso, e Robert, in questo caso, ne ha commessi addirittura due. L’attaccante girerà poi tra Bologna, Levante, Terni e Sion senza mai tuttavia ritrovare la condizione iniziale.

Federico Macheda – 17 anni ed un contratto da 65 mila euro? Ok, oggi sembrerebbe normale, molto meno lo era nella stagione 2008. Solo un anno prima, Federico Macheda, cresciuto nelle giovanili della Lazio, lascia definitivamente l’Italia per trasferirsi a Manchester, sponda United. Un trasferimento molto discusso in cui le polemiche non mancano. Il presidente della Lazio, Lotito, reclama per aver perso un futuro campione a causa dei limiti della legge italiana che impediscono di stilare contratti professionistici a giocatori al di sotto dei sedici anni. Al di là delle polemiche, il trasferimento comunque si perfeziona. E che trasferimento verrebbe da dire! La punta si inserisce benissimo nei meccanismi dei Red Devils, segnando addirittura una rete decisiva per lo scudetto 2009 contro l’Aston Villa. Le aspettative però vengono smentite già dalla stagione successiva. Quello che mancherà sempre a Macheda sarà la continuità. Anche dopo aver lasciato il suolo inglese. Tra Sampdoria e Stoccarda lo score recita zero reti in ventotto presenze. Macheda, per forza di cose, finisce nel 2016 in seconda divisione inglese, al Cardiff City, dove sigla sei reti in una stagione. Troppo poche per attirare ancora le attenzioni di una big. Sufficienti invece per meritarsi una menzione in questa carrellata delle 10 promesse non mantenute.

Royston Drenthe – Non solo il Milan. Anche il Real Madrid ha avuto il suo periodo degli olandesi. È l’inizio della stagione 2007 quando al Santiago Bernaneu arrivano Wesley Sneijder, Arjen Robben e Royston Drenthe. Se ai primi due il calcio ha sempre sorriso ovunque, il discorso è diverso per il terzo, costato, ai tempi, 14 milioni. Giunto dal Fenyenoord, dove già aveva dimostrato doti fisiche fuori dal comune, Drenthe arriva a Madrid con le migliori intenzioni. Le aspettative si infrangono però quando la tanta qualità del Real costringe l’olandese ad occupare il ruolo di ala. Drenthe inizia a rivelarsi poco disciplinato in campo e con qualità tecniche non all’altezza di quelle dei suoi compagni. Calderon decide quindi di mandarlo in prestito al neopromosso Hercules Alicante, ponendo così fine alla sua carriera da top player. Drenthe giocò meno di venti partite con la maglia bianco azzurra, complici anche dei problemi muscolari che lo costrinsero al riposo. L’olandese girò poi tra Everton, Vladikavkaz, Reading e Kayseri senza mai tornare ad alti livelli.

Kerlon Moura Souza – Se il nome Kerlon non dice niente ai tifosi dell’Inter, forse sarebbe meglio dire “Foquinha” per rinfrescare la memoria fino ad arrivare a nove anni fa. Periodo in cui la Milano nerazzurra acquistò Kerlon in un’operazione che coinvolgeva anche il Chievo. Sembrava si trattasse dell’acquisto del campione del futuro. Sembrava, per l’appunto. Il primo anno nella città dell’Arena per il brasiliano non fu fortunata. Otto i mesi di stop per un grave infortunio al ginocchio che lo costrinse quindi a giocare appena quattro spezzoni di partita. Dall’Inter venne quindi trasferito in prestito all’Ajax, dove tuttavia non fu molto più fortunato, altri sei mesi di stop sempre per un infortunio al ginocchio lo costrinsero a stare lontano dai campi europei, che abbandonò definitivamente dopo che, tornato all’Inter, crollò per un problema alla caviglia. Kerlon non trovò mai più la forma per giocare in un campionato professionistico, nonostante provò prima nella seconda categoria brasiliana e successivamente in Giappone. Anche lui merita di diritto un posto in questa carrellata delle 10 promesse non mantenute.

Giulio Donati – Il calcio professionistico italiano Giulio Donati lo ha conosciuto poco. Giusto il tempo di applaudirlo a Grosseto per poi vederlo partire con destinazione Leverkusen. Per volontà dell’Inter, proprietaria del cartellino, che all’epoca voleva fare cassa. I primi due anni giocati ad alti livelli in Bundesliga vanno bene, poi Donati subisce un’inversione di marcia. Schierato poco dal tecnico finisce, nel mercato invernale 2016, al Mainz. Con certe premesse ci si aspettava un percorso diverso per il ventisettenne.

Ryan Babel – Quando un fisico alla Royston Drenthe incontra dei problemi fisici tipici del peggiore Kerlon Moura Souza, ecco che esce un Ryan Babel. Ma partiamo dal principio. Il giovane Babel esordisce per la prima volta nel calcio che conta a 17 anni con la maglia dell’Ajax, club in cui rimane fino ai vent’anni compiuti; prima che davanti a lui si staglino opportunità di ben altro calibro. Nel 2007 infatti, l’attaccante dalle grandi doti fisiche si trasferisce a Liverpool dove passa un primo anno da sogno salvo calare già nei secondi dodici mesi. Gradualmente il talento di Babel sembra soccombere, complice anche qualche guaio fisico. Dal Liverpool Babel passa prima all’Hoffeheim per poi tornare all’Amsterdam Arena, nella sua patria. I viaggi nel grande calcio per lui sono finiti. Una volta rincasato però, niente è più come prima. Problemi fisici alle ginocchia e alle spalle lo tengono lontano dal campo per svariati mesi. Periodo in cui viene cercato e acquistato dal Kasimpasa, dove resta fino al passaggio al Al-Ain e poi al Deportivo La Coruna, dove attualmente viene tenuto in panchina.

Dominic Adiyiah – Per la serie “quando sbagliare un rigore ti rovina la carriera” per chiudere questa carrellata delle 10 promesse non mantenute del calcio europeo chiamiamo in causa Dominic Adiyiah, Giovanissima promessa acquistata nel 2010 dalla primavera milanista dopo un campionato in Norvegia. Tuttavia Adiyiah nel Milan non troverà mai spazio. Inevitabile dunque il girovagare per il mondo. Prima Reggina, poi Partizan Belgrado e dopo ancora Karsinyaka. Forse un viaggio che Rajevac, tecnico del Ghana ai mondiali 2010, si aspettava diverso. È proprio lui infatti a regalargli l’opportunità di solcare il campo in un quarto di finale contro L’Uruguay. Match in cui, purtroppo, Adiyiah sbaglia il rigore decisivo che avrebbe prolungato la lotteria dopo gli errori dal dischetto di Mensah e di Maxi Pereira. Ovviamente non è solo questo episodio a influire sul mancato decollo della sua carriera, anche se il pallone in rete avrebbe significato una visibilità certamente maggiore.